Natale, come è nata la tradizione dell’albero addobbato e come evitare il taglio indiscriminato – “Ritorniamo al Presepe… “ Scrive Laura Lucibello

Per molto tempo, la tradizione dell’albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord del Reno (sembra che il primo uso fu fatto nel 1510 con addobbi di frutta, noci, datteri, a significare “il gioco di Adamo ed Eva). I cattolici la consideravano un uso protestante, sebbene sia ormai universalmente accettata anche nel mondo cattolico (che spesso lo affianca al tradizionale presepe), tradizione introdotta durante il pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005 Papa nordico ma anche Ratzinger lo è), di allestire un grande albero di Natale nel luogo cuore del cattolicesimo mondiale, piazza San Pietro a Roma.

Forse basterebbe ricordare ai “cattolici” che per la storia e la tradizione cristiana, tutta italiana, il vero significato del Natale sta nel Presepe che risale all’epoca di San Francesco d’Assisi che nel 1223 realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività.

Senza dimenticare che per comprendere il significato originario del presepe, occorre chiarire la figura del lari (lares familiares), profondamente radicata nella cultura etrusca e latina.

I larii erano gli antenati defunti che, secondo le tradizioni romane, vegliavano sul buon andamento della famiglia. Ogni antenato veniva rappresentato con una statuetta, di terracotta o di cera, chiamata sigillum (da signum = segno, effigie, immagine).

Le statuette venivano collocate in apposite nicchie e, in particolari occasioni, onorate con l’accensione di una fiammella.

In prossimità del Natale si svolgeva la festa detta Sigillaria (20 dicembre), durante la quale i parenti si scambiavano in dono i sigilla dei familiari defunti durante l’anno.

In attesa del Natale, il compito dei bimbi delle famiglie riunite nella casa patriarcale, era di lucidare le statuette e disporle, secondo la loro fantasia, in un piccolo recinto nel quale si rappresentava un ambiente bucolico in miniatura.

Nella vigilia del Natale, dinnanzi al recinto del presepe, la famiglia si riuniva per invocare la protezione degli avi e lasciare ciotole con cibo e vino.

Il mattino seguente, al posto delle ciotole, i bambini trovavano giocattoli e dolci, “portati” dai loro trapassati nonni e bisnonni.

Dopo l’assunzione del potere nell’impero (IV secolo), in pochi secoli i cristiani tramutarono le feste tradizionali in feste cristiane, mantenendone i riti e le date, ma mutando i nomi ed i significati religiosi.

Forse se si riuscisse a tornare ad un significato più etico del Natale, automaticamente si salverebbero molti alberi. E se proprio non se ne può o non si riesce a farne a meno, è meglio comprarlo con le radici e ripiantarlo.

Nel giardino della casa in cui abito c’è ancora un abete piantato 58 anni fa.

Laura Lucibello

 

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