Grecia in crisi: “..l’altra campana… quella del popolo che non si piega alla prevaricazione dei poteri forti” di Dimitris Katsaganis

“DUM VIVIS, SPERARE LICET: TU RUSTICE CUSTOS

HUC ADES ET NERVIS, TENTE PRIAPE, FAVE”

(Antico detto popolare dedicato a Priapo)

……..

I tumulti degli operai greci contro il “Patto di stabilità” sono l´esito del fallimento del capitalismo.

 

Varie volte nel corso degli ultimi due mesi la classe lavoratrice greca si è mobilitata contro il “patto di stabilità” del governo “socialista” del PASOK, della UE, del FMI e del capitale finanziario mondiale. A tutt´oggi hanno avuto luogo tre scioperi generali e ogni giorno le strade di tutte le grandi città del paese si riempiono di persone che rivendicano i loro diritti. Oltre 70.000 persone tra lavoratori e giovani hanno partecipato ai cortei dell´ultimo sciopero generale di Atene (l´11 marzo) e più di 100.000 in tutta la Grecia.

 

Fuori dalla politica filo capitalista della burocrazia sindacale, controllata dal PASOK e dal “fronte” stalinista dei lavoratori (PAME-KKE), gli operai e gli impiegati del settore pubblico e privato dell´economia greca lottano per mandare a gambe all´aria il “patto di stabilità”, e persino il governo stesso.

 

Il “patto di stabilità” con i suoi tagli, aggiornati a tutt´oggi, del 10-20% dei salari e delle pensioni.

 

Nello stesso tempo i prezzi delle merci e dei servizi aumentano annualmente del 3%, come ha ufficialmente ammesso la Banca Centrale greca.

 

Secondo il piano del governo/UE/FMI, la prossima “vittima” sarà l’abrogazione del più elevato limite mensile (2%) ai licenziamenti e del relativo indennizzo, ciò al fine di ridurre l’immenso deficit pubblico (12,7%) e il debito (112% del PIL). Lo Stato greco è “tecnicamente” in bancarotta a causa della sua incapacità a continuare ad accedere al prestito come aveva fatto in precedenza e a finanziare la domanda sociale. I tassi d´interesse sono aumentati moltissimo a seguito della crisi finanziaria mondiale e il capitalismo greco “non-competitivo” non può permetterseli. Persino con il taglio più drastico del salario e dei diritti dei lavoratori non sono in grado di ridurre il debito pubblico, che si pensa raggiunga il 150% del PIL greco (o 370 miliardi di euro) nei cinque anni successivi! Il tasso d´interesse attuale (oltre il 6%) “assorbe” più della metà delle risorse (14,8 su 24 miliardi di euro), le quali devono essere risparmiate fino al 2012-13 allo scopo di conseguire un deficit pubblico pari al 3% rispetto all´attuale 12,7% (l´8,7% è l´obiettivo per il 2010).

 

Nello stesso tempo:

 

* La recessione attuale dell´economia è oltre il -2% (tre mesi fa la previsione più pessimista del governo era il -0,8%!) e tutto ciò prima della piena applicazione del “patto di stabilità”, che provoca una recessione del -4%, come previsto dalla Deutsche Bank. Questo è solo il primo risultato della brutale riduzione dei consumi privati e pubblici che vanno al 70% del PIL greco.

 

* Gli investimenti pubblici e privati sono già stati interrotti a causa della mancata partecipazione dello Stato Greco e del capitale privato ai programmi della UE.

 

* La disoccupazione ufficiale è del 12% (il 50% in più rispetto a due anni fa) e raggiungerà il 16% nei successivi due anni (il 30% da fonti non ufficiali).

 

La pressione del capitale finanziario mondiale da un lato e, dall´altro, la crescita della “pressione di strada” di massa hanno già provocato crisi politica e crisi di potere dello Stato. Il governo chiede disperatamente aiuto a Washington o a Berlino senza alcun risultato, l´”opposizione” di destra non ha alternative mentre i partiti parlamentari di sinistra (KKE, SYRIZA) sono – in modo diverso – interamente schierati verso soluzioni capitaliste e di “unità nazionale”.

 

Le proposte della “sinistra” sono le seguenti: la Grecia capitalista esca dalla UE o stia dentro e combatta per una UE “sociale” e “democratica”. Tutti negano la natura sistemica della crisi internazionale attuale e nessuno – inclusi i gruppi di estrema sinistra – lotta per la rivoluzione sociale proletaria e il potere attraverso il rovesciamento del sistema capitalista e dello Stato. Un conflitto di classe iniziato in Grecia che nessuna delle nuove generazioni ha mai visto a tutt´oggi. Contro la riorganizzazione delle relazioni sociali in un capitalismo in bancarotta e in declino, solo la riorganizzazione su nuove basi socialiste possono offrire un´alternativa per i lavoratori e la gente oppressa.

 

L´EEK, la sezione greca del Comitato di Coordinamento per la rifondazione della IV Internazionale lotta per rovesciare il “patto di stabilità” e il Governo capitalista, per lo sciopero generale permanente e per un´alternativa internazionalista socialista dei lavoratori – per il potere ai lavoratori e gli Stati uniti socialisti d´Europa!

 

La bancarotta del capitalismo greco coesiste, soprattutto, insieme a quella degli Stati capitalisti europei a seguito dell´incapacità di fermare l´ondata disastrosa della prima fase dell´attuale crisi capitalista mondiale (2007-8). Il debito pubblico e il deficit dei paesi della UE è quasi raddoppiato (oltre il 40%) a partire dal 2007 e nessuno intravede alcuna via d´uscita dalla recessione prima del 2011. La UE subisce la peggiore crisi della sua storia e non può affrontare i suoi problemi con i propri mezzi, come ha rivelato il recente Summit dei leader della UE (25/3). Questo “punto morto” può che essere affrontato nell´ambito della lotta di classe mondiale, per mezzo dell´azione rivoluzionaria e internazionalista del proletariato europeo. Nell´immediato, una strategia rivoluzionaria europea è più necessaria che mai.

Dimitris Katsaganis

EEK (Partito Comunista Rivoluzionario greco)

Sezione greca del Comitato di Coordinamento per la rifondazione della IV Internazionale. 

Altri articoli sul tema: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=crisi+grecia+

I commenti sono disabilitati.