Marco Pannella chiede asilo politico ad altro Paese UE per la mancanza di democrazia e trasparenza elettorale in Italia – Paolo D’Arpini sottoscrive la protesta ma assicura che resterà in Italia sino all’ultimo respiro…
Ecco la drammatica denuncia di Marco Pannella: “…manca una settimana alla presentazione delle liste e ancora non si sa chi deve autenticare le firme e per quali candidati….”
Oggi ho ricevuto due lettere sostanziose di carattere elettorale. Una dell’amico Osvaldo Ercoli che promuove la candidatura di Antonella Litta alla Provincia di Viterbo
e l’altra dell’amica Alba Montori di Condominio Terra che mi informa sulla protesta radicale per la mancanza di trasparenza politica ed amministrativa in Italia.
La verità è che, per la Provincia di Viterbo, mancando pochi giorni alla tornata elettorale non v’è alcuna certezza sui candidati alla presidenza… Le forze politiche si scannano ancora sui nomi e non si sa come andrà a finire… Ma soprattutto chi sta raccogliendo le firme per chi…? Come potranno materialmente essere presentate le liste se nessuno ha cominciato a raccogliere le necessarie firme autenticate?
Ma lascio che sia Marco Pannella stesso a parlare: «Se non ottenessimo immediatamente il rientro nella legalità politica ed elettorale della Repubblica Italiana, dovrei chiedere di rinunciare alla cittadinanza italiana e chiedere asilo politico ad altro paese della Ue, per non essere complice in questo processo criminale, e non solamente inerte e impotente cittadino nonviolento».
In Italia è letteralmente scomparsa la democrazia. Lo Stato di diritto non esiste, ovunque le leggi sono violate con la complicità delle istituzioni.
Anche presentarsi alle elezioni, è ormai diventato un privilegio di pochi partiti.
A 7 giorni dal termine del deposito delle firme i cittadini italiani non sono stati in nessun modo informati delle modalità del procedimento elettorale, né del loro diritto di sottoscrivere le liste di candidati.
200mila persone (cancellieri di tribunale, giudici di pace, notai consiglieri ed assessori comunali e provinciali, i funzionari di Comuni e Provincie), cui la legge affida la funzione di autenticare le firme, non sono stati neanche informate del loro potere-dovere di farlo.
L´onere della raccolta firme, nato per arginare le candidature temerarie e le liste senza rappresentatività, è diventato uno strumento per impedire l´accesso alle elezioni di quelle forze politiche che vivono fuori dal recinto partitocratico.
Concordo perfettamente con quanto affermato dal vecchio compagno radicale Marco Pannella e mi associo alla sua protesta, ma non minaccio la mia partenza dall’Italia, che altrimenti farei contenta troppa gente…. State tranquilli resto con voi sino all’ultimo respiro!
Paolo D’Arpini