Wikileaks ed il bell’Israele…
L’unico governo scaturito roseo e paffuto dalla pancia di Wikileaks è quello israeliano. Definito “bravo ed elegante” nei dispacci dell’illusionista australiano,
Netaniahu ha potuto esaltarsi: “Ne siamo usciti bene… il documento conferma che l’intero Medioriente è terrorizzato dalla prospettiva di un Iran nucleare… I paesi arabi incitano gli Usa a un’azione militare con più forza di Israele” (un sondaggio reso noto da Chomsky rivela che l’80% degli arabi considerano Israele la più grave minaccia nella regione. E anche questo andava annebbiato).
E, allora, Wikileaks è manipolata, o del tutto diretta, da servizi segreti, uno o più? La domanda, che si era fiondata su neuroni non narcotizzati fin dalla prima edizione, se l’è posta apertamente Zbigniew Brzezinski, già Consigliere per la sicurezza nazionale del presidente Jimmy Carter, colui che più di altri aveva tentato di porre limiti al delirio espansionista di Israele e aveva esitato a scatenare Khomeini sull’Iraq. E ha risposto: sì. Alla BBC ha detto: “La questione vera è: chi alimenta Wikileaks? Ottengono un sacco di informazione triviale, inutile, ma qualcosa pare sorprendentemente mirato… Sembrano ricevere input da servizi di intelligence interessati che vogliono manipolare il processo e raggiungere obiettivi specifici”.
Esatto. E se posso azzardare, per me questi servizi sono all’80% il Mossad e per il restante gente che negli Usa è d’accordo con lo stuoino piuttosto che il portinaio, con il taglio delle unghie all’Europa, per quanto già spuntate, e con l’armagheddon sopra il cielo di Tehran. Si diano una stropicciata agli occhi quelli dell’ Assange eroe della verità. La loro credulità è benzina per i tank Merkava.