Ronciglione e Caprarola, i comuni del Lago di Vico cosa stanno facendo per eliminare l’inquinamento delle acque alle quali attingono per uso civile?
Ante scriptum
dell’inquinamento del lago di Vico se ne parla da decenni… già me ne occupai nei primi anni ‘90 con vari articoli sulla stampa locale di Viterbo. Le cause dell’inquinamento erano e sono note: l’uso di pesticidi e concimi chimici in agricoltura per le monoculture di nocciole che circondano il lago, la presenza di impianti militari nelle prossimità del bacino, gli scarichi fognari non opportunamente depurati (o malamente gestiti) delle strutture turistiche che circondano il bacino lacustre.
Recentemente si é accentuata la crescita di alghe rosse legate appunto alla presenza dei veleni suddetti, sono state inoltre trovate forti tracce di arsenico ed altri metalli pesanti. Varie associazioni sono intervenute per denunciare questi fatti: l’Accademia Kronos di Ronciglione ha segnalato la cosa al Prefetto di Viterbo, l’ass. Respirare e Medici per l’Ambiente ha sporto denunce alla AUSL e pure la Legambiente sezione lago di Vico si é mossa in vari ambiti denunciando l’ignavia delle istituzioni preposte alla tutela delle acque… anche considerando che tali acque sono pompate per uso civile nei due comuni di Caprarola e Ronciglione, i cui territorio circondano il lago di Vico.
Ma sin’ora tutte queste segnalazioni sono finite nel vuoto…
Ritengo perciò doveroso riportare l’attenzione sul problema del bacino lacustre di Vico, aggiungendovi anche il doloroso caso del laghetto di Monterosi, un tempo pescosissimo e litigato fra i vari comuni limitrofi, oggi asfissiato da varie alghe e piante lacustri non autoctone che lo stanno uccidendo rendendolo un pantano fangoso.
Paolo D’Arpini
Vedasi altro articolo sul tema:
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/02/antonella-litta-richiesta-di-controlli.html
Ed ora leggete la lettera ricevuta da Fabrizio Giometti:
Carissimi amici del Circolo Vegetariano VV.TT., forse avrete letto sulla stampa locale gli ultimi sviluppi sulle emergenze ambientali che investono il lago di vico (alga rossa e inquinamento da arsenico e metalli pesanti derivati dall’attività del centro chimico militare). Per opportuna conoscenza vi allego il comunicato che abbiamo diramato in proposito e il rapporto del Centro Logistico Interforze di Civitavecchia. Un saluto e a presto..
…….allegato menzionato
La valle di Vico, il suo splendido lago e il territorio circostante continuano a riservarci amare sorprese.
O forse, più propriamente, vediamo comporsi un micidiale puzzle di emergenze ambientali, che, come abbiamo sempre sospettato, purtroppo trovano ora conferma.
Non bastava la gravissima crisi prodotta dal diffondersi dell’alga rossa, che si è stabilmente attestata nelle acque del lago, minacciando l’equilibrio dell’ecosistema e la salute dei cittadini che traggono dalle sue acque la fonte primaria di approvvigionamento idrico, ne la concentrazione altissima di arsenico o la presenza di metalli pesanti (nichel, cadmio, cromo) nei sedimenti, come recentemente evidenziato da un’indagine dell’Arpa.
Veniamo ora a conoscenza di un rapporto del Centro Tecnico Logistico Interforze di Civitavecchia del 25 marzo scorso, che riporta i risultati di una indagine geofisica commissionata dal Ministero della Difesa ed eseguita all’interno del sito militare situato sulle rive del lago, in località Renari, nel comune di Ronciglione.
E’ bene ricordare che il suddetto centro chimico militare è stato sede durante l’ultimo conflitto mondiale di “un impianto per la produzione e il deposito di ordigni a caricamento speciale”, un’attività coperta dal segreto militare, perennemente avvolta nel mistero.
Nel corso della recente indagine sono stati effettuati carotaggi e analisi chimiche su campioni di terreno prelevati in superficie e in profondità, evidenziando in alcuni casi concentrazioni di arsenico superiori alla Soglia di Contaminazione.
Nello stesso rapporto si evidenzia la probabile correlazione tra la contaminazione esistente nel sito militare e quella riscontrata nel centro del Lago di Vico e si dichiara l’intenzione di procedere ad un più approfondito protocollo di analisi che vada a rilevare la eventuale presenza di altri elementi come il nichel e il cadmio.
Il rapporto sottolinea inoltre che sono state individuate “masse anomale interrate”, e che le operazioni di bonifica che verranno avviate saranno precedute dalla rimozione di “eventuali ordigni inesplosi o altri residuati bellici pericolosi”.
Queste, in sintesi, le comunicazioni contenute nel rapporto, che probabilmente non aggiungono molto a quanto tutti già immaginavamo, ma che comunque costituiscono un fatto nuovo di grande rilevanza.
Per la prima volta una fonte quanto mai autorevole e diretta ammette che il problema esiste, ponendo fine ad un silenzio che, nonostante l’allarme dei cittadini e degli enti locali, dura da troppi decenni.
Di fronte quindi a questo micidiale intreccio di emergenze (alga rossa, arsenico, metalli pesanti) che hanno origini diverse e richiedono interventi diversificati, ma che congiuntamente minacciano le acque, i sedimenti, il suolo, l’aria che respiriamo, crediamo sia veramente giunto il momento della responsabilità e della trasparenza.
Come per il Vaso di Pandora, il leggendario contenitore di tutti i mali che si riversarono nel mondo dopo la sua apertura, così anche nella valle di Vico si è aperto il coperchio delle reticenze, delle mezze verità, dei silenzi, degli interventi mancati.
E’ indispensabile allora aprire una nuova stagione in cui tutti, autorità militari, enti locali, agricoltori, cittadini, associazioni, ciascuno per la sua parte di competenza e di responsabilità dia il proprio contributo alla risoluzione di un gravissimo problema che ha cause e tempi diversi, ma che sta mettendo a rischio l’equilibrio di un ecosistema, la salute dei cittadini, l’economia locale.
Per parte nostra continueremo a pretendere innanzitutto di essere informati e di conoscere fino in fondo la verità, perché siamo convinti che solo attraverso la consapevolezza e la partecipazione sarà possibile affrontare e risolvere un problema di questa portata.
Narra la mitologia greca che dopo l’apertura del Vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la Speranza, l’unica che era rimasta imprigionata nel fondo.
E quindi con speranza, ma anche con ferma determinazione, siamo qui a rivendicare per il nostro territorio un futuro diverso e desiderabile.
Fabrizio Giometti Circolo Legambiente Lago di Vico