Benito Castorina: “…non si parli di crisi energetica bensì di crisi del petrolio…” – Come le biomasse possono aiutare la terra a rigenerarsi producendo energia… e l’inganno dell’affare fotovoltaico secondo Franco Battaglia

Caro Paolo D’Arpini,

rientro oggi dalla campagna dove immani fatiche mi hanno rigenerato lo spirito e spezzato le ossa, che grazie alla forza vitale si ricompongono dopo una notte di riposo, suscitando stupore e meraviglia in me tesso per tanta rapidità!

Il fotovoltaico, rappresenta anche i problemi di smaltimento, surriscaldamento del pianeta, incremento di CO2, altro. Comunque le centrali turbogas rappresentano il piano strategico del Governo (che usa come elemento di distrazione le centrali nucleari, che non si faranno mai, mentre sono in esecuzione e in fase di completamento le turbogas) che sono appoggiate dagli “amici della terra”  oltre che dalle persone che ti hanno mandato la lettera. In particolare il fatto che il Segretario Nazionale del Comitato Italiano Rilancio del Nucleare firmi una lettera nella quale si afferma che il turbogas è più economico del nucleare, ci fa un po’ pensare! 

“Sono un disastro economico perché installare un impianto convenzionale che eroghi 1 GW-anno l´anno di energia elettrica richiede un impegno che va da € 1 miliardo a € 3 miliardi (dipende dalla tipologia specifica: il turbogas è il più economico e il nucleare il più caro). Installare un impianto fotovoltaico di pari capacità produttiva richiede un impegno economico superiore a € 50 miliardi!”

La scelta di chi non è condizionato da secondi fini e non subisce il fascino di chi li ha, oltre ad esaminare costi e benefici si pone l’aspetto della sostenibilità e infine quale ulteriore contributo può dare l’opera per la soluzione dei vari problemi che affliggono il pianeta, superando una visione settoriale verso una visione olistica.  Questi valori nel loro insieme trovano risposta nelle biomasse derivanti da piante non alimentari e dagli esiti delle future lavorazioni agroindustriali.

Si continua a spingere il dibattito verso la crisi energetica mentre il vero problema è la crisi del petrolio visto non solo come carburante ma soprattutto come materia prima per la produzione di presidi chimici e beni di consumo.Una visione più ampia suggerisce un cambiamento di rotta: la realizzazione di tutti i composti e i derivati del petrolio con le materie prime vegetali ed animali, scelta che rappresenta il piano strategico per un mondo senza rifiuti (con gli esiti biologici delle lavorazioni agroindustriali si produce energia pulita e concime e si risparmiano i costi del riciclaggio). Un mondo che si rigenera grazie alla forza vitale della natura, che produce nuovi equilibri e stati di coscienza dai quali potrebbe derivare l’alternativa a un sistema che ha messo la donna (con le norme o le religioni) sotto l’uomo e il Sud del Mondo (col plagio, col sotterfugio o con la forza) sotto il Nord.

Ad arte, sono state usate come biomassa per la produzione di energia elettrica o gas, piante alimentari, per dissuadere l’opinione pubblica, facendo leva sulla fame nel mondo, mentre le piante no-food come il vetiver, risolvono oltre al problema dell’energia, quello dell’acqua, della desertificazione, dell’inquinamento dell’aria, delle falde e dei terreni… Nell’insieme la natura, che non è facile, ti richiede uno scambio continuo, osservazione, attenzione, dedizione e talvolta sacrificio caratteristici di un amore profondo e reciproco.

L’amore per la natura fa rinascere questa madre delle madri e sarebe una valida alternativa a quella rabbia che trova tanti seguaci e promotori quando la prospettiva è di scagliarsi contro qualcosa o contro qualcuno, ma non mantiene la sua forza e perde di interesse difronte al fare qualcosa, o adirittura qualcosa per tutti. Perché limitarsi a fare qualcosa solo per qualcuno e lavarsi la coscienza (con un atto nobile?), se si può appoggiare, condividere e fare proprio un piano strategico verso un mondo sostenibile equo e solidale?

Ti ringrazio per avermi chiesto un parere, tra l’altro pare che i francesi ci vendano l’energia che producono la notte perché ovviamente una centrale nucleare non si può spegnere ed accendere come una lampadina, risolvendo così un loro grosso problema (il 75% del fabbisogno di energia elettrica francese è soddisfatto col nucleare), avendone di contro entrate economiche non indifferenti elargite dai nostri governi negli anni.

Ti saluto con affetto, Benito Castorina

……………

Il testo che avete appena letto é giunto in seguito alla mia richiesta  di un  consulto al prof. Benito Castorina in merito all’appello più sotto riprodotto:

Caro Benito, ho ricevuto copia di questa lettera aperta sul fotovoltaico.. non ho conoscenze tecniche sufficiente per giudicare la sua veridicità… puoi aiutarmi? Cari saluti, Paolo

………… Testo menzionato

Appello al Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio per fermare il bluff del fotovoltaico.

Illustrissimi Signori Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio, noi sottoscritti desideriamo segnalarVi ciò che riteniamo essere un colossale ingannevole abbaglio, preso ai danni dei contribuenti italiani: la cospicua installazione nel Paese di impianti fotovoltaici per la produzione elettrica; impianti che, come ora chiariremo, sono una inutilità tecnica ed un disastro economico. Sono una inutilità tecnica perché nessuna potenza installata fotovoltaica potrà sostituire alcuna potenza convenzionale.

Per farci capire: il nostro Paese assorbe, in media, una potenza di 40 GW elettrici e, nelle ore di picco, arriva ad assorbire anche 60 GW, i quali, quindi, devono essere disponibili, tutti, pena l´occorrenza di blackout. E, di fatto, sono senz´altro disponibili grazie alla potenza elettrica convenzionale installata, sia essa a gas, a carbone, idroelettrica o nucleare (installata, quest´ultima, Oltralpe).

Ora, a seconda delle convenienze e delle scelte, è senz´altro concepibile installare un impianto qualunque di una delle tipologie elencate e chiuderne un altro della stessa tipologia. Ad esempio, tecnicamente parlando, nulla vieta l´apertura di un impianto da 1 GW a carbone e la chiusura di un analogo impianto a gas.

Ma è concepibile la chiusura di anche un solo GW di questi impianti convenzionali in seguito all´apertura di 1, 10, 100 o 1000 GW fotovoltaici? La risposta è NO: quando il sole non brilla (e il sole non brilla fra il tramonto e l´alba!) questi impianti contano zero, come se non ci fossero; e tra l´alba e il tramonto la variabilità dell´insolazione impone che di essi non se ne tenga alcun conto e, ancora una volta, è come se non ci fossero.

Sono un disastro economico perché installare un impianto convenzionale che eroghi 1 GW-anno l´anno di energia elettrica richiede un impegno che va da € 1 miliardo a € 3 miliardi (dipende dalla tipologia specifica: il turbogas è il più economico e il nucleare il più caro). Installare un impianto fotovoltaico di pari capacità produttiva richiede un impegno economico superiore a € 50 miliardi!

Stando così le cose, è evidente che nessun buon padre di famiglia, per produrre energia elettrica, prenderebbe in alcuna considerazione l´eventualità di impegnare risorse nella tecnologia fotovoltaica. E, se nella gestione del denaro pubblico l´amministratore fosse animato, come ci pare dovrebbe essere, dalla diligenza del buon padre di famiglia, ai fini della produzione elettrica la tecnologia fotovoltaica sarebbe già bella e sepolta, come di fatto è: non a caso, infatti, nonostante il proliferare di sempre nuove installazioni, il suo contributo alla produzione elettrica mondiale è inferiore allo 0,001%.

E sono, infine, un inganno. Per aggirare il fallimento economico (quello tecnico non è aggirabile), si è predisposta in Italia una legge, nota come Conto-energia, che garantisce di avere remunerato il kWh da fotovoltaico anche oltre il 600% della quotazione del kWh alla Borsa elettrica. L´onere aggiuntivo è sottratto – grazie a questa legge – dalle tasche degli utenti elettrici, contribuendo essa ad elevare vieppiù il costo dell´energia elettrica che, nel nostro Paese, è già il più elevato al mondo. Circostanza, questa, che, peraltro, ha pesanti conseguenze sulla occupazione e sulla stabilità delle aziende più energivore, come alcuni casi di cronaca, recente e passata, ci hanno insegnato.

Purtroppo l´inganno dell´affare-fotovoltaico non si esaurisce qui, ma è aggravato da quanto abbiamo l´obbligo di aggiungere.

Siccome, malgrado il Conto-energia, il fotovoltaico continua ad essere un fallimento, non sono poche le amministrazioni locali che hanno predisposto, per legge, la sovvenzione con denaro pubblico di una buona percentuale – fino al 20% – del costo degli impianti. Infine a causa delle notevoli dimensioni dell´onere economico, non è raro che ad esso si faccia fronte con l´intervento di mutui bancari, il cui capitale viene alle Banche restituito – tipicamente raddoppiato dagli interessi

- tramite, appunto, il Conto-energia. Per farla breve, il Conto-energia è un “meraviglioso” meccanismo che consente di trasferire denaro dalle tasche degli utenti elettrici a quelle dei produttori/installatori di questi inutili impianti, per metà, e delle Banche, per l´altra metà.

Noi sottoscritti, cittadini e contribuenti, riteniamo che gli amministratori della cosa pubblica debbano esercitare quella diligenza del buon padre di famiglia sopra evocata che, in questo caso, mai avrebbe consentito l´approvazione di una legge quale è quella del Conto-energia e la cui soppressione auspicheremmo. E ci appelliamo pertanto a Voi, Signori Presidente

della Repubblica e Presidente del Consiglio, affinché vogliate esaminare più a fondo la questione che Vi stiamo sottoponendo e adoperarVi per evitare ai contribuenti italiani questo ulteriore colossale inganno.

Molto cordialmente, Franco Battaglia

(Co-fondatore Associazione Galileo 2001 per la libertà e dignità della scienza)

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