Calcata, commemorazione di Luciano Laffi – Sempre presente nel cuore della gente che lo ama… ma anche nella psiche collettiva dell’umanità… Natura, fisiologia, arte, spiritualità, amore per il prossimo nei commenti di Laura Lucibello, Paolo D’Arpini e Daniela Strubel
Calcata: “Il Ciclo della Vita – Morte e Rinascita”
L’8 novembre 2009 era la ricorrenza del primo anno dalla dipartita del giovane Luciano Laffi, le cui opere sono esposte al Centro Visite del Parco Valle del Treja. Un anno fa egli cadeva vittima di un incidente stradale ma la sua morte non è stato annullamento… infatti da allora il messaggio artistico e poetico di Luciano, che sino alla sua morte era rimasto nascosto e celato a tutti, venne scoperto e servì da motore energetico per creare una associazione “senza spazio né tempo” che si prefigge di valorizzare le capacità artistiche dei giovani. Soprattutto in questo mondo dove la riuscita è legata alle introduzioni clientelari e l’arte è una sorta di commercio, il messaggio di Luciano, che era rivolto a tutti con pari amore, è un incoraggiamento a non soccombere ai meccanismi perversi della “convenienza”. “Luciano con le sue opere emblematiche ha dimostrato di avere un messaggio per l’umanità – ha detto a suo merito lo psicologo Michele Trimarchi- e noi tutti lo dobbiamo ringraziare…”. Quale migliore simbolo per la manifestazione nel cui contesto la mostra di Luciano Laffi si è svolta?
Paolo D’Arpini
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Pensieri messi insieme…
Sembrava una di quelle gite fatte in famiglia, una gita iniziata con un tempo molto incerto in una domenica di inizio novembre.
Appuntamento e poi……..via verso Calcata.
Calcata………… fino all’anno scorso forse solo un nome di una località da visitare.
Adesso, dopo quest’anno, vissuto a volte intensamente a volte con la voglia di non esserci, è un posto che fa parte di me………………
Via………. verso Calcata…………..le chiacchiere in macchina, le risa e il canticchiare tutto ci accompagna al nostro avvicinarci alla meta come se stessimo solo aspettando di essere tutti insieme di nuovo.
Al nostro arrivo il tempo incerto ci fa pensare di non poter fare la passeggiata a Santa Maria, poi tra una nuvola e l’altra uno scorcio di cielo azzurro, la speranza di non dover rinunciare anche se parte di noi non avrebbero rinunciato anche se avesse diluviato.
Si parte ridendo e scherzando, qualcuno resta a Calcata, ci inoltriamo nel sentiero che porta a Santa Maria che ci porta……….da Luciano.
Già…..Luciano, figlio vivace, intelligente, un vulcano di idee……………adesso è li, libero di volare………
Arrivati a destinazione avevamo solo voglia di affacciarci alla staccionata, a cercare di essere il più vicino a lui, ognuno di noi si è avvicinato a lui a modo proprio, chi piangendo, chi continuando a chiacchierare, chi isolandosi………………..
Io mi guardavo intorno cercando qualcosa di lui in ogni cosa, nella foglia che volava via……….nel ragno che passeggiava sulle sue ceneri ancora in parte li, nella goccia di pioggia, nel silenzio della natura, nelle nuvole sopra di noi………………..nel vento che ci portava delicatamente le voci di Calcata………….
Eravamo li, cercando di essere un tutt’uno con lui………………unendo le nostre energie inconsciamente sapendo che nel silenzio i nostri pensieri volavano in alto cercando di raggiungere qualcosa che non vedevamo ma che tutti eravamo coscienti ci fosse………….
Poi tornati a Calcata, forse con la sensazione di essere più vuoti, con la sensazione che manchi qualcosa………… forse invece un po’ più ricchi del giorno prima……… si torna al mondo “reale” dove ci avviciniamo di nuovo a lui, se mai lo avessimo lasciato, nello stare insieme ai suoi amici, guardando i suoi lavori esposti, condividendo l’intervento sulla neuropsicofisiologia cercando in tutte le cose qualcosa che ci tenga ancora legati ad un ragazzo normalissimo ma profondissimo che ha affascinato anche chi non lo conosceva.
Questo è Luciano…………….questo è quello che rimane di un figlio………….potrebbe sembrare poco agli occhi di chi legge ma, riuscire a sentirlo in tutto quello che mi circonda è davvero tanto, lui in qualche modo è ovunque, nelle pareti di casa, negli occhi dei suoi amici, nelle parole dei suoi fratelli,nei suoi lavori, nei suoi scritti.
Grazie Luciano di esser stato quello che sei stato e per essere adesso quello che sei, per sempre mio figlio!
Daniela Strubel
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Dedicato a Luciano.
Dopo una notte pressoché insonne ad ascoltar tuoni e grandine cadere battente sulla terra e sui nostri cuori mi sono alzata ed ho guardato fuori della finestra : il brutto tempo e nuvoloni neri incombevano ancora.
Le stesse nuvole e pioggia che Luciano aveva sempre paura tornassero, e proprio oggi che ci accingiamo ad andarlo a trovare a S. Maria di Calcata, dove sono sparse le sue ceneri, quelle nuvole dense d’acqua incombono sul cielo di Roma.
Alle 10.30 arrivo al Circolo, a parte Paolo, non c’è ancora nessuno. Guardiamo il cielo e ci chiediamo se il tempo ci darà tregua.
I suoi cari, noi, una rosa rossa, una piantina di ciclamini e la paletta di sua nonna, ci incamminiamo finalmente verso la salita.
Il sentiero è fangoso, in alcuni tratti scivoloso, ma andiamo avanti sereni e tra il mormorio della natura, le risate spontanee ed i giochi vocali dei ragazzi più giovani il sole si fa sempre più spazio sopra le nostre teste.
Mi piace pensare, e Paolo sembra concorde con me, che Luciano dal suo attuale spazio e tempo stia predisponendo il suo accoglierci, proprio in quel modo con cui avrebbe voluto alzarsi tutte le mattine: “….Una mattina mi alzai ed andai come al solito verso la solita finestra per riaprirla, la lasciai aperta poiché non c’era una nuvola e tornai sul letto per disegnare qualcosa di nuovo, per sentirmi ancora di nuovo bravo, come se quei disegni si fossero poi trasformati in vento in grado di mandare via prima quelle nuvole…. rivedere nel cielo l’azzurro vero…”
Davanti a noi si apre ora uno spiazzo, le ceneri di Luciano, i fiori, e la sua amata Calcata sul costone opposto sempre vigile e presente.
Il sole ci scalda, il vento ci accarezza, le foglie ci parlano, lievi goccioline d’acqua portate dal vento ci benedicono. Grazie Luciano la tua ospitalità è stata immensa come immensa era l’anima ospitata nel tuo corpo.
Laura Lucibello