“Matteo Molent trasportato dall’ospedale di Gorizia a Udine con urgenza… Per salvargli la vita? No per predargli gli organi…..” – La drammatica denuncia di Nerina Negrello dell’ennessima uccisione legale per favorire i soliti Frankenstein

Era un giocatore di basket, di soli 21 anni, atletico, magari pieno di idealità, magari NON Donatore, studente di ingegneria a Udine, ma un malore in campo l’ha messo in mano ai predatori della sanità ed è stato ricordato dai giornalisti come se fosse un’offertissima sul bancone del supermercato: “paghi uno-prendi quattro”. Gli hanno predato 2 reni, il fegato, le cornee e chissà quanti tessuti.

Noi giovani della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente ci identifichiamo con Matteo Molent per età e siamo offesi per quello che gli hanno fatto e per come l’hanno liquidato, e lo vogliamo dire pubblicamente e soprattutto agli amici e compaesani di Tiezzo di Azzano Decimo (Pordenone) dove viveva.

Non entriamo nel merito della diagnosi riportata dai giornalisti in quel modo confuso ed esaltato, che in genere prelude e giustifica il successivo sacrificio umano dell’espianto (”colto da arresto cardiaco e… (successivamente) da aneurisma cerebrale” quanto mai opportuno per la dichiarazione di ‘morte cerebrale’). Quello che stigmatizziamo è la frase “La famiglia in un ultimo gesto di generosità, ha autorizzato l’espianto degli organi”. Bugiardi, dovevano più onestamente scrivere “I medici hanno chiesto alla famiglia di firmare la donazione degli organi del figlio senza informali che l’espianto avviene a cuore battente e sangue circolante”.

Ma il figlio era maggiorenne, quindi la famiglia non poteva donarlo, poteva però opporsi e fermare quell’espianto, se i medici li avessero informati in modo veritiero della prassi cruenta. Adesso quella famiglia avrà il tormento fino alla fine dei suoi giorni, ma ai trapiantisti che hanno raggiunto l’obiettivo non gliene importa nulla e ai mediocri giornalisti pubblicisti men che meno: il loro compito è di convincere altre famiglie a dare gli organi dei propri cari. Così favoriscono i medici garantendosi le porte aperte dell’ospedale per interviste ed altri articoli.

Il fatto è che lo Stato-padrone non ha il coraggio di dire apertamente alla popolazione che le Disposizioni Transitorie della L. 91/99 art.23 rendono lo Stato proprietario dei nostri corpi e solo se è documentata un’opposizione scritta del malato, o della famiglia si ferma il “tritatutto” statale. Furbescamente il medico coordinatore dei trapianti chiede la firma illegale per pararsi il “fondo della schiena”, nella eventualità che il risveglio dal dolore porti i familiari a sporgere denuncia. E’ dal 1999 che si attende il Decreto attuativo del Ministro per la manifestazione di volontà personale, stabilito dalla legge, ma non è stato emesso perché alla lobby trapiantistica torna più facile catturare la firma illegale dai genitori offuscati dal dolore evitando all’un tempo l’inevitabile dibattito sul silenzio-assenso previsto dalla legge dopo il Decreto.

Quel trasporto dall’ospedale di Gorizia all’Ospedale di Udine doveva allertare gli amici e la famiglia! “Matteo Molent è morto”,  NO è stato dichiarato ‘morto cerebrale’ ed è stato trasportato a Udine solo per l’espianto.

Comitato Giovani

Matteo Ciarimboli Presidente Nerina Negrello – 15 gennaio 2010

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