San Valentino, 14 febbraio 2010: Impazienza per la festa degli innamorati… – Una Tigre furente si racconta…
Ante Scriptum
Avevo chiesto ad Angela Braghin, che è una vera Tigre, di scrivermi qualcosa sul “suo” anno che arriva il 14 febbraio 2010, in contemporanea alla festa di San Valentino, ed ecco le sue parole mozzafiato. (P.D’A.)
Caro Paolo,
….scalpito, manca ancora poco a San Valentino ed all’avvento della Tigre e nel frattempo proprio oggi mi sono accorta che i miei capelli, sempre “accroccati” hanno raggiunto l’altezza delle mie spalle, e stanno cominciando a sdraiarsi sulla schiena, quindi li terrò sciolti, liberi e ribelli; del resto non sempre le redini e i freni riescono ad evitare l’inevitabile… dunque, sia….. e i miei pensieri sono come i capelli.
No, non correggo questa lettera, perché se vorrai lo farai tu, aggiungendo un commento scimmiesco che ci starebbe dato che la Tigre è a te opposta, almeno così pare, così dicono… e solo tu sei in grado di “correggermi”, almeno così pare, così dicono….. Sarò pur sempre un animo nobile… essendo una Tigre…. almeno così pare, così dicono….
Che ti vuole molto bene…. e questo non pare, questo è….
“Tigri “crudeli”, dalle azioni fulminee, drastiche e poco ortodosse, Tigri che non possono essere “ingabbiate” in alcun modo perché odiano ogni limite posto alla loro libertà espressiva”…per caso, “ce l’hai” con me, tricheco?
Beh, non mi resta altro da fare che complimentarmi con me stessa: sono in perfetta connessione con il mio “animale totem”, bella e fiera, spregiudicata e indipendente. Era anche tempo che un animale così nobile e possente rammentasse a tutti gli altri abitanti della foresta che la mediocrità è un non-valore. Buono da spendere per farsi accettare esclusivamente dai propri pari, altrettanto mediocri, perché gli “infimi” e gli “ultimi” sono i primi ad essere disprezzati dai mediocri. Loro sì che sono migliori, sono migliori dei peggiori, e finalmente sono, e così pongono fine ad un’esistenza che non è più meschina, ma si trasforma in una degna esistenza mediocre della quale sono pienamente soddisfatti, perché il loro prossimo traguardo sarà la “potenza”. Si arrovellano le menti e si sporcano le mani per escogitare qualsiasi tattica vincente che possa loro permettere di realizzare il loro sogno segreto, scostandosi sempre più dai “deboli” e dagli “infimi” ma non troppo: certi del fatto che camminando sulle loro teste e schiacciandone le ossa, si potranno elevare al pari di coloro ai quali nel loro mediocre intimo aspirano ad assomigliare,ovvero ai “grandi” e ai “potenti”.
Li usano e ne abusano.
Non comprendono, poiché anche il loro intelletto è mediocre quanto il loro spirito, che la somiglianza è solo un pallido riflesso dell’essenza, e certi nella loro dabbenaggine, di poter godere anch’essi, della “potenza”, continuano a succhiare gli avanzi e ad invidiare prelibatezze, avendo un costante senso inappagato di stomaco e palato. I mediocri hanno imperversato in ogni dove, si sono infiltrati ovunque ci fosse un lampo di genio o di luce, non riuscendo neanche a distinguerne la differenza, poiché la loro vista si ferma dinnanzi all’ignoto, come il loro udito e il loro intelletto. Mediocri nel corpo, mediocri nella mente e nel cuore, la loro faticosa ed interminabile marcia verso la salita ha un unico scopo: raggiungere l’impossibile.
Ed è così, con un gesto magnanimo e generoso, che i “grandi” e i “potenti” assolvono i mediocri, riconoscendo in essi le creature più infime e bieche, quelle che realmente necessitano il loro aiuto, perché ancor più “piccoli” e soprattutto più “infimi degli infimi” che i mediocri tanto disprezzano e tanto deridono ma tanto sfruttano.
E se questo alle porte, sarà un anno da fuochi d’artificio, ben venga qualsiasi “artificio” per riuscire a stanarli, a ridicolizzarli e soprattutto ad eliminarli, prima che l’esercito senza volto ma con una chiara etichetta stampata in bella vista sull’uniforme recante la scritta “mediocre” possa aumentare ulteriormente.
Saranno così estirpate le radici del male, e non ci saranno più “potenti” né “infimi” e nessun “debole” dovrà più piegarsi e cedere il passo al “forte” e i posti dei “primi” saranno a disposizione degli “ultimi” perché saremo tutti uguali, non mediocri.
E la gioia di essere stata scelta come una delle rappresenti di questo maestoso e “potente” animale mi riempie di orgoglio. Sì! Orgoglio e fierezza, alterigia e arroganza, spocchiosità e vanità. E soprattutto non fa di me una detestabile, insulsa, ed anonima mediocre.
Angela Braghin, la Tigre