“Cultura ed arte come comunione dell’anima” – Lettera al papa Joseph Ratzinger ed al cardinale Gianfranco Ravasi in chiave di spiritualità laica

“L’Arte non è professione”  (Saul Arpino 

Lettera aperta al Pontefice Papa Ratzinger ed a Monsignor Gianfranco Ravasi in merito all’incontro con gli artisti – 21/11/2009 Cappella Sistina – Inviata a:  benedettoXVI@vatican.va

Per secoli la Chiesa è stata tutrice dell’arte. In particolar modo  nel “Rinascimento”, dal verbo “rinascere”, infatti si diceva che la cultura era morta con le invasioni barbariche e la caduta dell’Impero Romano, e rinasceva solo allora, dopo mille anni.

I principali centri di diffusione furono la Roma dei Papi, Firenze e Venezia, che divengono così motori di propulsione dell’arte, che viene vista però dal potente anche come mezzo ideale per autocelebrare la propria forza e lungimiranza politica.

Così, seppur  il Rinascimento esprime il desiderio di far rinascere il vero volto dell’arte classica - ed è da questa, infatti, che gli artisti del rinascimento ereditano l’ideale dell’armonia e dell’equilibrio, l’ideale dell’uomo inteso come sintesi di bellezza e di bontà ideale di armonia tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e Dio, tra ragione e fede – artisti  come Michelangelo, Leonardo, Raffaello, per esigenze di vita e di lavoro, lavoreranno nella grande Reverenda “Fabrica Sancti Petri” funzionale però alla grandezza della Chiesa, perdendo quella  spiritualità laica dell’arte attraverso forme espressive dell’arte.

(Sul tema specifico: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/10/la-visione-spirituale-laica-di-antonello-palieri-auspici-per-l%E2%80%99incontro-di-roma-dal-2-al-4-ottobre-2009-su-%E2%80%9Cecologia-profonda-alimentazione-naturale-spiritualita-senza-frontiere/ )

Oggi la Chiesa se vuole può farsi portatrice di un messaggio purché non sia utilizzativa dei metodi significativi moderni per un vantaggio economico, modo attraverso il quale gli artisti assumono una “funzione”  nella società dei consumi.

Occorre invece agevolare le rivelazioni artistiche che sorgono dal popolo e che non sono omologate con il sistema  corrente  che utilizza speculativamente  l’arte e la  cultura.

L’arte non può essere professione ma espressione spirituale dell’anima.

Invitiamo il pontefice  ad ampliare e vivificare l’incontro previsto alla Cappella Sistina con gli uomini di cultura, ora   impostato sulle “pompe”,  chiamando invece a raccolta i giovani e gli sconosciuti non proni al mercato. Ricordiamoci, a tal proposito,  dell’insegnamento  di Gesù che allontanò i mercanti dal tempio…..

Con osservanza,

Paolo D’Arpini – spirito.laico@libero.it

Laura Lucibello – laura.lucibello@gmail.com

I commenti sono disabilitati.