Una poesia di Miyazawa Kenji ed una considerazione su Pinocchio di Silvano Agosti
Caro Paolo, ho trovato questa poesia e te la dedico..
Alla pioggia non si arrende,
al vento non si arrende,
alla neve e al caldo estivo non si arrende,
ha un fisico robusto.
Mai adirato,
non ha smanie,
sempre sereno e sorridente.
Ogni giorno mangia settanta grammi di riso integrale,
il miso e un po’ di verdura.
In tutti i casi
non bada a se stesso
per conoscere, capire
e non dimenticare.
Vive in una piccola capanna di paglia
all’ombra di un bosco di pini.
Se ad est c’è un bambino ammalato
va ad assisterlo,
se ad ovest c’è una madre stanca
va per portarle quei fasci di riso,
se a sud c’è un moribondo
va per dirgli di non avere paura,
se a nord c’è un litigio o un contenzioso
va a dire di lasciar perdere le cose insignificanti.
Quando è periodo di siccità piange,
quando è estate fredda cammina preoccupato.
Da tutti viene detto un sempliciotto,
non è mai lodato,
però non è nemmeno causa di sofferenza.
Io voglio diventare
una persona così.
Miyazawa Kenji (1896-1933). [Trad. di Cristiano Martorella]
Ed ancora qualcosa che i bambini, se venissero ascoltati, potrebbero insegnare agli adulti: “Il ritorno di Pinocchio” di Silvano Agosti da un’intervista di Orietta Cicchinelli su Metrolibri di oggi (29 aprile).
Agosti regista-scrittore instancabile, continua a far sognare tra le pagine del suo ultimo libro, prendendo spunto dalla fiaba di Collodi, per partire alla scoperta dell’umanità, attraverso gli occhi di un bimbo e di una bimba. (Laura Lucibello) ” …. mi son detto partiamo dai bambini: loro sono incontaminati, fino ai 5 anni. Poi, a scuola, diventano altro da sé, sono addestrati al lavoro, in un mondo in cui si mettono in fila persino i fiori nelle aiuole… Il gioco è quanto di più antico esista e io lo difendo come diritto dell’essere umano, sempre, nelle sue diverse forme, a seconda delle stagioni. E affinché il bimbo possa continuare a giocare deve conoscere il destino degli adulti. Non serve essere chiusi tra quattro mura per imparare: meglio andare per strada, come Pinocchio, a incontrare il ladro gentiluomo, le lucciole, gli animali, il panettiere o la processione di monaci e la vecchina che ride da sola nel sonno…”
Agosti fa dire al papà ferroviere di Pinocchio “Chi ha troppo da fare, vive in una tinozza e non nel mare”. “L’esistenza è questo: lavorare, lavorare, lavorare …. anziché dedicare tempo a pensare, godere, sapere, incontrarsi, conoscersi … A 70 anni, quando si va in pensione, è tardi e, disabituati alla vita, si muore d’inedia.”
Agosti è come “Il giovane gambero” di Gianni Rodari. Conosce “il prezzo della libertà: essere ignorato o fintamente accolto, perché non rientro nella cultura ufficiale… Ma venir emarginati dalla palude è un vantaggio: io ho un cinema mio …. e, poi, la vanità non è una pianticella che cresce nel mio orto!”