“Carne sì… carne no…” – Occorre essere vegetariani stretti per stare in armonia con la natura e con noi stessi?
Caro Paolo, ho letto l’articolo di Ciro Aurigemma
e mi sembra molto sensato….. Devo dire che io praticamente, senza avere l’etichetta di vegetariana, quasi lo sono. Faccio, più per me che per te, un breve riepilogo della carne che sto mangiando in questo inverno. Ormai la carne la mangio molto raramente e non più di una volta alla settimana o due, dipende anche dalla situazione in cui mi trovo e con chi mangio. Rosa, dopo tre anni di vegetarianesimo (anche mio quindi, tranne quando mi offrivano carne in qualche pranzo o cena con amici o parenti) ha voluto ricominciare a mangiare carne, un po’ secondo me, per questioni “logistiche”, nelle uscite con gli amici spesso diventava difficile trovare qualcosa di decente da mangiare, un po’ perché aveva proprio voglia di mangiare certe pietanze a base di carne. Io mi adeguo e visto che lei ama i tortellini in brodo, per esempio, ogni tanto le faccio il brodo.
Mi hanno regalato un cappone per Natale, ne ho fatte quattro parti, una l’ho data ad Andrea, le altre tre le sto usando per il brodo, che si fa d’inverno e quindi in questo inverno ho sulla “coscienza” un animale, più una sola volta avevo anche comprato un pezzo di manzo, sempre per il brodo. Qualche volta, poi, lavorando al macello dei polli, acquisto dei pezzi di qualcosa, tipo o petti o cosce o una faraona……. ma questo inverno ancora niente. Sempre per Natale mi hanno regalato un salame e lo sto mangiando. Se mi invitano a mangiare mangio quello che c’è, per esempio, nel cous cous di ieri sera c’era anche della carne di agnello e devo dire che era anche molto buona. Aiet, la ragazza marocchina che mi aveva invitato, ha tenuto a precisare che era carne macellata secondo la loro tradizione e che si vedeva, perché, diceva lei, è molto più chiara di quella “nostra”, perché meglio dissanguata. Sicuramente saprai che gli animali macellati per i musulmani sono uccisi senza stordimento, a differenza dei nostri (e la nostra legge prevede lo stordimento, obbligatorio, nel caso della macellazione islamica, si fa una deroga, “per motivi religiosi”).
Qualche volta mangiamo del prosciutto, oggi Rosa è andata al supermercato a comprare l’occorrente per farsi dei panini dato che domani va in montagna per la sua prima uscita col CAI a fare sci di fondo e il prosciutto che resta magari lo mangerò anch’io…. senza sensi di colpa. Penso che se tutti mangiassero la carne che mangiamo noi andrebbe già bene, sia dal punto di vista nutrizionale, che da quello etico. Per quel che riguarda il discorso sulla “pietà” che dovremmo provare per gli animali come esseri viventi in grado di soffrire al momento della macellazione…….. beh, sarà perché sono abituata a vedere macellare gli animali che questa visione mi lascia, non dico indifferente, ma anche qui bisogna distinguere le situazioni. Nei macelli si cerca di fare in modo di risparmiare agli animali, prima e durante le operazioni di macellazione “inutili sofferenze”.
Lo stordimento preventivo, fatto con diversi metodi, è obbligatorio per legge, a parte le eccezioni per motivi religiosi (ebrei e musulmani). Tempo fa lessi un libro di una donna autistica (Temple Grandin), che si intitola “La macchina degli abbracci”, che spiega come lei, avendo questo “problema” con cui, grazie all’amore e alla cura dei suoi genitori ha imparato a convivere, sia diventata una dei massimi esperti in America, dove sono molto sensibili a certe problematiche di benessere animale, nella progettazione dei percorsi da far fare agli animali nei macelli per arrivare al “campo di morte”, evitando per quanto possibile, la paura. Pare che questa donna, ripeto autistica, sia capace di “sentire” e di “vedere” come sentono e vedono gli animali e quindi di capire come vanno trattati.
Sempre in questo libro si parlava del fatto che Mc Donald seleziona i macelli da cui si rifornisce in base a check list di valutazione dello stato di “benessere” degli animali alla macellazione, valutando, con dei punteggi numerici, per esempio, il numero di animali che lungo il tragitto, cadono o il numero di muggiti che si rilevano, il numero di volte in cui deve essere usato un pungolo per spingerli avanti, ecc. ecc. E’ molto interessante quel libro, se ti va te lo faccio leggere.
Ma ti sto annoiando? Non credo. In realtà sono un po’ stanca io di scrivere e ce ne sarebbe da scrivere per ore ed ore e piano piano lo farò, poi vedi tu che farne…….
Ora sospendo e vado a fare il budino col latte che ho preso alla stalla ormai due giorni fa (l’ho già fatto bollire, tranquillo).
Mi piace che mi stimoli a riflettere sulle cose, anche se non vorrei farmene una fissazione..
Margherita De Vecchi
…….
Mia risposta. Cara Margherita.
Senza voler affrontare il discorso etico, che ci porterebbe troppo in là, inizio dicendoti che va bene che tu rifletta su tutto ciò che fai ed immetti nel tuo organismo sotto forma di cibo. La considerazione e attenzione che dimostri sono un’indicazione della tua propensione verso la dieta vegetariana e verso la presa di coscienza ecologista. Infatti la cosa importante è essere consapevoli e non ingozzarsi solo per motivi di ghiottoneria. D’altronde ciò che desidera Rosa (al proposito del brodo) secondo me ha anche una ragione fisiologica… Ti ho già spiegato che presso le società matristiche la carne era riservata alle donne in età feconda, che perdono con le mestruazioni o l’allattamento parecchie sostanze. Quindi senz’altro un piccolo apporto di proteine animali è più indicato per te che sei femmina che per me, che sono maschio (salvo che io non svolgessi un’attività che richiede violenza). Ti invito a leggere un mio vecchio articolo, che scrissi nel 1992 e che poi ripresi nel febbraio 2009:
Cari saluti ed auguri, Paolo D’Arpini