Nucleare in Italia… dove come quando perché…? I motivi del nostro No al ritorno delle centrali atomiche..
Le nostre levate di scudi contro le scelte nucleari del governo berlusconico non possono né debbono essere basate unicamente sull’opposizione alle ubicazioni prescelte. I motivi dell’opposizione ferma al ritorno al nucleare in Italia sono di varia natura, sia economica che ambientale che di sicurezza. Dal punto di vista economico la spesa mastodontica delle nuove centrali non sarà risarcita dai benefici produttivi, questo non solo per i costi “tecnici” degli impianti e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi, ma soprattutto a causa dell’aumento del costante del costo dell’uranio e della diminuzione nel reperimento di detto materiale sul mercato. Infatti è risaputo che l’uranio già scarseggia oggi, tanto quanto il petrolio, e nel momento in cui le centrali italiane saranno pronte il costo del minerale radioattivo sarà arrivato alle stelle.
Viviamo in un mondo che è globale, abbiamo visto che l’incidente di Chernobyl ha colpito l’intera Europa ed anche l’Italia, quindi l’ubicazione delle centrali non è ragione sufficiente di sicurezza. A questo proposito vi invito a leggere la lista che segue in cui vengono menzionati tutti gli incidenti alle centali europee del 2009.
Ma voglio dare la parola all’amico Kiriosomega che mi scrive per evidenziare l’aspetto giuridico della non fattibilità delle centrali nucleari in Italia: “Esiste la mappa dei siti per l’insediamento del nucleare? Si! Essa fu stilata nel 1979 in base a requisiti specifici dei territori prescelti. Sono cambiati i requisiti per scegliere tali siti? NO! Il nucleare è sempre con gli stessi rischi e uguali profitti. Che esista o meno un elenco di siti in cui porre le future centrali nucleari italiche credo sia solo questione di lana caprina. Mi spiego. Se un sito nucleare, poniamo posto a… “Nicosia”, centro della Sicilia, subisce un incidente con perdita di radiazioni, qualcuno crede che queste rispetteranno i confini regionali? Capisco che i leghisti lo sperano, ma in ogni caso non è così. Pensiamo che se “salta” il superphoenix francese l’effetto si avvertirà non solo a Varese, dove ha casa Bossi, o a Roma dove stanno il papa e Berlusconi, o a Palermo e Trapani dove stanno Schifani e Alfano, o in Emilia dove sta Bersani, ma sarebbe investito tutto il Paese. Allora, il problema non è dove far sorgere le centrali nucleari, ma SE FARLE SORGERE! Ricordo che ci fu un referendum che specificò: “Nucleare. No! Grazie”! Se si vuole cambiare, alla faccia della democrazia del precedente risultato referendario, si faccia il nuovo referendum… e ci si attenga!”
Concordo pienamente con quanto qui espresso e vi invito a leggere gli altri articoli sullo stesso tema:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=uranio
Paolo D’Arpini