Critica politica: “L’8 settembre, Cassibile, l’Italia dei lupercali, l’arte del mugugno e l’arte del fischio…”
Ante Scriptum
Domani ricorre l’8 settembre, che é il 251º giorno del calendario gregoriano, ma non é propriamente questo che ci interessa, bensì la ricorrenza dell’evento che molto influì sulla nostra storia patria. Il dramma dell’esercito italiano scoppia alle 19,45 dell’8 settembre 1943, quando la radio divulga il messaggio del maresciallo Badoglio in cui si annuncia che é stato firmato l’armistizio a Cassibile. Da ciò lo sbandamento di centinaia di migliaia di soldati e l’occupazione degli uffici istituzionali e delle caserme da parte delle truppe tedesche, che in verità già stazionavano sul suolo italico (in veste di alleati). Da quel momento iniziava lo sbandamento, la prigionia ed il lavoro forzato per molti nostri connazionali, l’imboscamento e la guerra civile, mentre il re firmatario si rifugiava al sud sotto la protezione degli ex nemici. Forse l’armistizio fu cosa buona, poiché gli italiani non avrebbero mai voluto la guerra dichiarata da Mussolini ma il modo in cui le cose vennero gestite, senza alcuna considerazione per i danni morali e materiali alla popolazione, lasciò una traccia indelebile nel nostro DNA politico. Ecco da quel momento in Italia iniziò un processo quasi irreversibile di “non credibilità politica” che si manifesta anche nella politica nazionale di questi giorni. Mettiamoci le mani nei capelli e leggiamo -in sopraggiunta- l’analisi spietata sulla situazione attuale dell’agnostico Kiriosomega.
Paolo D’Arpini
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Dell’Utri, Berlusconi, Fini… Povera Italia!
Da ragazzino, nel Paese dove salta il camoscio e tuona la valanga non sapevo fischiare e invidiavo i coetanei che con lingua attorcigliata, e due o quattro dita in bocca, emettevano suoni che nulla avevano d’umano.
Ancora non ho imparato l’arte del fischio e, certe volte, in verità, assai spesso me ne pento.
Sì, me ne pento perché di fronte a taluni politicanti di mestiere con “pedigree giudiziario” lungo come la quaresima bisogna ricorrere almeno al fischio per rapidamente trapassare allo sputo se si potessero imitare, nella precisione e gittata dello stesso, certi camelidi della favolosa Asia.
In questi giorni, invero, fischi ed urla d’accompagnamento hanno pilotato la pubblica apparizione di certi arconti delle nuove baronie capitalistiche che avrebbero desiderato arringare le folle. Folle che, lì pervenute, non erano state pagate e trasferite, colazione al sacco compresa, per applaudire, come di solito avviene, ma c’erano genti arrivate di proprie volontà e capaci ed orgogliose di saper fischiare.
Ma nonostante l’handicap già riferito non mi sono mai considerato “politicamente ipocrita”, perché da tempo ho imparato che la morale non deve arrestare l’idea di ciò che è giusto fare, ciò alla faccia di chi, detentore del Potere, spaccia per vere le sue elucubrazioni paranoidi tese a difendere la casta parlamentare d’appartenenza.
Mi riferisco, dunque, ai nostri poco eletti SERVITORI!
Servitori del popolo e della nazione che nascostamente s’avvalgono della polizia per colpire quelli che li contestano perché più essi non hanno il ben dell’intelletto sino al segno di decantare le buone regole sociali di convivenza solo per personale opportunità, e ciò per la ragione d’essere “figli d’arte” od OGM per strane improvvise naturali genetiche devianze.
Però sempre mi suona strano come il corpo di Polizia, pur formato da ragazzi del popolo, sia capace di trasformarsi in aguzzino della “Dea Ragione”.
Così, il diritto popolare ad esprimere voto ed opinioni, anche fuori delle urne, è vietato, pena manganellate e denuncia a piede libero!
Ma ancora mi sovviene, in questo paese democratico, che dell’opinione il popolo è stato privato come avviene nei regimi comunisti, e ciò, in atto, per la cattiveria di un presidente del consiglio che per proprio illecito interesse e peculato, con falso ideologico e manipolazione del comune senso legale delle cose, ha costruito un governo su sua misura, in altre parole molto basso” avvalendosi del denaro e del degrado morale.
In favore del pensiero appena espresso rammentiamoci il sanguinario “Bush” che al G8 di Tokio fece circolare una cartella, smentendone la paternità, che proclamava Berlusconi il più corrotto governante del più corrotto governo!
E allora? Allora sostengo che fermare gli ipocriti comizi organizzati solo per ricerca di battage pubblicitario da parte dei politicanti a vita, complice la solita ytalyota stampa, è: “Vere dignum et iustum est, aequum et salutare …”.
Dunque, ritengo giuste le iniziative tese a non accettare il dire di chi, nell’errore, vuol fare apparire ad altri che solo lui possiede la verità.
Uno tra i fischiati di questi giorni è stato il Marcello Dell’Utri, il palermitano pregiudicato per mafia che qualcuno ha voluto per presentare i diari, ma quanti ce ne sono, del “compianto” BENITO MUSSOLINI che, forse, sentendosi sulla bocca del reo, si sarà agitato non poco in quel di Predappio.
Ora, mi fa solo piacere che Dell’Utri è stato fischiato e impedito nel parlare in pubblico, perché un condannato per mafia che inneggia ai mafiosi che cosa può dire o dare al popolo cui appartiene?
Ma, oltre a ciò che ho riferito c’è stato ben altro!
C’è stato, in primis, lo starnazzamento del ragazzetto viziato del PDL, quello che mi fa così tanta pena da crearmi la voglia di buttarlo via con l’acqua sporca, a cui ha fatto coro il solito azzeccagarbugli Cicchetto, anche lui ex radicale, che con altri ha adito a parole inusitate definendo fascisti cittadini che proclamavano i loro diritti plagiati dalla propaganda pubblicitaria degli ameni-cani…. Ci vorrà tempo per educarli, ma la storia, che non può a lungo essere imbavagliata, li istruirà! Ora, invertiamo gli attori del discorso svolto e poniamo sotto “accusa” i legulei di un potere governativo mal gestito per interessi personali, quelli che hanno accusato di manifestazioni “improprie” chi reagiva per dissenso, ed anche quelli, di Sinistra e di Destra, che tacitamente si sono silentemente accodati senza osteggiare l’azione del “potere”.
Costoro, in questo caso forzisti del capitale tanto odiato, dove erano e perché non hanno violentemente manifestato allorché il loro compare di casta Dell’Utri fu condannato per mafia? Proprio quel Dell’Utri che con il consenso del Berlusconi, il capintesta del “pesce che puzza”, anche inneggia al mafioso Mangano come eroe!?
In qualsivoglia altro paese, il pedigree di Dell’Utri è sufficiente per lasciarlo abbandonato a se stesso lontano dalla vita pubblica e politica, verosimilmente in galera; ma in Italia essere euro parlamentare, anzi essere parlamentare o assessore… non più è possibile senza il clientelare scambio di voti con le cosche mafiose che talvolta fanno capo alle banche, od anche, su diversa barricata, senza il placet della chiesa di Roma.
Perciò, credo che il popolo ha il diritto di dissentire anche rumorosamente poiché non è possibile che i propri servitori si macchino di reati gravi continuando a stare al Potere!
In ultimo, sull’immoralità ed uso delle norme giuridiche a proprio favore è giunta, già da ieri, la nuova zampata del premierino d’italietta che appetiva i transfughi di Gianfranco Fini: “… do ai finiani la facoltà di essere candidati e con me rieletti purché si accordano con il PDL (“Partito Dei Ladroni”)!
Se questa non è mafia vuol dire che gli italiani dai lupercali si sono rifugiati nelle stalle!
Kiriosomega, l’agnostico