Librandosi nel cielo assolato della Sabina in fiore, in chiusura del Mese Bruniano a Poggio Mirteto, con il pensiero e l’arte liberi da ogni incombenza… – Comunicato Stampa
Ante scriptum
Il 9 aprile 2010 si è concluso il Mese Bruniano che quest’anno si è tenuto a Poggio Mirteto. La manifestazione é stata organizzata dall’Ass. Libero Pensiero Giordano Bruno con la collaborazione di Sabina Eretum e Mondo Sabino ed il patrocinio del Comune di Poggio Mirteto e si è conclusa con una “silenziosa tavola rotonda”, certamente più simile ad una meditazione collettiva che ad un dialogo.
Avrei dovuto fare il “moderatore” ma non è stato necessario moderare alcunché… tutto si é svolto fra sorrisi e sguardi dolci. Il testo introduttivo su Giordano Bruno che avrei dovuto leggere é rimasto ben caldo nella mia tasca… ed anch’io sono stato al caldino. Mentre aspettavo il da farsi mi sono messo seduto davanti ad una finestra con il sole che entrava dentro e mi sono goduto il calore… mica ho sofferto il caldo, per carità… mi sono crogiolato nel tepore primaverile, tutto bello vestito e con la sciarpetta rosa regalatami da una ragazza sabina di Monterotondo…
Beh, a dire il vero, all’incontro nella biblioteca comunale di Poggio Mirteto c’erano poche persone, quasi tutte addette ai lavori, così alla fine è stato deciso di leggere le motivazioni della premiazione agli artisti partecipanti alla mostra, organizzata da Laura Lucibello, abbiamo fatto una foto ricordo e ce ne siamo andati… che era ancora pomeriggio.
E dabbasso ecco a voi la “memoria” di un membro della giuria, Valentina Ierrobino, che ha conferito i premi ai primi classificati: belle targhe argentate e buone lattine di olio della Sabina.
Paolo D’Arpini
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Premiazione al concorso “Affreschi ed Affrescatori 2010″
Quest’anno il tema della Mostra-concorso “Affreschi e affrescatori” -organizzata annualmente in Sabina dall’Ass. per la Promozione delle arti in Italia, ormai alla sua V edizione – è stato : “Libertà espressiva nell’arte e nel pensiero” in omaggio al grande filosofo Giordano Bruno, nell’ambito della manifestazione a lui dedicata “Il Mese Bruniano” – Poggio Mirteto (Rieti), dal 20 marzo – 9 aprile 2010.
Arte non è sforzo, non è artificio, non è prodotto di una qualsiasi specie di coercizione e tantomeno di pervertimento o di aberrazione, ma soltanto è la più alta e la più significativa espressione ed estrinsecazione della vita, intesa nel suo complesso naturale e spirituale. E le opere presentate dagli artisti Vincenzo Illiano, Ruslan Ivanytskyy, Tommaso Liuzzi, Luigi Lombardi e Pino Salvatore ben hanno saputo cogliere e rappresentare, con il loro forte impatto emotivo ed emozionale, il pensiero e l’opera Bruniana attualizzati ai giorni nostri.
Dover quindi assegnare una classifica è stato arduo per i Giudici al concorso: Alberto Di Giancarlo, Enrico Martinoli e Valentina Ierrobino, che così si è espressa, sostenuta dai suoi colleghi.
Premettendo che ogni espressività artistica e non, non debba essere soggetta a giudizio alcuno, e non solo in virtù del tema della mostra concorso e del pensiero libero di Giordano Bruno, ma per un concetto di democrazia che va oltre il tema affrontato, l’opinione sulle opere in mostra si basa su valori meramente estetici e di innovazione artistica. Per questo ribadiamo che ogni artista in concorso è stato capace e brillante a concretizzare nella propria opera, dipinto, acquerello o scultura, il concetto della libertà espressiva.
Riteniamo che Luigi Lombardi meriti il 3 posto perché “Disobbedienza Pacifica” colpisce moltissimo per la sua originalità, per il suo impatto e per quello che è il significato implicito dell’opera. L’artista è riuscito con un “semplice” volto ad esprimere dei concetti molto profondi e che mettono in risalto il ruolo dell’uomo nella società come strumento di comunicazione e mediazione tra i poteri e la natura, il buon senso, e tutto ciò che c’è di buono sulla terra. Il volto è quello di un indiano, che già nella sua appartenenza “razziale” rappresenta il popolo pacifico, combattivo e rassegnato per eccellenza, basta citare Gandhi e la sua storia, che rispecchia quella della sua gente. Lo sguardo è vuoto, l’uomo non ha occhi, forse perché non ha storia, rappresenta l’umanità tutta, quella di ieri e quella che si prepara a vivere il futuro. Il nesso con il passato e il presente, come cita lo stesso autore nel catalogo della mostra, denota la sua presa di posizione e il suo monito “agite, in modo pacifico.
Siate seri e manifestate la vostra rabbia”. Il suo dipinto inoltre sembra collegarsi perfettamente al pensiero bruniano, quando il filosofo – e qui mi ricollego a quanto ascoltato nella conferenza di sabato scorso – mette in risalto l’antitesi tra l’agire e il contemplare, tra la manifestazione della propria libertà e la riflessione sul da farsi.
A nostro avviso Tommaso Liuzzi merita il 2 posto perché “Coagulazione sonora” è un’opera dall’impatto fortissimo e stimola moltissimo la riflessione. Sembra quasi che la forza, la voglia di libertà irrompa come un’emorragia fuori dalla tela, con quel sangue rosso e raggiante che schizza ovunque. E con rumore, con impeto! Ma questa fuoriuscita, questa libertà che sfonda la tela viene arginata e contrastata dalle piastrine del corpo, difatti si tratta di una coagulazione. Forse alla libertà espressiva, alla rabbia, non c’è rimedio? Tutto viene frenato, respinto in modo naturale, per il quieto vivere, per il bene dell’universo?
Siamo lieti di premiare con il 1 posto Ruslan Ivanytskyy perché Don Chisciotte non solo rappresenta il simbolo della giustizia e della generosità incompresa, maltrattata, ma perché la sua scultura è un capolavoro di forme e di linee, sinuose e armoniche. A nostro giudizio nessuna delle opere in concorso ha raggiunto tale forma estetica.
Delle altre due opere in concorso, non citando gli autori già noti nel panorama artistico, si è apprezzato soprattutto l’originalità dell’impostazione e il ricollegarsi con le vicende attuali della storia contemporanea: le guerre ingiuste degli ultimi anni, in cui anche i bambini soldati o vittime, in entrambi i casi, sono sottoposti a violenze e vedono violata la loro libertà; così come il muro di Berlino e la bandiera rossa hanno sempre rappresentato nell’ideologia comunista il raggiungimento di libertà, proprio come il volare, sorretti da piccole mongolfiere in questo caso, e il librarsi in cielo.
Valentina Ierrobino
(in collaborazione con Laura Lucibello)