Debito pubblico, crisi energetica, IOR, buffoneria politica, poteri oscuri, fine del mondo nel 2012? Macché sopravviviamo alla grande se siamo in grado di toglierci il prosciutto dagli occhi…

Tutto molto divertente, se si considera che la crisi mondiale é nient’altro che un gioco di risiko o monopoli, basato sui pezzetti di carta, anche se le conseguenze possono essere disastrose per parecchi. A volte ci si identifica con il denaro sino al punto di credere che avere denaro o non averlo é ragione sufficiente per vivere o morire….
 
Per fortuna l’esistenza é fatta di cose semplici e tutto sommato accessibili a tutti i viventi: cibo, aria, acqua, soddisfazione dei bisogni fisiologici, riparo, socializzazione, procreazione…  Ma in questo monmento storico la virtualizzazione ha raggiunto livelli altissimi di astrazione dal vissuto quotidiano e dalle reali necessità. La vita é diventata quasi un grande  ”game” alla Nirvana. Quando arriverà la Grande Crisi? Nel 2012 o forse prima…?  
 
La dura realtà fatta di cose concrete spazzerà le nebbie dell’immaginario e del sogno ad occhi aperti.
 
Politica, finanza, potere, ricchezza… tutta immondizia più sporca di quella che si accumula nelle strade di Napoli, di Calcutta, del Cairo, di Buenos Aires,  di New York…. e persino del paesello sui monti.
 
Vengo al dunque, in questo momento si parla molto dell’imminente crollo  economico mondiale e di come poter risolvere i problemi della produzione energetica, funzionale al mantenimento della struttura tecnologica in cui la nostra civiltà sguazza e sprofonda. 
 
Sabbie mobili. Viviamo con la paura di sprofondare e siamo già con l’acqua alla gola, quindi tutto ciò che facciamo peggiora soltanto la situazione. Ed allora lasciamo che le cose vadano come debbono andare… proviamo a “galleggiare nella mota” se ci riesce…
 
Però mi voglio divertire a riepilogare, attraverso alcuni brevi stralci, gli elementi parossistici che contraddistinguono la situazione attuale: 
 
“Grazie agli amici dell’EIR, sappiamo che Paolo Savona – economista nient’affatto alternativo, presidente del Banco di Roma, ministro nel governo Ciampi – ha proposto il tema-tabù: l’uscita dell’Italia dall’euro, «il cappio europeo che ci si va stringendo al collo». Il motivo è elementare. L’unico vantaggio dell’adozione dell’euro era la possibilità per lo Stato di indebitarsi a tassi bassi, tedeschi. I mercati, per comprare i nostri Buoni del Tesoro, chiedevano lo stesso interesse che chiedevano per un Bund della solida Germania. Adesso questo vantaggio è svanito. Il BTP italiano deve pagare l’1,60% in più del Bund decennale, e non parliamo degli altri Paesi PIIGS: tassi del 4% o del 5% per spagnoli e portoghesi, addirittura del 9% per il debito sovrano irlandese, insostenibile; semplicemente, l’Irlanda va verso la bancarotta, e Portogallo e Spagna seguiranno….” (Maurizio Blondet)
 
“L’etica pubblica è il più grande problema dell’Italia e dovrebbe comprendere anche la laicità, i diritti civili e le libertà individuali. Purtroppo non è così, perché la corruzione parte dall’alto, dai governanti alla chiesa cattolica che sperano di uscire impunemente dalle tante malefatte grazie a leggi confuse abilmente costruite o incoraggiate da loro. Ho letto gli articoli che auspicano l’uscita dell’Italia dall’EURO. Una uscita (a causa dell’ingentissimo debito pubblico) che porterebbe il paese indietro di 65 anni. Il rimedio invece sta proprio nell’etica pubblica che dovrebbe recuperare le tasse non pagate insieme ad uno stretto controllo dello IOR che dagli anni ‘50 è stato organizzato per accumulare ingenti capitali in nero riciclando denari mafiosi e della politica sporca non solo italiana ma  internazionale..” (Peter Boom)
 
“Si continua a spingere il dibattito verso la crisi energetica mentre il vero problema è la crisi del petrolio visto non solo come carburante ma soprattutto come materia prima per la produzione di presidi chimici e beni di consumo.Una visione più ampia suggerisce un cambiamento di rotta: la realizzazione di tutti i composti e i derivati del petrolio con le materie prime vegetali ed animali, scelta che rappresenta il piano strategico per un mondo senza rifiuti…” (Benito Castorina)
 
“Per mantenere questo livello di parassitismo in Italia la pressione fiscale ha ormai quasi raggiunto il 70%, la più alta in assoluto al mondo, così come siamo ai vertici mondiali della corruzione e dell’inefficienza della giustizia, e poi si pretenderebbe di attrarre investitori dall’estero e di disporre di credibilità nella collocazione dei titoli di stato, che sono carta straccia… (Claudio Martinotti)
 
“In un quadro come l’attuale le cose vanno molto a rilento. La nostra abilità dovrebbe consistere nel seguire con attenzione e col microscopio elettronico le mosse e le contromosse di tutti gli attori del quadro. Con le posizioni drastiche non si arriva a nulla. Vedi come si sono mossi i nostri “amici” ora che diventa sempre più impellente arrivare al dunque per il controllo energetico!” (Giorgio Vitali)
 
“Il contesto “Italia” mi offre questo…giustamente compare allora il parametro della “scelta”: se qui non va, si cambia….. Ma anche questo “è giusto”? E aggiungo: il termine “Giusto” merita ancora di far parte del vocabolario della lingua italiana? Sicuramente no!! E’ un termine che finirà nel dimenticatoio, in una cantina piena di ragnatele, dove forse potremo collocare tutta quella meravigliosa “storia” che ci rende gli abitanti di una “nazione” costruita, un tempo, su basi solide e “sacre” e ora “vittima” della “risatina” sarcastica di chi ha giocato con l’amicizia e la fiducia di “gente comune”, che sta serrando i pugni in una smorfia di dolore e rabbia!” (Antonella Pedicelli)
 
Insomma.. La nostra civiltà é agli sgoccioli e possiamo aspettarci solo il crollo ignominioso e generale. Un tracollo annunciato e temuto e auspicato…  ed infatti da più parti si preconizza la fine del sistema  come evento liberatorio.
 
Non voglio far la parte del catastrofista ma vi consiglio di cominciare attivamente a trovare soluzioni alternative, basate sulla  personale conoscenza ed esperienza “pratica” di ognuno  per affrontare i rischi a venire. E buon divertimento nella “sopravvivenza”.
 
Paolo D’Arpini

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