Virus dell’influenza A/h1n1 e il valore della vita… di Rita De Angelis
Molto spesso lo scorrere del tempo ci fa dimenticare quanto è preziosa la nostra vita, e soprattutto non ci ricordiamo che anche un raggio di sole o l’amicizia di una persona sono cose importanti a cui spesso non diamo rilevanza come si dovrebbe, ma se all’improvviso stai per perdere la tua vita ti rendi conto come tutto acquisti un enorme significato. Non avrei mai pensato di scrivere questo se non venissi fuori da un’esperienza che sto per raccontarvi.
Il 18 novembre mi sono ammalata per, pensavo, una semplice influenza, ma dopo circa 6 giorni di febbre che oscillava dai 38 ai 40 gradi e non si riusciva a farla diminuire con nessuna medicina od antibiotico, il medico ha deciso che fosse opportuno il mio ricovero in ospedale. Giunta al pronto soccorso, dopo circa 6 ore di attesa e due lastre al torace, un medico di guardia, mi ha detto che ero semplicemente affetta da una banale influenza e che avrei potuto continuare a curarmi a casa con l’antinfluenzale nota Tachipirina. Mi ha spiegato che lui doveva dimettermi poiché non era disponibile il test per l’influenza A H1 N.1 e che il tampone faringeo risultava negativo.
Non firmo il verbale di dimissioni ma vengo dimessa alle 7.30 del mattino. Torno a casa stando ancora male ed avendo un freddo incredibile.
Nel frattempo i miei genitori contattarono mia cugina medico ed amica di un collega, medico pneumologo al San Camillo noto ospedale della capitale, e gli raccontarono quanto stesse accadendo. Questo medico, in radiologia controllò le mie lastre e si accorse prontamente che avevo una broncopolmonite bilaterale ben visibile per cui prontamente chiamò a casa dicendo che entro un’ora avrei dovuto essere al reparto chirurgia in quanto dovevo essere immediatamente ricoverata non potendo assolutamente essere curata in casa.
Ricoverata mi venne fatta un emogas e si accorsero dei valori molto bassi. Da quel momento le cose precipitarono. Mi dissero che non potevo rimanere nel reparto e che dovevo essere messa in coma farmacologico per fermare i miei polmoni, poiché da sola non respiravo più. Mi assicurarono, dopo il mio consenso, che mi avrebbero fatto dormire assicurandomi che sarebbe andato tutto bene e che mi sarei risvegliata.
Da quel momento, anche se ricordo tutto la mia vita è cambiata.
Durante il coma farmacologico ho sognato mia nonna ed altrepersone che non ci sono più le quali mi hanno parlato, fatto vedere dove riposano, assicurato di star bene, ma mia nonna mi ha detto che dovevo tornare indietro in quanto ancora giovane e che c’è ancora bisogno di me sulla terra raccomandandomi di continuare la mia vita e le mie prerogative perché “ C’è chi – come mi ha detto lei – ha ancora bisogno di te”. Ci salutiamo, ma non ho paura, anzi sento un senso di pace attorno a me e vedo una luce.
Durante il coma sento persone intorno a me, ma non posso parlare cosa che avrei voluto fare subito.
Mi risveglio dopo 96 ore, ricordo tutto e chiedo dove sono, mi viene detto che sono in rianimazione e che c’è l’ho fatta .Il Dopo non è stato certamente facile, ma con l’aiuto di tutte le persone che sono state accanto a me, sono riuscita a guarire dal virus A H1 N.1, a respirare di nuovo autonomamente ed ora, mentre scrivo, mi trovo circa da 10 giorni a casa in convalescenza, so che ancora dovrò avere pazienza poiché non sono del tutto guarita dalla broncopolmonite, ma so con certezza che ciò avverrà grazie alla volontà che ci ho messo.
Da tutto ciò ho avuto una grande lezione di vita, e credo di poter dire con certezza che molto spesso ci dimentichiamo di chi soffre se non lo viviamo, ma cosa più importante, dobbiamo prendere la vita con semplicità ed apprezzare anche le piccole cose, come un fiore, il verde di un prato il giorno che nasce e tramonta, ringraziare per la vita che ci viene data, a cui diamo sempre poca importanza, e non arrabbiarci per cose banali ma ricordarci di avere più tolleranza ed umiltà con le persone che ci vivono accanto e ci danno il loro amore.
P.e.v Rita De Angelis