Velina D’Arpina maramalda e truffaldina – Torneo delle Elezioni “provinciali” a Viterbo
All’insegna dell’ognuno per sé e Dio (quattrino) per tutti cominciano finalmente a delinearsi le squadre che si contendono la coda di volpe al torneo delle elezioni “provinciali” di Viterbo. Favorito, anzi dato praticamente per vincitore, è l’astuto avvocato Moerovius (al secolo Marcello Meroi) che in verità si è già accaparrato la coda di volpe in palio, attaccando sul pennone del torneo uno straccetto a colori volpini.
I contendenti, consunti e confusi, lo salutano “Ave Moerovius, morituri te salutant..” e si apprestano a gareggiare l’un contro l’altro armati non per la conquista della palma ma solo per contare quanti punti (diciamo voti) sono capaci di raggranellare per ciascuno. Insomma sono alla “conta”. Il Partito dell’Onore (PD) si presenta con due fazioni separate in casa ed un candidato “Grattarolo Riccioli d’Oro” dato per disperso in partenza. A sostenerlo la sola compagine di Don Liso Fiorone che inforcato il pinz nez da Balanzone osserva compiaciuto il suo solitario campione. I componenti dell’altra fazione dell’Onore (perduto), guidata da Sceriffo Baffos Spossato, arrotano i denti e le armi e si lucidano i baffi con la brillantina Binetti (anche loro però hanno commesso un errore… come il commissario Crock, giacchè la Binetti è passato al nemico..). Altri contendenti avversi, i Sinistri Malevoli Gufi, paion lieti della sconfitta e lanciano grida di giubilo selvaggio “Evoè, evoè… chi c’è c’è e chi non c’é non c’é…”, mentre il loro campione arruolato all’ultim’ora, tal Docente Innominato Sconosciuto, studia sui libri la strategia da seguire per non arrivare proprio ultimo, seduto con quattro amici al baretto.
Nel frattempo in area Moeroviana i cortigiani si accoltellano alle spalle per un posto sul Palco del Signore, i posti sono numerati ed i pretendenti ai sedili troppi… e poi si dice pure “chi va a Roma perde poltrona…” e tutti quelli che si sono raccomandati ai poteri episcopali romani hanno trovato al loro ritorno gli scranni occupati da altri. C’è dubbio infatti sugli scranni promessi a tali Uddiccini Romani, che stanno lì lì per perdere tutto, maggioranza e minoranza compresa… Intanto le varie componenti del Partito dell’Amore, ex Pennini, ex Azzurini, ex Galoppini, fingono sorrisi compiaciuti e beati, mentre approntano caffè e cappuccini avvelenati, aspettando l’aereo che passa, o passerà, nell’impossibile aeroporto di Viterbo (poiché inesistente).
Fuori pista, perché nessuno se l’accatta, la candidata Anzitutto Non Eletta, antivolo, antibomboloni, antistrafalcioni, antigomorriti, antipresbiteri, antifumigazioni, anti… corre coi lupi in solitaria esterna attorno alla pista del torneo, la sua corsa è solo di protesta: “Il re è un babbeo…”.
Come andrà a finire la farsa stregonesca elettorale in questa provincia di Wiz (Viterbo)?
Alla prossima narrazione il lieto fine…
Vostro affezionato, Paolo D’Arpini (altrimenti detto Veggente Hòu)