Savignano sul Panaro: “Civiltà contadina, Agribio, Prora e Rete Bioregionale Italiana verso il 2011, l’anno delle foreste e dei boschi” – Resoconto di Caterina Regazzi

Il 9 dicembre 2010 si é tenuto in Emilia Romagna un incontro/coordinamento di Civiltà Contadina Emilia Romagna con la collaborazione di: Agri.Bio Emilia Romagna e dell’associazione Prora e la mia partecipazione come simpatizzante e in rappresentanza della Rete Bioregionale Italiana. Tema dell’incontro: “Tra biodiversità e foreste – L’anno internazionale, della biodiversità sta finendo e con il 2011 arriva l’anno delle foreste e dei boschi”. La riunione si è svolta presso l’agriturismo La Fontana, nella frazione Garofano di Savignano sul Panaro (MO).

Scopo dell’incontro è stato quello di scambiare esperienze di: biodiversità vegetale e animale; di biodiversità degli uomini; di biodiversità rurale dell’appennino e della altre zone svantaggiate e marginali del territorio; di biodiversità delle acque; di biodiversità tra ghiaia e bitume; di biodiversità dei contadini; di biodiversità

per la crescita personale; di biodiversità delle foreste.

 

Hanno partecipato e parlato persone che vivono e fanno vivere la biodiversità, che sostengono e curano campi, orti, giardini e boschi donando respiro alla nostra Madre Terra. Un’occasione di incontro e conoscenza tra soci di Civiltà Contadina, agricoltori biologici o biodinamici ed ecologisti interessati a queste tematiche. Ha moderato la discussione Giampiero Negroni – Co-coordinatore Civiltà Contadina Emilia Romagna e presidente di PRORA.

 

Quando ho ricevuto l’invito per partecipare al dibattito da Agribio, associazione di agricoltori biologici e biodinamici dell’Emilia Romagna, essendo reduce da poco dall’incontro rifondativo della Rete Bioregionale Italiana, svoltosi il 30 e 31 ottobre a San Severino Marche, la cosa mi è sembrata un buon segno ed ho ritenuto giusto

parteciparvi, anche se io sono una veterinaria della USL e non sono né agricoltora né allevatrice (se non di gatti….)

 

Come ho avuto già modo di esprimere, mi considero una “veterinaria ecologista”, vivo il mio lavoro e la mia vita cercando di cogliere le contraddizioni della società dal punto di vista ecologico (e anche le mie, ovviamente), possibilmente di sottolinearle e di “rilanciare”.

 

Credo che molti “errori” si facciano, li facciamo, noi tutti, un po’ per pigrizia e un po’ per scarsa consapevolezza. Gli esempi sarebbero infiniti. Ma un po’ per volta li possiamo vedere ed è più facile se qualcun altro ci aiuta. Non si tratta di criticare o di disprezzare, peggio ancora, lo stile di vita di questo o quello, ma semplicemente, per quello che possiamo, fare da “rompighiaccio” e da “seminatori”, anche solo con la condivisione delle idee e con l’esempio.

 

All’incontro non eravamo molti ma forse proprio per questo le “chiacchiere” sono fluite con leggerezza e semplicità, eravamo lì, presenti con tutti noi stessi e felici, almeno credo, di esserci. Il motivo principale della nostra presenza era quello di conoscersi, guardarsi in faccia e magari cominciare a condividere qualche

iniziativa.

 

All’inizio io mi sentivo anche un po’ “fuori posto”, solo una simpatizzante che fortunatamente è stata messa nella lista degli indirizzi da Aldo e quindi ne sono venuta a conoscenza. Poi l’atmosfera si è sciolta e ci siamo sentiti tutti amici da sempre…

 

A proposito di biodiversità, Piero ci ha incantato con la descrizione delle mele antiche. Ne aveva portato un cesto pieno, dalle Campanine, alle Lavine, alla Renetta Grigia di Torriana, alla Cavicchia e altre. Lui, personalmente, ne coltiva diverse e va a caccia di quelle mancanti, come fossero gemme preziose – ed infatti lo sono – e quando sente dire: “Ma forse il tizio ce l’ha”, gli si illumina lo sguardo. Paolo ci ha parlato del suo allevamento di suini della razza Mora Romagnola, quasi all’aperto e, in parte su paglia, Davide degli allevamenti biologici di suini che segue come veterinario (un collega!) ed io di certe nostre contraddizioni come il cercare il

chilometro zero per certi prodotti e consumare carne di animali che vengono allevati con alimenti che vengono da oltre oceano e lamentarci del tipo di allevamento in batteria delle galline e pretendere per le uova prezzi irrisori.

 

Alle 20.00 precise ci siamo seduti a una tavola imbandita piena di leccornie fatte in casa dalla brava e simpaticissima moglie di Paolo, a base di zucca, verza, riso, fiori di zucca, formaggi e qualche salume dai maiali di razza mora. Un menù quasi completamente vegetariano.

 

Due proposte sono uscite: segnalare alberi antichi e rari, magari centenari, di nostra conoscenza, essendo il 2011 l’anno delle foreste e degli alberi e organizzare un prossimo incontro, in primavera, presso l’azienda di Maria Miani, “La bifolca” per apprendere l’arte dell’innesto, e poter così diffondere piante da frutto antiche e rare.

 

Un altro seme è stato gettato!

 

Caterina Regazzi, Rete Bioregionale Italiana

 

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