Benito Castorina risponde ad Eliana che interroga Giorgio Nebbia sul come scaldar la casa senza inquinare eccessivamente
Facendo riferimento all’articolo:
Eliana pone delle domande a Giorgio Nebbia:
“Caro Giorgio Nebbia, leggendo quello che scrive mi vengono in mente due o tre cose da chiederle. Le seguenti:
1. Cosa fa lei a casa sua per limitare i danni sull’ambiente? Cosa usa per i trasporti? Questo non per far polemica ma per avere delle idee.
2. Ha parlato di filtri sul camino. Io cerco, con molta fatica, di non usare la mia caldaia a gas ma di usare le tre stufe che ho per tre camere (la legna è mia). Però sono consapevole di inquinare. Dove si trova informazione su questi filtri?
3. Altra cosa sulle stufe: sono convinta che le stufe a pellet siano più inquinanti delle stufe a legna per via delle micropolveri, ma dove trovo letteratura su questi argomenti?”
Interviene Benito Castorina:
“Una risposta per ELIANA, non sono Nebbia, ma ho le idee chiare, tu non fai male a nessuno anima santa e se hai la pazienza di leggermi ti dico il perché.
Gas, carbone, petrolio, se vengono estratti e usati per produrre energia producono gas serra. Se rimangono nel loro sito e non vengono estratti danno alla natura il tempo e l’opportunità di rigenerarsi. La natura ci viene incontro e noi, ove è possibile farlo con sistemi naturali, dobbiamo cogliere le opportunità che ci offre.
Un albero che si decompone produce una quantità di gas serra pari o superiore ad un albero che brucia e nel completo ciclo vegetale una pianta assorbe e rilascia la stessa quantità di anidride carbonica (che quantitativamente è uno dei principali gas serra) mantenendo l’equilibrio ambientale. Purtroppo l’anidride carbonica stimola l’attività delle piante che producono più pollini con le relative conseguenze, che si stressano e i rami diventano deboli e cadono con altre conseguenze, che si moltiplicano rovi e piante rampicanti che assalgono gli alberi e li fanno morire. Se guardi con attenzione gli alberi ti accorgerai che non pochi sono verdi anche d’inverno, ma quel verde (edera e altri rampicanti) non sono foglie per il loro nutrimento ma sciacalli vegetali al lavoro anche durante il periodo di riposo vegetativo dell’albero.
Per questo motivo “i geni” hanno pensato di riportare sotto terra contenendola in serbatoi di acciaio l’anidride carbonica prodotta in seguito all’estrazione di gas, carbone, petrolio. Solo che per produrre i serbatoi, per trasportarli e per interrarli si produce nuovamente anidride carbonica, quindi non si può fare l’equazione da sottoterra la prendo e lì la riporto.
Mi spiace di averti messo a parte di questa triste storia, di una tragedia che pochi occhi vedono, che pochi pensano che li riguardi, mentre tu ti sei preoccupata di fare danno per volerti scaldare con quello che la natura offre. Meriti un plauso e la risposta di Nebbia, naturalmente.
Dimenticavo che se usi la stufetta elettrica rischi di inquinare anche se in maniera indiretta in quanto siamo ancora indietro per la produzione di energia con fonti rinnovabili e chi te la fornisce inquina.
Infine il consiglio che do a te è di usare ove possibile ciò che ci offre la natura e che è più conveniente per la tua tasca, mentre agli enti preposti consiglio di utilizzare le bio-masse per la produzione di energia così potranno ripulire i boschi, togliere i rampicanti, raccogliere le potature, evitando che i contadini le brucino o le lascino decomporre all’aperto (producendo inquinamento) per produrre energia trasformando un problema in risorsa per la comunità.
Come vedi possiamo lasciare ai nostri figli un mondo migliore! Un caro saluto.
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Attendiamo ora un’eventuale risposta “altra” di Giorgio Nebbia (P.D’A.)