La saggezza laica nei detti di uomini laici – Citazioni citabili e commenti di Giorgio Vitali

GIOVANNI PAPINI. Si può negare l’esistenza degli Dèi ma non si può negare l’esistenza delle religioni.  Se ce ne son tante e sono riuscite a sopravvivere per tanti secoli vuol dire che rispondono a un bisogno profondo dell’anime umane.  Anche nei paesi più intelligenti e civili la maggior parte della popolazione appartiene a una chiesa. ( GOG)

MICHAL HELLER: Nella lingua greca presocratica il termine “virtù” (areté ) aveva il significato di forza vitale generale, indicava le conoscenze necessarie per esercitare bene una professione ed anche l’abilità fisica.  Socrate per primo comprese l’importanza  della abilità in senso morale e per definirla cominciò ad usare il termine virtù. Sorse così uno dei concetti più importanti della cultura europea [.....] La difesa di Socrate si conclude con parole in cui non c’è la certezza “cristiana”, ma la serenità del filosofo. Serenità derivante dalla consapevolezza di una VITA BEN VISSUTA, tesa al raggiungimento della Verità.  Ma ecco che è l’ora di andare: io verso la morte, voi verso la vita. Chi di noi vada verso il meglio è oscuro a tutti, tranne che a Dio.

Nota 1: L’antropocentrismo e l’antropologia europei hanno origine nelle esperienze umane dell’uomo europeo, la cui autocoscienza si è formata e continua a formarsi come riflessione sull’esperienza, alla ricerca del senso dell’accadimento, l’evento, il fatto in cuomo in quanto uomo si trova coinvolto. Difficile o forse impossibile pensare ad altra genesi della scienza e coscienza dell’uomo europeo; ma insieme difficile e forse impossibile pensare ad un altro processo di produzione della teoria: pur con tutte le sue varianti radicalizzanti, IL PENSIERO EUROPEO APPARE PIù GENERATO DA UN IMPERIOSO AMORE ALLA SAPIENZA ( FILOSOFIA) CHE DA UN MECCANISMO RIGIDAMENTE logico PUNTATO SU PURI OGGETTI DELLA CONOSCENZA. Semmai, proprio quella capacità squisitamente europea di produzione di elementi di teoria pura, di pura conoscenza degli oggetti e delle leggi, lo stesso esercizio logico della logica, in verità depongono a favore della via esperienziale nella formazione della cultura europea dell’uomo e sull’uomo. (Dalla rivista: Il Nuovo Areopago, anno 1, n. 4, 1982 )

Nota 2: L’esempio in precedenza citato sulla “morte di Socrate” ci indica senza ombra di dubbio che TUTTO il pensare che è seguito alla narrazione socratica ( ideata da Platone e dalla sua Scuola)  fino ai giorni nostri,compresa la creazione della religione cristiana, consiste nella rielaborazione di quel “modo di morire”. Il  termine di “ripresa platonica” utilizzato per descrivere il pensiero contemporaneo ( della scienza e della filosofia) in realtà designa la “presa di coscienza” dell’esistenza della visione del mondo neo-platonica nella quale siamo avvolti come di un’atmosfera da cui attingiamo TUTTE la nostre idee. (Giorgio Vitali)

JOSEPH.L.LICHTEN: Soltanto a pochi è dato di morire nel modo in cui sono vissuti e di armonizzare pienamente la loro multima offerta di sè con l’intero percorso della vita. Non incontriamo spesso persone che sappiano con chiarezza e nitidezza perché sono vissute e per che cosa hanno dato la loro vita.

HERBERT CYSARZ: nella vita più differenziata non esiste generale e particolare, ma solo un compenetrarsi tra individuale di grado inferiore e superiore.

LUDWIG FEUERBACH: L’uomo è un essere naturale nella stessa misura in cui lo sono la pianta e l’animale.  Chi può negarlo, a parte il fantasticone cristiano, che ripone il suo onore più alto nell’ignorare le verità più evidenti, o nel sacrificarle per il bene della sua fede? Chi può strappare l’uomo dalla sua unità col mondo vegetale e animale? Ch può separare la storia culturale dell’umanità dalla storia culturale delle piante e degli animali? Chi può disconoscere che le piante e gli animali si modificano e si perfezionano con l’uomo come viceversa l’uomo con loro? Chi può gettare uno sgurdo anche solo fugace nelle mitologie e nelle religioni dei popoli senza scorgere sempre nella società degli dei e degli uomini animali e piante? Chi può immaginare un egiziano senza APIS, un beduino senza il cammello o il cavallo, la cui genealogia gli interessa più della propria, un lappone sanza la renna, un camciadale senza il cane, un peruviano senza il lama? Chi può all’indiano, che davvero non è altro che un animale di fiori nato e convinto, un fiore, per così dire, in forma d’uomo, togliere il suo fiore di loto, davanti alla cui bellezza si prosterna in adorazione; chi può, in generale, al botanico, all’amante dei fiori, all’uomo che ama lepiante, togliere i fiori e le piante senza con essi strappargli gli occhi dalla testa e l’anima dal corpo?

Ma cosa dichiara effettivamente l’uomo-e solo le dichiarazioni effettive, non quelle verbali, sono decisive-attraverso questo suo amore perfino religioso e questa sua adorazione degli animali e delle piante che ha luogo presso i popoli antichi e incolti, conformemente al loro modo di pensare, di sentire e di esprimersi??

Egli con ciò dichiara di essere unito alla natura non solo col corpo ma anche con lo spirito, con l’anima e col cuore e che, di conseguenza, l’allontanamento dell’uomo dalla terra e il suo trasferimento in paradiso o in generale in un altro mondo sconosciuto, cioè fantastico, è solo un “prodigio” un’opera meravigliosa del Dio onnipotente, cioè dell’Onnipotente, illimitato e soprannaturale EGOISMO CRISTIANO.

MASSIMO SCALIGERO: Al simbolo di Hamsa si riconnette la Tradizione Solare la cui patria originaria è l’Egitto predinastico e delle prime Dinastie, erede del retaggio misterico, metafisi ed etnico-spirituale della stirpe nordico-atlantica. Oltre agli elementi solari che si rintracciano nel motivo del dominio della dualità sottile dell’uomo, attuato per virtù del suo principio spirituale (atman-purusa), è da rilevare il senso della tradizione secondo cui, originariamente, esisteva un’unica casta chiamata Hamsa.  E’ evidente che ci si riferisce all’esistenza di una stirpe unica che doveva possedere normalmente e spontaneamente gli attributi spirituali designati dal nome di Hamsa: si trattava dunque di uomini che realizzavano tutti indistintamente il dominio dell’ “inspiro-espiro” , ossia di ogni dualità: doveva essere una stirpe cui era familiare la VISIONE UNITARIA DEL COSMO ( vidya), superatrice dell’ANTITESI SPIRITO-MATERIA, realizzante la SINTESI dei due poteri: SACERDOTALE-REGALE e perciò la effettiva penetrazione del DIVINO nell’UMANO.

Nota mia: l’evidenza degli aspetti citati tanto dal Feuerbach quanto dallo Scaligero ci impone di prendere in considerazzione come, ad un sottofondo di religiosità autentica, si sovrappone, nel cristianesimo praticato, una mistificazione sostanziale. A cominciare dalla ostensione dell’ostia consacrata, che altro non è che il simbolo SOLARE, che è l’unica ad essere effettivamente adorata dai fedeli ( senza avvedersene), alla benedizione del pane e del vino, forme essenziali della nutrizione (fisica e spirituale) che ben poco ha a che vedere col mito cristiano ed i suoi dogmi ( che pure sono frutto di elaborazioni filosofiche che attingono nel profondo della cultura ellenistica), all’utilizzo dei fiori in gran quantità durante ogni funzione religiosa ( i fedeli credono che servano ad arredare gioiosamente il tempio ove si consuma il Rito), fino alla concezione cristologica del divino che discende sull’umano e si mescola ad esso. [Ma qui viene il bello nel senso che vi si inserisce il potere sacerdotale che pretende di amministrare lui stesso questo divino, inventando pene infernali per chi non si adegua].

Giorgio Vitali

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Curriculum di Giorgio Vitali:
Nato a Ravenna il 01/04/ 1936. Laurea in Chimica pura all’ Università di Roma La Sapienza. Ha lavorato fino al pensionamento in una Multinazionale Chimico-Farmaceutica.
Iscritto all’ Ordine dei Chimici ed all’ Ordine dei Giornalisti.
Giornalista scientifico ed investigativo.
Membro dell’Accademia di Storia dell’ Arte Sanitaria e dell’ Accademia Nazionale di Storia della Farmacia.
Ha fatto parte della Commissione Scientifica dell’ UNESCO, sezione italiana, in rappresentanza delle associazioni ambientaliste; di alcune Commissioni presso il Ministero della sanità. E’ stato Capogruppo dei Verdi in XX Circoscrizione nella consigliatura 1993-1997.
Presidente dal 1985 della Federazione Nazionale Quadri Informazione Scientifica e Ricerca. .

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