Calcata 2010 – Inizio a modo mio… di Angela Braghin

Sì Paolo..

Anche tu hai fatto tutto a modo tuo, come solo tu potevi, come solo tu avresti potuto.

A modo tuo hai affrontato tanti lunghi viaggi, tante immense fatiche, tanti amori e tante soddisfazioni.

Tu, con il tuo modo così  unico e spettacolare di sorprendere la vita, di stupire i cuori delle persone che hanno avuto la fortuna di attraversare il tuo Sentiero.

Hai solcato i mari della conoscenza, della coscienza e dell’ignoto per tornare da dove eri partito.

E lo hai fatto a modo tuo, con il sorriso sulle labbra e un’inconfondibile luce negli occhi. Quella stessa luce che ti ha accompagnato in ogni avventura, in ogni pericolo, in ogni sfida. E continua ad essere custodita in quello sguardo un po’ beffardo, enigmatico e seducente.

A modo tuo hai bonificato campi aridi, hai seminato campi fertili, hai annaffiato fiori di stelle.

E hai aspettato che tutto si compisse, che tutto si maturasse per coglierne l’abbondante dose d’amore che meriti, perché quella luce vera e pura non si spegnesse ma continuasse ad illuminare i passi di tutti coloro che vengono e verranno con te e dopo di te.

Le tue mani, le tue labbra, le tue orecchie, i tuoi occhi sono tutti strumenti di un’orchestra messa a disposizione per tutti, perché a tutti possa arrivare il messaggio profondo che vuoi trasmettere.

A modo tuo hai affrontato dolori e perdite, amicizie e grandi amori, lunghe e silenziose solitudini e hai continuato a solcare i mari dell’ignoto e della consapevolezza, senza paure o ripensamenti.

Sei andato, sei tornato, ti sei fermato: sempre a modo tuo.

Hai affondato con tutta la forza che hai, le tue radici nella Terra; ci hai creduto, e la tua fede ti ha premiato. Hai lottato, e il tuo coraggio ti ha salvato. Hai amato, e il tuo cuore si è riempito, e come una coppa che contiene l’incontenibile, il tuo amore si è diffuso e sparso nei cuori di noi tutti.

Noi tutti, che siamo stati accolti, nel calore di un abbraccio, nella meraviglia di un piccolo sorriso, nella confortante morbidezza di parole sagge e cariche di speranza.

A modo tuo, sei stato capace di sperimentare, di cambiare, di spezzare, di creare, di sognare.

A modo tuo sei un uomo, sei un bambino, sei un saggio, sei un incosciente, sei fragile e sei forte. A modo tuo, sei.

Sei una creatura variopinta e libera come un pesce tropicale, sei delicato come una stella alpina cresciuta selvatica nelle fenditure di una roccia, ma sei forte come la Pietra scolpita nell’eternità dei Cieli.

A modo tuo non ti sei mai accontentato di quello che eri, di quello che avevi, di quello che potevi.

A modo tuo sei riuscito ad essere quello che saresti stato, sei riuscito ad avere quello che avresti potuto ottenere, sei riuscito a fare tutto quello che avresti potuto.

Tanto avevi, tanto hai avuto, tanto hai dato. E tutto quello che hai, lo avrai. E tutto quello che sei, sempre lo sarai. E quello che puoi, sempre lo potrai.

A modo tuo riesci ad entrare e solcare le scene con i tuoi lunghi monologhi fatti di perle di fiume che si infilano tra silenzi ed accenti per formare una collana preziosa.

A modo tuo cambi i ruoli di tutti gli altri attori che recitano sul grande palco della vita, e questa eterna commedia non sarebbe così divina senza la tua presenza.

A modo tuo, nel tuo scrigno conservi antichi saperi, segreti mai confessati, amori mai dimenticati e speranze da realizzare. Conservi tante dolcezze da dispensare, tanti pensieri da dedicare, tante sorprese tutte da scartare.

A modo mio, sono grata al Destino per avermi permesso di guardare oltre i miei confini e avermi fatto scorgere una strada sterrata, in salita e nascosta dalla nebbia che ha reso incerti i miei passi nell’inoltrarmi.

A modo tuo hai aspettato che potessi scorgere dietro le apparenze una siepe di rose, un ruscello d’acqua dolce, un nido incastrato tra i fitti rami di un albero maestoso e rigoglioso, e hai lasciato che la nebbia si sciogliesse per lasciare spazio al calore del tuo sorriso e della tua inconfondibile e unica capacità di contenere tutto e tutti.

A modo nostro, ti siamo tutti riconoscenti per averci dato un posto speciale, unico e vero nel tuo giardino, per aver affondato le mani e il cuore, la coscienza e la speranza, la forza e la gentilezza nella tua Terra per ognuno di noi.

E i ringraziamenti sono soprattutto per la cura e l’attenzione con cui ogni giorno ti preoccupi di annaffiare, di potare, di rinverdire, le nostre foglie e i nostri petali perché possano crescere sempre più.

L’unico augurio che ti si possa fare è di continuare a essere semplicemente te stesso, a modo tuo.

Te lo augurano e se lo augurano tutti i cuori che hai toccato, tutte le coscienze che hai formato e trasformato, tutte le creature che hai nutrito, tutti i personaggi che hai interpretato.

Tutti, senza escludere nessuno, perché nel tuo scrigno piccino c’è uno spazio infinito.

Auguri per una nuova semina, per un nuovo raccolto, per un nuovo ramo del tuo incantevole giardino.

Auguri a modo mio, auguri a modo nostro a te, Paoletto, che ci dimostri quello che davvero conta: Essere, ciascuno a modo suo.

Angela Braghin 

 

Ho vissuto una vita piena  
Ho viaggiato su tutte le strade  
Ma più. Molto più di questo  
L’ho fatto alla mia maniera  
 
Rimpianti, ne ho avuti qualcuno  
Ma ancora, troppo pochi per citarli  
Ho fatto quello che dovevo fare  
Ho visto tutto senza risparmiarmi nulla  
 
Ho programmato ogni percorso  
Ogni passo attento lungo la strada  
Ma più, molto più di questo  
L’ho fatto alla mia maniera

Ho amato, ho riso e pianto  
Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte  
E allora, mentre le lacrime si fermano,  
Trovo tutto molto divertente

(Frank Sinatra, A modo mio)

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