Il legittimo impedimento é legge! Il potere oligarchico dei nostri governanti si consolida e si giustifica ad libitum… – Brindisi giubilare a Villa Certosa!

Il 7 aprile 2010  il Presidente della Repubblica ha firmato la legge che sancisce il “legittimo impedimento”, cioè l’impossibilità di processare il Presidente del Consiglio (l’unico vero interessato a questa legge) ed i Ministri per un periodo di 18 mesi, periodo entro il quale l’attuale maggioranza, forte del consenso popolare acquisito o estorto con i potenti mezzi a tutti noti, avrà la possibilità di consolidare il proprio potere.

Se finora c’erano delle forti perplessità che la legge fosse “uguale per tutti”, adesso c’è la certificazione ufficiale che la legge “non è uguale per tutti”.

Il legittimo impedimento, infatti, stabilisce non che chi governa deve essere al di sopra di ogni sospetto bensì che chi governa è al di sopra della stessa legge e quindi non può e non deve essere processato in attesa che, con nuove leggi pomposamente chiamate riforme, la “Casta” si garantisca l’impunità alla faccia del popolo cosiddetto sovrano.

E’ significativo che mentre servirebbero misure urgenti e importanti per aggredire una crisi che penalizza famiglie e lavoratori, aziende e pensionati, la “Casta” ha una sola priorità: garantire il proprio potere e la propria impunità.

Se in democrazia la sovranità appartiene al popolo, mai come in questo momento la delega superficialmente concessa da un elettorato sprovveduto e illuso rischia di trasformare il popolo stesso in sudditi della “Casta” e delle sue lobby.

Tanto per essere più chiari e prendendo esempio dagli avvenimenti in corso in alcune Repubbliche del Caucaso, noi siamo dalla parte del popolo che assedia e invade il Parlamento, piuttosto che dalla parte dei parlamentari che scappano con gli elicotteri dal tetto del Parlamento per andare a rifugiarsi nei paradisi fiscali dove hanno accumulato le loro ricchezze, qualunque sia il colore delle camicie che indossano i dimostranti di quelle neanche tanto lontane regioni.

Adriano Rebecchi

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