A Viterbo come a Milano… persone senza casa che muoiono di freddo.. e le istituzioni che fanno? Lettere ricevute da Beppe Sini e Francesco Pinerolo

Un invito a riflettere su quel colpevole torpore che attanaglia la coscienza di tutti i cittadini distratti, nascondendo la cruda realtà che invece ci circonda…”

(Osvaldo Ercoli)

 

MORIRE DI FREDDO A VITERBO

Riferiscono le cronache locali del ritrovamento da parte dei carabinieri del cadavere di una persona morta di freddo nella campagna alle porte di Viterbo in un riparo improvvisato di tavole di compensato e cartone.

Una persona proveniente da un altro paese, un paese legato all’Italia da profonda affinità culturale e linguistica, la Romania.

Una persona che evidentemente in questi giorni e notti di freddo estremo non aveva altro luogo in cui ripararsi, una casa che gli salvasse la vita.

Una persona che sarebbe ancora viva se i pubblici poteri e l’opinione pubblica ricordassero che un essere umano ha diritto – diritto – all’aiuto degli altri esseri umani, e i pubblici poteri in tanto sono legittimi e adeguati in quanto salvano le vite e inverano i diritti delle persone.

Una persona che sarebbe ancora viva se in questo nostro paese il razzismo non avesse imbarbarito istituzioni e società a tal punto che il costume dominante e con esso l’amministrazione della cosa pubblica non sa più riconoscere quale sia il primo dovere di ogni essere umano: recare aiuto all’altro essere umano, salvare le vite.

Una persona che sarebbe ancora viva con un piccolo aiuto. Ed invece è morta.

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Qui mi sovviene l’ultima grande lotta nonviolenta del mio scomparso maestro e compagno di lotte ed amico fraterno Alfio Pannega: la battaglia civile nonviolenta perché ogni persona avesse una casa. Alfio Pannega la testimonio’ fino all’ultimo dei suoi giorni. E’ la battaglia civile nonviolenta che ancora dobbiamo condurre. Perche’ nessun essere umano muoia più di freddo tra tavole e cartoni in una notte d’inverno nella campagna alle porte di Viterbo.

Peppe Sini

“Centro di ricerca per la pace” di Viterbo

 

 

Ed anche da Milano giunge la notizia della morte di un homeless

 

 

Il sindaco Letizia Moratti, presa a correr dietro alla sua dispendiosa campagna elettorale, dimentica di assolvere al compito fondamentale di “deporre i poveri dalla croce” (Leonardo Boff “Cristologia della liberazione”).

 

Vediamo un bilancio del suo fallimento sul problema casa:

 

1) ci rendiamo conto di quanto sia esteso e drammatico il disagio abitativo nella nostra città considerando che ci sono quasi 10.000 cittadini «senza fissa dimora» a Milano, e al dormitorio di viale Ortles è impossibile entrare: c’è una lista d’attesa di 50 giorni

 

2) mentre si costruiscono grattacieli a 8mila euro al metro quadro per i nuovi ricchi russi o degli Emirati, il Comune dal 1997 a oggi ha reso disponibili solo 590 nuove case. Se ci sono a Milano 80 mila appartamenti vuoti (di cui 3.500 Aler e 1.500 del Comune) e 20mila cittadini bisognosi che aspettano un posto in cui vivere, è irragionevole usare la forza degli sgomberi contro gli alloggi occupati, come avvenuto contro l’ Unione degli inquilini di San Siro. Un abusivo non e’ un delinquente, e’ un povero che ha diritto a una casa.

 

3) Aler e il Comune sono proprietari insieme delle 71mila case popolari milanesi. Palazzo Marino sulle sue proprietà nega ad Aler le risorse necessarie alla manutenzione. È un grave segno di disattenzione verso i cittadini che abitano nelle case popolari!

 

Il dossier del Sunia, il sindacato degli inquilini, parla di allagamenti, ascensori guasti, cornicioni che franano, immondizia che si accumula in cortile, tubi malconci, pannelli gonfi d’acqua, coperture in amianto e ferro mangiato dall’umidità, ascensori che non si fermano ai piani, scaldabagni e impianti a gas non a norma». cantine in condizioni disastrose. Gli appartamenti che richiedono interventi straordinari di manutenzione a Milano sono 23mila, di cui 15mila comunali, la metà dell’intero patrimonio di edilizia popolare di Palazzo Marino

 

4) il costo dei canoni di locazione è salito alle stelle e gli studenti fuori-sede (più di 40.000) sono strozzati dal costo degli affitti pagando 500 o 600 euro per una stanza che non è nemmeno in centro

 

5) Il sindaco Moratti ha predisposto un’inaccettabile vendita di immobili comunali, per giunta neppure al reale valore di mercato, col risultato di ridurre drasticamente la disponibilità abitativa pubblica e rendere infinite le graduatorie di bando e l’attesa per una assegnazione alloggio, graduatorie aggravate da criteri selettivi sempre più restrittivi non ultimo quello della residenza da 5 anni. Tutto questo ha favorito la speculazioni immobiliare che ha fatto impennare alle stelle il caro-casa e il caro-affitti con la conseguente mattanza di sfratti, la maggioranza dei quali per morosità. Ora mancano case a canone sociale, mancano appartamenti per universitari e per single.

 

6) A Milano su 90mila case popolari, da 5000 a 7000 appartamenti risultano essere gestiti direttamente dalla criminalità organizzata. Per denunciare la mafia degli alloggi l’Associazione “Sos racket e usura” è andata nei quartieri degradati della metropoli a distribuire i suoi questionari

 

7) I milanesi sono stati costretti per anni a mangiare frutta all’amianto, visto che le coperture dell’Ortomercato erano rivestite di eternit (ANSA 17-GIU-09). Ancora oggi 3.000 famiglie milanesi vivono in case popolari ricoperte di amianto e in molti uffici pubblici e scuole è forte la presenza di eternit.

 

8) altro bel risultato della politica abitativa della Giunta di centrodestra Moratti: 10.000 milanesi in un anno si sono trasferiti in provincia a causa dei prezzi delle case

 

Francesco Pinerolo – francesco.pinerolo@fastwebnet.it

 

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