Silvio Berlusconi e la fissa della gnocca.. – Analisi psichiatrica sul satirismo patologico del “povero cavallerizzo”….

 
M. R. B., in arte Veronica  Lario, fu concreta ed esplicita: “Voglio che sia chiaro che io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione… Dobbiamo subirla, e ci fa soffrire… SILVIO E’ UN UOMO MALATO!”.
 
Infatti, possiamo anche tutti noi affermare che il proteiforme Silvio, corruttore e corrotto, caimano, presidente operaio, sovrintendente d’associazione tipo Caritativo, ectoplasma dei tribunali, presidente del Partito dell’amore… pubblicamente si comporta da malato.
Qualcuno vorrà chiedersi qual è la malattia. Ebbene, non è difficile rispondere al quesito, sì tratta di malattia psichiatrica, l’ho già asserito più volte nelle mie pagine e lettere…
 
Potresti sbagliare… Non conosci Silvio… Non sai cosa dici… Hai la preparazione per farti credere…… ….
 
Tutti leciti quesiti su un problema che non mi deve interessare, direbbero certuni, è affare privato sosterrebbero gli stessi… solo che mi interessa perché al soggetto in questione fu affidata la carica per rappresentarmi in Italia e all’estero.
 
Ebbene, considerato che non mi sento dignitosamente rappresentato per la lubrica condotta di Silvio, perché il suo pubblico comportamento lede la nazione e lo Stato, scaturisce che ho autorità e dovere all’auto difesa per il fatto d’essere cittadino di questo Paese.  Mi difendo con la penna e la cultura, con obbligo di farlo per rivendicare il Libero Pensiero da ogni imposizione, perché se non esistesse, cosa che Silvio amerebbe avvenisse con l’apporto dei suoi per lasciare imperversare le proprie televisioni mascherando l’informazione che giunge da internet, tutti saremmo resi schiavi anche per altri pazzi, come l’eugenetico Bill Gates e cretini vari che sproloquiano e scrivono apertamente di sterilizzazione di massa ed eccidi di malati perché costosi nel curarli.
 
Questo modo di pensare e agire è il comune sentire del mondo del capitale cui anche Silvio appartiene mostrando end paranoica, stoltezza, esaltazione del sé per combattere la propria ipocondria… ed è mondo assai ristretto perché ogni pensiero si riduce a “brama di potenza” che vorrebbe gli Uomini succubi dell’ “io”.
 
 …..(omissis)
 
Ma quel è la malattia di Silvio?
L’esame conducibile su un soggetto lontano e mai frequentato è assai difficile, e potrà costruirsi soltanto su concetti generali, ma senz’altro oggettivamente validi a patto che la motivazione d’inizio del’analisi è giusta.
 
Silvio si può descrivere con aggettivazioni del tipo: “Fanciullesco, aggressivo, mendace, sovvertitore a parole d’ogni avvenimento che tenta di piegare in proprio favore. E’ capace di donare, ma anche, in età senile, di detestare profondamente chiunque non lo corrisponda, seppure non per lunghi periodi. Inoltre Silvio è perseguitato, cosa non da poco, dall’idea della mancata sua crescita per la bassa statura, da ciò deriva quel satirismo che lui stesso ammette affermando: “…a me piacciono le donne”!
 
E chi non è attratto dalle donne? Certo a qualcuno sono indifferenti, ma questa è un’altra storia.  In ogni modo, il problema dell’attrazione verso di loro deve essere posto nella giusta misura che è rapportata con l’età, con l’educazione, con la cultura, con il ruolo sociale svolto… in altre parole in una “misura” che non può approfittare dell’uso del ricatto per ruolo di preminenza, e che non può ammettere d’essere ricattati per comportamenti che non si vogliono far conoscere a chi ci circonda.
 
Per quelli che sono addentro alle segrete cose della psichiatria già sono emersi elementi sufficienti e valutabili al fine d’un indirizzo diagnostico preciso, ma è chiaro che la malattia è posta nella “quantità” di disturbo della personalità che emerge per prevalenza d’idee deliranti, o in altri casi logiche e storpiate nelle conseguenze, ma sempre esasperate e che conducono a dissociazione di tipo delirante/onirico.
 
Infatti, comportamenti smodati reiterati lasciano pochi margini al dubbio, perché essi sono già indici di “disorganizzazione” caratteriale della personalità che non è controllata nei suoi bisogni e soddisfacimenti raggiungendo anche la propria disintegrazione nelle sindromi dissociative.
 
1)      Il fanciullismo di Silvio è facilmente analizzabile anche da parte degli sprovveduti in ars psichiatrica, questa spesso confusa con semplice buon senso finanche dai medici non specialisti della materia, ma non è così! Il fanciullismo di Silvio, assai verosimilmente, affonda le sue radici proprio nella mancata crescita staturale che lo conduce a mascherarsi con comportamenti e sorrisi che ricordano Fernandel nell’atteggiamento (questo non era malato), Petrarca nel pensiero quando scrive: “Solo e pensoso i più deserti campi bo’ misurando a passi tardi e lenti, sì c’altro schermo trovar non so che mi scampi dal manifesto accorger de le genti…”, e tutto è finalizzato a mascherare le proprie presunte o vere disgrazie. Silvio “non si vede cresciuto”, così che sempre deve strafare per considerarsi “uomo adulto”. Ed ecco che, pensiero prevalente in lui, ma inconscio, emergono intemperanze ossessive/compulsive di sofferenza che, nel tempo, sì sono accentuate con bramosia verso ogni possibile “avere” per quel fanciullismo latente di cui stiamo discutendo. Bramosia che s’auto alimenta, per verosimile azione endorfinica, d’un sentimento di potenza patologicamente alterato e supportato dal notevole patrimonio acquisito. Nonostante il considerarsi vittorioso in ogni occasione in cui riesce a celare a se stesso il suo “ritenersi uno sconfitto dalla natura”, a sé rivolge un’imperitura domanda che lo assilla: “La gente mi prende in considerazione?”.
 
E ciò lo porta alla sua seconda comune patologica manifestazione:
2)      “Tentare sempre di piacere a tutti”! Insomma, teme il pubblico ma lo cerca per sentirsi stimato, fa cucù, gioca facendo le corna alle spalle degli altri, sorride a più non posso, cerca costantemente partners, afferma e si smentisce e, cosa assai più grave, continua a prendersi sul serio credendo in un falso se stesso che percepisce essere assai debole e viziato.
 
3)      In questo malessere persistente ha necessità di non mostrare il fianco. Ricorre perciò a battute salaci e fuori luogo, parla in fretta, e come guitto d’avanspettacolo non lascia ad altri la parola perché teme potrebbero farlo soffrire con il loro dire.
 
4)      In questo modo sì mostra aggressivo, ma è semplicemente un pavido che teme i giudizi della gente.
 
5)      E per tutto questo è necessariamente mendace fino al segno di rinforzare a tal punto il suo sentimento di potenza nascondendo a se stesso la propria sofferenza intima, tentando perciò di spacciarsi, anche a se stesso, come novello messia salvatore del popolo.
 
6)      E qual è il nome del comportamento coatto che ha assunto?
Sindrome dissociativa produttiva delirante con note spiccate di satirismo da innesto.
 
7) E il suo satirismo, senza entrare nell’aspetto della sfera ormonale, possiamo affermare che è fenomeno che soltanto apparentemente è comportamento da “uomo forte” come spera che gli altri credano, perché si erge su motivazioni psichiche particolari.
 
Il Satirismo, o Satiriasi, è oggi definito ipersessualità e si manifesta con un forte incremento dell’erotismo. E’ una frenesia a carico della sfera sessuale che compulsa il soggetto verso una continua ricerca di soddisfazione della libido, in senso freudiano, con ricerca di nuovi amanti. Ma si tratta, in realtà, di pratica che ha l’unico scopo di sgravare la personalità del malato dai suoi disturbi psichici. Dunque, è una rivalsa del sofferente ai tumulti psichici interni che sono, come già affermato, snd da innesto e non organica. Quindi, in realtà, nel caso di Silvio può non esistere una iper potenza coieundi, ma solo un voyeurismo (scopofilia) o atteggiamenti similari!
 
L’ipersessualità è seguita dalla riduzione o perdita dei freni inibitori, questa è la malattia nella sulla sua essenza, mentre gli atteggiamenti esterni che il malato mostra, spesso anche ridicoli, sono soltanto persistenti espressioni dirette verso un tentativo di seduzione che apparentemente indica una fisiologia sessuale esagerata, ma che non sempre è vero perché spesso, per mia esperienza di studio del fenomeno, si esaurisce in un rapporto di dipendenza che scaturisce dall’oggetto del desiderio. L’ipersessualità, dunque, nel caso di Silvio potrebbe essere un fenomeno più apparente che reale, perché non esiste un’esaltata anatomofisiologia della sfera sessuale.
 
Perciò in Silvio, nonostante l’atteggiamento da satiro fatto credere al pubblico, la satiriasi psichica, dunque, domina tutti i comportamenti e gli spazi della sua vita di malato che rende difficile, specialmente deteriorandolo nella sfera comunicativa familiare, pubblica, affettivo/amorosa e lavorativa.
 
L’affettività da satirismo è, in conclusione, soltanto un continuo tentativo di realizzare rapporti sessuali, ma non per scandagliare nuove emozioni e piaceri, ma per ottenere un compiacimento psicofisico che il malato non riesce mai a conseguire proprio perché il disturbo ha natura psichica e non fisioanatomica. Di conseguenza, la sessualità diffusa di questo soggetto affetto da satirismo esprime una tensione monomaniacale di un’insoddisfazione continua che deriva da tensione psicofisica interna in certi casi monotematica, in altri soggetti multifattoriale.
 
Ultima considerazione che esprimo è che il trapasso continuo da un partner al successivo è da addebitarsi, secondo il malato, al proprio convincimento che il motivo dell’insoddisfazione manifestata sessualmente è legato a colpa per incapacità di corresponsione fisica del partner, e non ad una propria situazione caratteriale di disagio.
Nella praxis siamo dunque di fronte ad un soggetto incapace di critica e di giudizio per ottundimento dei freni inibitori divenendo un deviato nella società in cui vive, e inadatto a rappresentarla.
 
Ergo, ognuno ha diritto di difendersi da un soggetto di tal gravità mentale per i disturbi della personalità che si porta appresso.
 
Kiriosomega

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