Afganistan oscuro: “In Memoria di Nadia Anjuman, massacrata dal marito per aver declamato le sue poesie in pubblico…”
Esiste un “confine” oltre il quale non esistono più rabbia e dolore?
Catene d’acciaio
Quante volte è stata tolta dalle labbra
la mia canzone e quante volte è stato
azzittito il sussurro del mio spirito poetico!
Il significato della gioia è stato
sepolto dalla febbre della tristezza.
Se con i miei versi tu notassi una luce:
questa sarebbe il frutto delle mie profonde immaginazioni.
Le mie lacrime non sono servite a niente
e non mi rimane altro che la speranza.
Nonostante io sia figlia della città della poesia,
i miei versi furono mediocri.
La mia opera è come una pianta priva di cure,
da cui non si può pretendere molto.
Nell’archivio della storia,
questo è tutto ciò che mi rappresenta.
Nadia Anjuman
…………
Biografia di Nadia Anjuman:
Massacrata di botte dal marito per aver osato declamare i suoi versi
in pubblico. Così, il 4 novembre del 2005 ad Herat, nel centro
occidentale dell’Afghanistan, è finita la vita di Nadia Anjuman, 25
anni, madre di una bimba di 6 mesi, ed una tra le più affermate
poetesse del paese. Autrice della raccolta di poesie “Gule Dudi” e
figura di riferimento del mondo letterario di Herat., durante il
regime dei talebani, quando alle donne era proibito studiare e
lavorare, Nadia faceva parte del cosiddetto “circolo del cucito” della
città, che tre volte a settimana si riuniva presso la finta “Scuola di
cucito ago d’oro” dove un professore dell’università insegnava quello
che apertamente poteva fare in quel periodo solo agli uomini: la
letteratura. Ai funerali della giovane poetessa hanno partecipato
migliaia di persone ed il suo caso occupa da giorni le pagine dei
giornali locali che insieme alla televisione stanno contribuendo a far
cadere il muro di silenzio sulle vittime di soprusi: Nadia è infatti
solo una delle centinaia di vittime della violenza domestica che in
Afghanistan continua a perpetrarsi contro le donne, prigioniere di
mille libertà negate, e di cui solo ora si comincia finalmente a
parlare. Anche il governo afgano è intervenuto pubblicamente per
condannare il crimine e a Herat, dove è particolarmente alto il numero
delle donne che si suicidano dandosi alle fiamme per sfuggire al
matrimonio a cui sono costrette dalle famiglie in giovanissima età e
si è svolta in ricordo di Nadia una conferenza per parlare della
violenza sulle donne, discutere delle misure da adottare per fare
fronte a questo dramma.
Voci di Donne – Antonella Pedicelli