Stato, statale, statista… è già stato, è ora, forse sarà… – Le disavventure della politica italiana raccontate da Kiriosomega :”Tornano alla carica per imbavagliare internet!”

Statista: “Nell’etimo italiano il lemma deriva dal vocabolo Stato, e il termine genericamente indica un personaggio che ha un mandato di governo con valenza nello Stato in cui vive, ma che anche gli permette d´essere portavoce, all’estero, del popolo che rappresenta”.

Il vocabolo “statista” non è legato ad indicazioni diverse o moraleggianti, e prescinde, dunque, dal come la carica è stata acquisita.

Pertanto, qualsivoglia personaggio che ha rivestito incarichi politici che abbiano inciso sui destini dello Stato/nazione può essere definito “statista”, e di conseguenza la qualificazione del termine statista dipende dall’aggettivo che gli si pone accanto.

Se l´aggettivo qualificativo ha oggettivazioni reali, il giudizio è veritiero perché comprovato da fatti; se le aggettivazioni sono soggettive, dunque non in sintonia o parzialmente aderenti alla realtà, il giudizio è quantomeno forzoso, artefatto e spesso totalmente falso.

Craxi, pertanto, è da considerare uno statista per i compiti che svolse, ma fu statista di qualità pessima perché condusse i destini d´Italia a naufragare ancor più miseramente, giacché, tra l´altro, riuscì a sottrarre un ingentissimo patrimonio dall’erario dello Stato per detenerlo illegittimamente attraverso reati d´abuso in atti d´ufficio, falso ideologico, concussione, peculato, raggiro delle leggi, storno di capitali erariali trasferiti all’estero…

Il patrimonio così sottratto all’italianità lo trasferì all’estero attraverso società fittizie che a lui facevano capo, 0 anche si servì di conti/deposito privati … di cui continuò a disporre dopo la sua condanna e fuga dall’Italia, e, ovviamente, di tali somme, tante centinaia di miliardi delle obliate lire, non si è più saputo nulla dopo la sua morte, ma è però lecito arguire che i discendenti qualcosa sappiano…

Perché i governanti statisti della bottega di “cosa propria” non iniziano ricerche per riavere quel denaro e rimarginare, almeno in parte, il debito pubblico del Paese creato anche dalle ruberie ereditate dal “sistema di Craxi”?

Questo è un altro mistero italico di cui sempre gli statisti e in certi casi i loro eredi, non devono rispondere perché sembrerebbe  che la loro cena ha maggiore importanza del prezzo che devono sostenere gli italiani  per mantenere governi inetti.

E sulla scia del “che importa, tanto pagano gli italiani” questo governo, come i precedenti, che fa? Nulla, anzi, aumenta le tasse direttamente o indirettamente, finanziando le banche e le grandi industrie che delocalizzano dove appare meno costoso il lavoratore dipendente.

E sempre questo Governo, essendoci rischio di una possibile sollevazione popolare, non potendo per ora porre le mani nelle tasche dell’esausto italiano che trae sostentamento da lavoro dipendente, unico vero contribuente che le tasse paga per intero, pone in atto anche furti legalizzati e autorizzati da leggi che esso stesso avalla. Così, lasciando non calmierati i prezzi, e affidando tutti i gioielli d´Italia ai privati, inclusa la gestione delle acque potabili prossimo lucroso mercato che le multinazionali già da tempo hanno adocchiato, continua a tartassare la popolazione in nome di un diritto, quello ultra liberista globalizzante, che non esiste nel concetto filosofico/economico di alcun Pensatore.

Così apprendiamo, come da accusa specifica lanciata da Bersani a Tremonti in dibattito televisivo, mi sembra “Anno Zero” di qualche mese addietro, che “si gonfiano le casse erariali anche attraverso le entrate speciali che sono gabelle poste sui sogni della povera gente che è spinta, nell’impossibilità d´economicamente sopravvivere, ad avvalersi anche dei giochi d´azzardo… e spera, e sogna, e non si rende conto che gli indici di vincita sono pressoché inesistenti mentre le rapinano sogni e sudati denari che potrebbe usare più utilmente”.

Indici di vincita che non sono pubblicati, che non sono sindacabili, che hanno un rapporto tra spesa e ricavo in caso di piccolo successo che è almeno di sei volte inferiore a quello della media europea. (Mia tesi di calcolo sovrapponibile ai risultati, ben più accreditati, esposti in un intervento televisivo su La7 dall’ingegnere Roberto Vacca Consulente CNR).

Dunque, per ricapitolare, possiamo affermare che la storia della Repubblica ha inizio e continua, ad oggi, con sue fasi evolutive che  si possono distinguere in:

1) Periodo del dopo guerra in cui i politici si trasformarono in politicanti di Partito rincorrendo brame di potenza che solo in quel tempo derivarono da ideali filosofici/economici/politici.

2) Era dei Partiti dominata da politicanti che presero il sopravvento nella vita pubblica così da trasformare il fine partitocratico in S.p.A. che crearono con leggi a propria protezione e interesse.

3) Fase dei Politicanti che divennero mestieranti del Parlamento sine die, e soprattutto ladri inizialmente per occasione, ma qualcuno già allora per vocazione, comunque ripudiando gli ideali filosofici/politici.

4) Avvento del ciclo dei sindacati che tradirono il loro mandato di tutela dei lavoratori.

5) Era degli statisti che s´accodarono sempre più ai voleri U$A a cui s´inginocchiarono, anche nascostamente, e di cui divennero gli occulti esponenti in terra “d´occupazione”!

6) Installazione e stabilizzazione della casta dei politicanti attraverso la costruzione di regimi clientelari.

7) Insediamento di ladri e mafiosi in parlamento che finsero di trasformarsi in politicanti di mestiere.

8) Contemporanea apparizione con il punto 7 di bottegaio/statista che con l´ultra liberismo, principalmente usato in forma privata, sta costruendosi leggi ad personam e ad industriam ei.

Per la semplice e intuibile proprietà transitiva delle su esposte tappe “evolutive” della politica italica, dato che Craxi fu un ladro accertato, così si pronunciarono i tribunali della Repubblica, ogni statista che a lui si professi vicino, o di lui si dichiari amico, o che di lui avesse difeso o lasciasse difendere il ricordo camuffandolo, deve essere considerato anch’egli statista altrettanto pessimo perché con tale comportamento critica, non motivandole, le decisioni di tribunali che agiscono in nome del popolo sovrano!

Se non ricordo male è così che si asserisce in democrazia: “Il popolo è sovrano”!

Se però questa che viviamo non è democrazia, almeno i politicanti la smettano di contare balle, e abbiano un minimo di dignità così che, speriamo, il popolo possa decidere cosa fare!

A proposito, sapete che lo statista piduista, con i suoi disparati interessi ancorati principalmente nel settore delle informazioni e immagini televisive sta facendo elaborare una nuova strenna per il popolo italiano che sempre più s´avvia ad essere la Cina d´Europa? No! Non economicamente.

Questa nuova strenna ricomparve nel parlamento dell’Italia durante il periodo natalizio dell’anno appena trascorso, ma è non ancora interamente emersa per ragioni d´opportunità, insomma: “Tornano alla carica per imbavagliare internet”!

Ma ne parleremo un’altra volta… speriamo.

Kiriosomega

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