Il caso Carlo Pisacane: “Eroe, illuso, rivoluzionario, poeta…?” – di Gianni Donaudi, con commento aggiunto di Giorgio Vitali
Carlo Pisacane, fu una specie di “Che Guevara” ante-litteram come già lo erano stati Lord Byron e Santore di Santarosa. Più tardi verranno i Fratelli Bandiera. Tali “don Chisciotte” leali, disinteressati, spontanei erano lontani da quei compromessi nei quali cadrà lo stesso Garibaldi, che finirà per mettersi con la monarchia, salvo poi prenderselo nel didietro (almeno Mazzini resterà coerentemente repubblicano sino alla fine!). Un secolo dopo (1965) sarà la volta di un italiano, già appartenente alla X.a MAS durante la RSI (scelta che aveva fatto pensando di fare una rivoluzione) e passato nel dopoguerra alla Sinistra, il quale cadrà a Santo Domingo nelle file “castriste” onde difendere l’isola dall’invasione imperialistica nordamericana ordinata personalmente da L. L. Jhonson. Un anno dopo ci sarà il caso di Camillo Torres Restrepo, un religioso colombiano che anch’egli cadrà combattendo contro i gorilla filo-americani del suo paese.
Tutti questi personaggi non amavano compromessi. L’ impresa dei Mille ebbe anche il suo rovescio di fare alla fin fine gli interessi in Sicilia delle proprietà capitalistiche inglesi. E la strage di Bronte (a cui sopratutto Nino Bixio si prestò), ne è una conferma.
Carlo Pisacane era un socialista proudhoniano, con tendenze libertarie, autogestionarie e socializzatrici e al contempo nazionalitarie (certe demenziali interpretazioni di “socialismo militarista” di stampo staliniano o addirittura nazionalsocialista attribuite al Pisacane, lasciamole pure a certi pasticcioni della carta e nostalgici di Franceschiello di cittadinanza calabrotta). Come più tardi al Nord faranno i “cattolici liberali” Cattaneo e Gioberti, egli vorrà un’Italia unita e federale, dove ogni realtà locale, regione e zona linguistica o dialettale conservi la sua cultura. Con ciò egli dimostrò di non fare il gioco di interessi imperialistici sabaudi & piemontesi, legati a sua volta al mondo capitalistico francese e anglosassone inglese e larvatamente $.U.A.(E già allora si intravedevano in quel di Napoli & Palermo i primi avventurieri nordamericani, i c.d. “Liberty Kid” i quali già allora cominciavano ad arrivare in Europa a rompere i coglioni, per tastare il terreno con la scusa di volere “portare la libertà”, senza lasciare che fossero i POPOLI IN PRIMA PERSONA A DECIDERE).
E non è un caso che nelle scuole italiane post-unitarie (se si eccettua lo studio della retorica & patriottarda ” La spigolatrice di Sapri”, “Eran 300/ eran giovani & forti/ e sono morti”) in nessun tipo di governo, fosse esso liberale, fascista, democristiano, ulivista o berlusconiano, si è mai dedicato granché allo studio del suo pensiero (l’unica sua opera ” La Rivoluzione in Italia” venne pubblicata dalle socialiste “Edizioni Avanti!” negli anni ‘60 del XX Secolo).
Non sono un leghista, ma il federalismo in se stesso (sopratutto quando non maschera xenofobia e meschine beghe di carattere economico & fiscale) non sempre è negativo.
Gianni Donaudi
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Commento aggiunto:
IL CASO PISACANE è INDICATIVO DI UNA REALTà STORICA. NESSUNO NEGA CHE IL PISACANE SIA STATO INTEMPESTIVO. ANCHE I BANDIERA, SE PER QUESTO. E tuttavia i processi storici sono fatti di questi avvenimenti. Pisacane era un impulsivo e si è comportato come tale. Si è fatto oltretutto fregare più di una volta. Come quando, per ben due volte, chi gli doveva portare le armi NON LO INCONTRAVA sul mare … e se ne tornava del tutto avvilito… poverino!
Poi ci sono una serie di aspetti che si trovano ancora sul tappeto, come ad esempio il significato della spedizione dei Mille, se per l’Italia sia stato un bene o un male, se l’unificazione sia stata tale quale sperata dai Mille o se si è trattato, come in realtà fu, SOLO di un processo colonizzativo da parte dell’Italia del Nord.. etc..etc..etc..
Tornando a Noi: Pisacane ha sicuramente accelerato i tempi, perché gli Stati più interessati alla questione (Francia, Inghilterra, Piemonte) hanno capito che dovevano agire. Poi è entrata in funzione la Massoneria, e poi è entrato in funzione anche lo spirito un itario che aveva pervaso la borghesia di tutti gli staterelli italiani. Un processo unitario che stiamo vedendo in funzione anche oggi con l’UE, con i contrasti inevitabili fra le nazioni che aspirano alla leadership (Francia, Germania, Russia) e quelle che remano contro, per ovvie ragioni geopolitiche (Inghilterra). In ogni caso, ed a 150 anni di distanza, Pisacane va visto più in positivo che in negativo. [ Per la precisione: il 1857 è stato l’anno della grande e feroce repressione inglese contro la rivolta dei sipais, mentre è importante sapere che nel 1847 (guerra di aggressione contro il Messico) gli statunitensi massacrarono un battaglione di irlandesi ed italiani, arruolati a forza al loro arrivo negli USA, perché si rifiutò di combattere contro i messicani, cattolici come loro. Ora un CD dei Chieftains e Ry Cooder ripropone il fattaccio e penso che questo pezzo musicale lascerà il segno.
Giorgio Vitali