Spilamberto: “Spaccato di vita quotidiana, nella semplicità e nell’umanità paesana…”
Il tuo augurio è andato a segno, il sole ha brillato tutto il giorno ed anche in me.
Stamattina sono stata a fare una visita oculistica e ho trovato una simpatica dottoressa, abbiamo parlato un po’ del nostro lavoro (mi fa: “Ah! Sei veterinaria! Ma allora siamo colleghe!”), delle nostre figlie (lei ha tre anni più di me ed una sola figlia come me, di un anno meno di Viola e abbiamo detto , praticamente insieme: “Mi dispiace un po’ per lei!”, così le ho raccontato che io avrei voluto tre figli – te l’avevo mai detto?- ma che prima con Andrea non eravamo mai pronti e dopo…… al che lei mi ha detto che questa figlia non l’ha avuta con quello che era suo marito, ma con un altro uomo). Eccetera eccetera…….
Poi ho incontrato un ex allevatore, un signore che avrà un’ottantina d’anni, Mario, che era sempre gentilissimo quando si andava a fare i prelievi alle sue bestie, era una stalla tradizionale di una ventina di animali, quindi si faceva prestissimo perché poi venivano in tre ad aiutarci a tenerli fermi e poi ci chiamavano in casa a lavarci e a prendere il caffè. Ci si lavava in un lavandino di pietra con l’acqua scaldata sul fornello messa dentro una bacinella, col sapone nuovo appena tirato fuori dalla carta e l’asciugamano che sapeva di bucato. Sono passati solo pochi anni, ma sembrano decenni. Ora, per lo più, quando si va in una stalla anche di centinaia di animali, sono pochi i posti dove, finito il lavoro, ci si ferma a parlare. Ma forse sono io che vado poco per le stalle a fare i lavori manuali.
Questo signor Mario quando mi ha visto da lontano mi ha sorriso ed io, indovinando quello che mi avrebbe detto perché me lo dice sempre, quelle quattro o cinque volte all’anno che lo incontro, l’ho anticipato scusandomi perché non mi fermo mai a casa loro a prendere un caffè… e gli ho promesso che, stavolta, ci sarei andata davvero.
Oggi pomeriggio sono stata in biblioteca a riportare dei libri e a prendere un libro di Terenzio per Viola e ho fatto una breve chiacchierata con Maria Rosa, la bibliotecaria. E’ una donna che mi piace molto, molto vera, una di quelle donne senza tempo che sono state delle attiviste di un certo tipo e che non si rassegnano alla prepotenza delle persone e alla superficialità. E’ sempre gentile e disponibile con tutti, ma anche ferma quando è necessario. Ha sorriso quando le ho chiesto il libro per Viola, che lei conosce (con la scuola ci sono andati tante volte) e di cui mi chiede sempre, dicendo: “eh, questi figli, con questi genitori che fanno tutto per loro, ma devono anche crescere!”
Ecco, ti ho raccontato un piccolo spaccato della mia giornata, queste immagini infantili mi sembrano i disegni di una bambina che guarda il mondo e vede tutto come se fosse la prima volta….. e poi ho fatto la passeggiata sul Panaro e poi…… e poi………
Caterina Regazzi