Statuto del Partito Democratico – Paola Binetti, Pietro Ancona, i gay, la pansessualità… i generi della specie umana quanti sono?
Ho ricevuto la lettera in calce da Alba Montori e così le ho risposto..
Scusami, cara Alba, non voglio fare la parte del partigiano affiliato al PD, sia pur che io sono stato uno dei suoi fondatori e fautori dell’entrata della componente radicale al suo interno…
Voglio semplicemente obiettare dal punto di vista anatomico fisiologico quella che è una realtà incontrovertibile. I generi nella specie umana (come pure in ogni altra specie animale) sono: Femminile e Maschile.
Ti prego di notare il fatto che menziono prima il Femminile, in quanto primario e portatore e sostenitore reale di vita, e poi il Maschile, che è incidentale alla formazione della vita. Ma lasciamo da parte queste considerazioni e passiamo al contenuto della lettera “polemica” di Pietro Ancona (che mi hai inviato).
Come ben sai, assieme al comune amico Peter Boom, sono un assertore convinto della teoria pansessuale, questo -per quanto riguarda le espressioni della sessualità- significa che non ci sono propensioni sessuali atipiche nelle varie manifestazioni di rapporto fra maschi e femmine o fra maschi o fra femmine… Questa propensione mista è una naturale tendenza che può manifestarsi durante il corso della vita, “può” si dice, non “deve”.
Il significato di questa “possibilità” serve solo a cancellare il senso di colpa o l’orgoglio nel manifestare una specifica tendenza. Ma questo non vale solo per gli eterosessuali bensì anche per le altre propensioni (ed il famoso Gay Pride ne sarebbe lampante esempio…negativo).
Vengo al dunque, secondo me non c’è ulteriore bisogno di parcellizzare e suddividere la società umana in nuovi “generi” in natura inesistenti, i generi come dicevamo son solo due. Nella variegata gamma di espressione sessuale, che definiamo “pansessualità”, ovviamente si manifestano differenze di scelta o di gusto, ma queste differenze non sono sufficienti per creare un nuovo genere. E poi se ragioniamo ancora in termini separativi, calcolando sempre nuove categorie sessuali, non la finiremmo mai e dopo l’inserimento della categoria “gay” ecco che sortirebbe fuori qualcun altro che chiede l’inserimento nello Statuto del PD di “ruttofili”, “coprofagi”, “guardoni”, etc. etc.
Lasciamo perdere così ed andiamo avanti con le cose serie! Ciao e salutami l’Ancona.
Paolo D’Arpini
…………
Lettera menzionata:
La libertà di coscienza della Binetti e l’assenza di coscienza del PD
Nello Statuto del Partito Democratico, si parla di uomini e di donne ed anche di giovani uomini e giovani donne. Mai di omosessuali o gay.
Lo Statuto è stato approvato appena nel febbraio del 2008 e quindi avrebbe potuto fare riferimento agli omosessuali come ad un genere.
Perché distinguere gli iscritti soltanto in uomini e donne? Avrebbe dovuto recitare: “uomini, donne e gay” oppure non distinguere è scrivere soltanto : persone. I genere non sono due ma tre.
Non so chi abbia scritto lo Statuto del PD. Sicuramente una Commissione la quale è stata talmente d’accordo su tutte le cose da cancellare, da non scrivere, che praticamente non è rimasto quasi niente. E’ successo agli estensori quello che accade a certi scultori o a certi falegnami che a furia di scalpellare o di levigare si riducono con niente.
Non ho mai letto niente di più anonimo. Potrebbe adattarsi a qualsiasi formazione politica diciamo di un orientamento così indeterminato e così sbilanciato da destare financo stupore. Insomma, la prima parte dei principi, dei cosidetti “fondamentali” dello Statuto è del tutto anodina, insapore, incolore, insomma una specie di nebbiolina.. ..
Con uno Statuto come questo ha ragione la senatrice Paola Binetti a rivendicare la propria libertà di coscienza.
In effetti in assenza di un corpus di principi e di norme che definiscono la cultura di un Partito, di un Movimento, non resta che la coscienza personale del singolo iscritto che nel caso è nutrita da fondamentali nozioni di un cattolicesimo intollerante, punitivo verso qualsiasi “diversità” dall’unico comportamento sessuale ammesso dalla Chiesa: quello finalizzato alla procreazione. Certo la Binetti ha presente le punizioni che per oltre mille anni sono state inflitte dalla Chiesa ai sodomiti che vanno dalla castrazione al rogo. Ai delatori degli omosex venivano elargiti premi in denaro. Non è detto che una storia tanto antica di criminalizzazione non abbia lasciato segni e pregiudizi nell’animo della Nostra.
Dal momento che lo Statuto del Partito non compie alcuna scelta sul terreno dei diritti civili non si vede quale incompatibilità possa sorgere per la Binetti o per chi, per passare al campo dei diritti sociali, possa invocare l’abolizione di ogni e qualsiasi diritto per i lavoratori dipendenti. Diritti civili e diritti sociali sono appannaggio della libertà di coscienza di ogni singolo iscritto e di ogni singolo parlamentare o amministratore.
Infatti, Bersani si è affrettato ad accogliere la Senatrice, rimproverata dal Segretario, tra i propri seguaci. Perché nella grande palude ideologica e morale del PD non debba trovare posto l’intolleranza xenofoba di chi magari considera le legnate inflitte dai razzisti agli omosessuali una sorta di punizione “divina” e di espiazione dei loro peccati? E’ possibile che l’ecumenismo del PD possa giungere a tanto?
Pietro Ancona