Spilamberto: “Macchinoni neri, vacche, maiali, galline, sartine e contadini….” – Ovvero: lo status symbol e il marchio di potere e le piccole cose nell’attenzione quotidiana

Caro Paolo.

Stamattina al lavoro ho fatto un bel po’ di cose, tra l’altro sono stata in quell’allevamento enorme di vacche da latte dove c’erano due animali morti da spedire e avevano bisogno di un mio documento. Questo allevamento è mandato avanti da una famiglia di indiani e uno dei figli è stato lì con me mentre scrivevo e dato che è un ragazzo molto affabile e simpatico, mi sono messa a parlare con lui della loro alimentazione. Loro non mangiano, ovviamente, il bovino, allora gli ho chiesto se per caso erano vegetariani, e lui mi ha risposto di no, che consumano maiale e pollo. Io ho detto che mangio pochissima carne, non più di una volta alla settimana, un po’ perché non mi piace tantissimo, un po’ perché vedo che mangiandone poca sto meglio e, ultimo, ma non per ultimo, poiché non mi sembra giusto che per il nostro piacere si debbano sacrificare le vite di animali allevati con i metodi intensivi…… (gliel’ho detto in maniera ancora più grezza) e sai lui come ha reagito? Si è fatto una bella e sonora risata e, mentre me ne stavo andando, mi ha chiesto che animali macellano nel macello di S. Vito (polli, galline, faraone) e in che giorni e in che orari si può andare a fare acquisti….?

Altro fatterello che mi è capitato oggi e che mi ha fatto riflettere:  stavo uscendo dal parcheggio del Comune, che è un senso unico a cerchio, cioè entri da un lato, giri in tondo ed esci dall’altro lato. Mi viene incontro uno di questi macchinoni giganti, nero, lucido, ci troviamo muso a muso, ci guardiamo e indovina chi ha dovuto fare retro-marcia per cedere il passo all’altro? Ovviamente l’ho fatto io, anche se era lui nel torto e con che fare spavaldo è passato! Dalle piccole cose si vede quant’è grande la presunzione e l’egoismo altrui! Non vorrei mai che quella persona fosse in un posto di comando dove c’è da decidere del destino altrui!

Poi sono andata dalla sarta per farle cucire i tuoi nuovi pantaloni e riparare quelli sdruciti. Quella donna è una grande saggia! In effetti mi aveva detto l’altra volta, che continua a fare questi lavoretti per avere l’occasione per parlare… e infatti in due minuti le avevo mostrato della stoffa, poi, mi ha accompagnato fuori dalla porta e mi ha trattenuto lì una mezzoretta a raccontare e raccontare! Abbiamo iniziato con le attività artigianali che si stanno perdendo, come la sua, e le attività agricole e ha cominciato a dirmi di quel che facevano i suoi genitori per andare avanti, che coltivavano un pezzetto di terra e avevano qualche vacca, qualche maiale, le galline e i conigli e che non mancava mai il cibo a tavola e che aveva tutto un altro sapore……. per finire dicendo che la nostra civiltà è in piena decadenza, sia fisica che morale, che la generazione dei nostri genitori o nonni almeno aveva subito un po’ di selezione naturale e che si erano dovuti ingegnare per andare avanti ed erano capaci di fare tutto, mentre le generazioni successive, ormai……

Un’ultima cosa, mi piace aggiungere……. a proposito delle piccole cose, dei piccoli gesti. Mi viene in mente un “quadro”, non so in che altro modo definirlo: tu che spezzi le assi delle cassette da mettere nella stufa a legna, in previsione di accenderla più tardi. Hai un certo sguardo, serio,  e le tue mani si muovono in un certo modo, precise, come se stessi cesellando l’oro, ma delicate, come se stessi accarezzando il viso di un bambino. Si può percepire, capire, conoscere molto degli altri, osservandoli, in silenzio, mentre fanno le piccole cose.

Caterina Regazzi

………..

Mia risposta ancora parlando di “piccole cose”.

Sono appena tornato dal paese nuovo di Calcata dove sono andato con mio nipotino Sava ai giardinetti,  lui ha giocato un po’ lì con alcuni amichetti allo scivolo infine mentre sorbettava un gelatino siamo tornati indietro… Siccome la madre mi aveva detto di non “dargli schifezze” perché altrimenti non mangiava a casa lui non era venuto subito a chiedermi il gelato, mentre aveva visto che tutti gli altri bambini lo stavano mangiando, però si è avvicinato a me e mi ha sussurrato “oggi ho mangiato tutto a pranzo… la pasta il panino la frittata etc.” e poi mi ha chiesto “mi prendi qualcosa?” Così siamo andati al baretto e gli ho comprato  il gelatino.. e mentre tornavamo a casa gli dicevo “guarda che poi chiedo a mamma se é vero che hai mangiato tutto” e lui taceva.. appena siamo arrivati mentre io parlavo con gli altri del più e del meno lui si è avvicinato alla madre. Infine quando stavo uscendo ho chiesto “ha mangiato tutto oggi Sava?” e la madre “me l’ha detto che gli hai preso il gelato, sì ha mangiato tutto…” Così rincuorato dalla complicità della madre lui mi ha guardato sereno.. come dire “hai visto?”.

Paolo D’Arpini

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