Emanuele Russo e Kiriosomega: Riflessioni virtuali sulla realtà… nel linguaggio di un giovane cybernauta e di un antico scrivano..
Quella che segue è una lettera sulla saggezza e sulla “realtà” di Emanuele Russo un ragazzo ventenne che naviga su internet e visita spesso i nostri siti… E’ bene conoscere nuovi linguaggi e pubblico la sua lettera per la vostra edificazione.
Subito dopo c’è una riflessione reminescenziale del nostro conoscente “classico”, Kiriosomega, che riflette su simile tema. Il confronto delle due scritture e dei due metodi è interessante…
Paolo D’Arpini
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Intuisco una verità: ai morti le faccende, le storie, le idee, i sentimenti, tutto ciò che noi vivi facciamo, soffriamo, crediamo appare loro come qualcosa di assurdamente illogico, incomprensibile, astrazione pura, follia di indecifrabili fantasmi. (Federico Fellini)
La bellezza intrinseca di Star Wars sta nella concezione particolare in cui le emozioni sono il male e la mancanza di attaccamento il bene da me a te con serenità e soffio invisibile, colorato, presente, terreno, cosmico.
Una lettura che si reduce a un silenzio, un semplice attimo lasciato qua.
Con molta allegrezza e alcun interesse particolare, ma è meglio dire, con amore:
Siamo niente.
”un BEL niente”.
ciò non ha nulla a che vedere con lo svilire o il deprezzare. TUTTO il contrario.
Riconoscendo questa nullità, operando costantemente nell’apertura(attraverso cuore ovviamente), espandiamo L’Ascolto a un più ampio raggio e soprattutto con sempre più raffinata qualità, non esisterà quindi alcuna possibilità di scalfirsi, o pre-occuparsi(semmai occuparsi con la più grande serenità) Tutto al massimo può essere cosa momentanea, istantanea, richiamarsi costantemente a non esagerare.
Quando non si è (in quanto isolotto), chi si è? SEI.. e vai.. sapendo che.. la Storia Infinita.. si è infinitamente, incessantemente, continuativamente protratti verso l’Harmonia e perennemente nel Centro inesauribilmente rinnovabile. Avanti tutta diciamo..
Quando il vuoto, il NI-ENTE (non entità) può finalmente farsi recipiente e ricettacolo del meraviglioso, lasciando che sia, come può più esistere il concetto di FRENO o LIMITE??
Quando il vuoto, il NI-ENTE(non entità) può finalmente farsi recipiente e ricettacolo del meraviglioso, lasciando che sia, come può più esistere il concetto di FRENO o LIMITE??
non conservare immagini frutto possibili distorsioni significa camminare liberi e sgravati da ogni pesantezza: i panni bagnati, non puliti, non permettono di passeggiare serenamente, allora si può ininterrottamente lasciare… per svelarsi e svegliarsi…
Affinché la Visione Harmonicale si apra ad ogni “passo” e si manifesti sempre più, sempre meglio, quella sensibilità e capacità di tradurre ad ogni momento quella ricchezza (da) sempre presente, insita, ingenita. Coltivare l’intuizione profonda, strettamente legata al vivere nel e dal Cuore. E’ respirare al battito impercettibile e lento dell’Opera in movimento.
La mia saggezza consiste nel percepire che la mia esistenza è un continuo ammirare e salutare, riconoscere, ascoltare, come fusione in un continuo Incontro/Saluto prima del saluto Supremo, che sarà a Suo tempo. che fare di questo Saluto è mia totale responsabilità, e che bella dico io. tutto a me essere disposto a Salutare con riconoscenza e gratitudine, oppure rinviare e rinviare..
Che il mio Saluto Sia Sempre e Solo Salute Sostenuto Serenamente Senza Se.. e ma. Coltivare il proprio Incontro/Saluto è la pratica più bella che l’Uomo possa fare per ricordare costantemente chi è, ed esserlo Naturalmente. Saper dire ciao ad ogni momento nella misura più bella e aperta è il via-libera alla Via.
Evvai..via…E vviva l’Eterna e inesauribile (e generosa aggiungo) Via. Aes Dhammo Sanantano.
Un Ciao carico d’Amore esaurito in sè senza scorie.. chi è privo di scorie non può che scorrere. Chi è privo di gratitudine non è colmo di meraviglia. Salute!
Emanuele Russo, virtuale.. al Momento..
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Sulla saggezza da tutti ammirata, e sulla sagacia spesso inopportuna! Ovvero: Della verità di cenci spesso vestita!
Già da molti secoli, ed anche oggi, Socrate è tenuto in conto d’uomo di gran talento e senno.
Ma si sa, saggezza e sagacia non sempre s’equivalgono.
Ancora in vita, avvenne che il Maestro incontrasse un conoscente che apostrofandolo gli disse:
“Sai, Socrate, ne ho appena saputo delle belle sul tuo più caro amico!”.
Il Saggio, subito divenuto ancor più riflessivo e pensoso, immediatamente bloccò l’interlocutore chiedendogli di rispondere a tre domande che la sua sapienza già aveva inventato, e ciò prima che il conoscente gli narrasse la vicenda.
“Per prima cosa mi devi assicurare”, così esordì, “che ciò che mi riferirai sul mio migliore amico corrisponde a verità”.
“Beh”, rispose il conoscente, “ciò che voglio raccontarti l’ho saputo per indiscrezione, non ho certezza che è il vero!”.
“Ciò vuol dire”, continuò il filosofo, “che quanto vuoi riferirmi su di lui non sai se è vero o falso!”.
Bene, continuiamo! “Con il secondo quesito ti chiedo di rassicurarmi sul fatto che, ciò che mi racconterai, è una bela cosa”.
“No”, rispose il malcapitato stringendosi nelle spalle. “Ciò che ti racconterò non è una bella cosa!”.
Allora, con gran logica il Precettore s’illuminò e disse: ” Concludo, che vuoi raccontarmi qualcosa di negativo su di lui!”.
“Ma, ti prego”, proseguì il Pedagogo, “dimmi se ciò che vuoi narrarmi sarà utile per me”.
“No! Sono convinto che non ti sarà utile e che ti amareggerà!” ribatté il malcapitato.
A questo punto del breve dialogo lo Scienziato tuonò: “Vuoi raccontarmi qualcosa che non sai se è vera, che non è buona e che non mi è utile. Taci e vai!”.
L’aneddoto dimostra la grande statura filosofica di Socrate, ma non narra che fu questa sua alta scienza ad impedirgli d’apprendere che il suo migliore amico gli trombava la moglie!
Kiriosomega