Angela la Tigre: “Non ricordiamo più né la gioia né la fatica del primo passo, della prima volta in cui abbiamo preso in mano un cucchiaio da soli e da soli ci siamo nutriti…”
Quello che ho pensato in tutto questo tempo durante il quale già sapevo di essere “malata” e già sapevo che stavi o se preferisci stavo (è lo stesso) per varcare la “soglia” era che non sarei più potuta tornare indietro…..
E sapevo che avevo tutti gli “strumenti” perché io potessi “essere” come sapevo che tu sei e sempre sei stato e sempre sarai. E quello che mi tormentava dentro era la paura di “fallire” o comunque deluderti in qualche modo. E non so se l’hai mai capito, ma tante e tante volte ti ho preso a “schiaffi” perché non sopportavo l’idea di…… di dipendere da te in qualche modo.
Ma poi…. Ma poi mi rendevo anche conto di tante e tante volte che erano tante e tante occasioni, e se preferisci tante “prove” che volutamente ho evitato, alle quali volutamente mi hai sottoposta…… ma mai smettendo di amarmi, mai smettendo di amarti. E sai anche che, in tutto l’arco di quasi un anno che ci “conosciamo” io non smesso neanche un istante….. ho lasciato che ogni singolo fotogramma scorresse sotto ai miei occhi e palpitasse nel mio cuore, finché sono arrivata ad accettare anche questa di prova, ovvero la mia “malattia”.
Soprattutto sono arrivata ad accettare l’idea che l’unica “via” possibile è sciogliersi nell’amore e lasciarsi plasmare, qualsiasi cosa succeda. In sostanza, ho deposto le armi e sai che per me accettare questo è quasi un trauma. E mi sono accorta nel “concreto” di tutto questo mio “essere” che non sarà mai più come “prima” di te, proprio con F. Beh, ti sorprenderà, lui quando gli ho detto di esser “malata” si è preoccupato molto, poi ha buttato fuori come sempre tutta la sua aggressività. Lo so che l’ha fatto perché ha paura, forse più di me e soffre ancora per me, a distanza di anni e kilometri.
Non chiedermi come sia stato possibile. So solo che sono riuscita a rivolgermi a lui con parole semplici, che prima non riuscivo a trovare e ho smorzato la sua aggressività, mentre prima l’alimentavo tutta.
E questa è un’altra “cosa” che devo a te… solo a te?
Chi ha più consapevolezza la usi, però fai attenzione. Abituarsi a cavalcare sospesi tra Cielo e Terra può dare l’illusione di non cadere mai. Non essere “arrogante” Paolo. Sì, sei tanto sicuro di te, sei troppo sicuro di te, a volte. Teo (l’ultimo tuo nipotino) è appena arrivato; sta cominciando a sentire, respirare, scoprire, amare, colorare tutto il suo micro-cosmo non sapendo che la sua nascita è un miracolo per il macro-cosmo. Lui stesso è vita, e lui farà, dirà, scoprirà, imparerà. Cominciare da capo per noi non è semplice. Perché non ci ricordiamo più né la gioia né la fatica del primo passo, della prima volta in cui abbiamo preso in mano un cucchiaio da soli e da soli ci siamo nutriti. La prima volta che siamo caduti e la prima volta che ci siamo rialzati. Hai la possibilità di rinnovarti di continuo, accanto a lui e non solo.
Su una cosa F. ha sempre avuto ragione: ci vuole umiltà, perché solo ai semplici di cuore si aprirà il Regno del Signore. E questo vale per tutti noi! A volte, affacciata dalla finestra, ho “guardato” tanti volti, tante inutili scene da spettacolino e non certo da “commedia”. Ho visto piccioni beccare briciole sotto la statua di Giordano Bruno, a Campo de Fiori, in mezzo a bottiglie vuote e gente stravaccata.. ed è la scena che mi torna più spesso in mente, delle mie tante “nottate romane”. Briciole, piccioni, bottiglie e lui avvolto dal suo manto, in silenzio, che sopportava forse, forse rifletteva, di sicuro non giudicava.
Non so se tu abbia ancora qualcosa da “perdonarmi”, può darsi, e sappi che non saresti l’unico. In me alberga un Angelo, che come sai ha voluto appropriarsi della Luce ed è diventato un Diavolo. So di non essermi comportata “bene” con tante persone. Anch’io ho fatto i miei sbagli, ad esempio con mio padre. Ti lascio immaginare cosa sono arrivata a dirgli a volte. Lo facevo perché soffrivo, come lui ha buttato addosso a noi la sua di sofferenza. E sono sicura che quest’altro passaggio servirà anche per questo, per quel “perdono” che a volte concediamo agli altri, ma non sempre a noi stessi.
Credo di averti “parlato” così apertamente solo nella lettera che ti ho inviato, e adesso…… ma se ti avessi guardato più a lungo negli occhi di quanto non sia stato possibile fare, non avrei avuto neanche bisogno di tutte queste parole, a volte stupide, a volte profonde forse, ma pur sempre inutili.
E se penso che quasi un anno fa io e lei eravamo dall’altra parte del mondo nella stessa settimana, ancora rabbrividisco e da lì a neanche un mese ho letto per la prima volta le tue parole. Beh, a quanto pare a volte non sono poi così inutili!
Angela la Tigre
……….
Mia rispostina
Sono sprofondato sulla terra e sono assunto in cielo, godo di ciò che la vita mi offre e se uso certe espressioni é solo per toccare.. e succede che anche altri siano toccati, come lo sei tu, e come lo sono io, perché il toccarci é un riconoscimento.
D’altronde nessuno é migliore o peggiore poiché non vi é reale separazione fra noi, noi tutti che continuiamo a fare il gioco della separazione.
Saul Arpino