“Diventare vegetariani dopo 180.000 tacchini all’anno!” – Segnali di un cambiamento imminente nella società che non sopporta più lo strazio della distruzione ambientale e della crudeltà verso gli animali
Sono tornata da poco a casa, era l’ultimo giorno del corso, da una parte sono contenta, dall’altra quasi un po’ mi dispiace, c’erano tanti esseri umani che sono-siamo stati chiusi in un’aula per 8 ore al giorno, respirando la stessa aria, mangiando nella stessa mensa, ascoltando le parole di un docente, sempre lo stesso, che alla fine, comunque, almeno per me, ha dato degli input interessanti e si è dimostrato una persona intelligente.
Si poteva approfittare per intessere nuovi rapporti, ma non l’ho fatto, me ne sono stata quasi sempre con i miei due colleghi con cui facevamo il viaggio,e poco altro. Oggi però ho chiacchierato un po’ con un collega, che abita nella zona del prosciutto di Parma, il quale mi ha raccontato i suoi spostamenti su e giù per l’Italia e, tra le altre cose, di sua figlia. Dato che mi stava raccontando di un allevamento di tacchini che segue, dove fanno 180.000 tacchini l’anno (si, centottantamila) e dei problemi che a volte ci sono, io gli dicevo che sono quasi vegetariana, e lui mi fa: mia figlia (18 anni) è vegetariana, è passata al vegetarianesimo dopo l’anoressia! E dei vari ricoveri che ha dovuto subire e della psicoterapia che ancora oggi, deve seguire. Ma il mondo è proprio malato, cerchiamo di fare qualcosa!
Ed proposito di tacchini, proprio ieri sera, prima di dormire, ho letto un brano dal libro “Se niente importa” di Jonathan Safran Foer (titolo originale “Eating Animals”), eccone alcuni stralci che ci dovrebbero far riflettere:
….
Mi chiamo Frank Reese e allevo polli e tacchini. Ci ho speso tutta la mia vita. Non so da cosa dipenda. Ho sempre amato la loro bellezza, la loro maestà. Mi piace il loro portamento solenne. Non so come spiegarlo. Ho sempre amato la loro personalità. Sono così curiosi, così giocherelloni, così simpatici e pieni di vita…….
Moltissima gente rallenta quando passa vicino alla mia fattoria. Ci vengono un sacco di scolaresche. Ci sono ragazzini che mi chiedono come ha fatto un tacchino a salire sull’albero o sul tetto, ed io gli spiego: “E’ volato fin lì!”. E loro non mi credono. Una volta in America erano milioni i tacchini allevati così, là fuori nei campi……… Non c’è un solo tacchino di quelli che compri al supermercato che potrebbe camminare normalmente, non parliamo di saltare o volare, neppure quelli biologici o quelli “allevati a terra”. Hanno tutti lo stesso stupido patrimonio genetico che non glielo permette …….. Gli animali hanno pagato caro il nostro desiderio di avere tutto in qualunque momento a un prezzo irrisorio.
La gente ormai è lontanissima dagli animali che mangia. Quando io ero piccolo, gli animali erano accuditi per primi. Ci occupavamo di loro prima di fare colazione. Ci dicevano che se non ci prendevamo cura degli animali non avremmo mangiato. Le cose andavano fatte, cascasse il mondo. Se non vuoi quella responsabilità non fare il contadino. Perché è questo che ci vuole se vuoi farlo bene. E se non puoi farlo bene, non farlo. E’ così semplice. E ti dirò un’altra cosa: se i consumatori non vogliono pagare il contadino perché lo faccia bene, non dovrebbero mangiare carne.
(K. R.)