“La mamma è sempre la mamma…!” – Alimentazione naturale vegetariana e vegana: latte di mucca o latte di donna, cos’è meglio per il bambino?
Ad ogni mammifero è destinato un latte specifico e le componenti nutrizionali del latte materno indicano chiaramente a quale specie è destinato e la giusta alimentazione che dovrebbe adottare ogni mammifero adulto. Vi è una correlazione tra ritmi biologici di crescita di alcuni mammiferi e la composizione del latte corrispettivo. Infatti il latte è un alimento perfetto e completo soltanto per l’organismo in crescita della stessa specie. Il piccolo umano per mezzo del suo latte specie specifico raddoppia (indicativamente) il suo peso corporeo in 175 giorni, la mucca in 60, la capra in 10 giorni, il ratto in 6 giorni.
Si intende porre in confronto le componenti nutrizionali del latte materno della donna con quelle della mucca, troppo spesso considerate idonee all’allattamento del cucciolo uomo. Il dato più importante del latte umano, se confrontato con il latte di mucca o con latte di altra natura, sta nella composizione proteica. Nel colostro è presente la lattoglobulina in notevole quantità, costituita in massima parte da anticorpi contro numerose malattie a protezione del bambino nei primi mesi di vita nei quali il sistema immunitario non è ancora maturo. Inoltre contiene utili fattori contro infezioni e contro eventuali allergie. Un’altra caratteristica del latte materno umano è la variabilità della sua composizione nel tempo. Nei primi 4-5 giorni dopo il parto si ha la produzione di colostro ricco di proteine e minerali, ma povero di grassi, carboidrati, vitamine e calorie. Dopo i primi giorni di allattamento il colostro si trasforma in latte di transizione, di aspetto grasso e cremoso e di composizione intermedia. Solo al decimo giorno comincia la produzione del latte materno vero e proprio, cioè del latte “maturo” meno ricco di proteine, minerali, vitamine A ed E, ma più ricco in grassi, zucchero, e vitamine del complesso B. La composizione del latte materno varia anche col passare dei mesi a causa della diminuzione delle proteine. Variazioni si osservano anche durante la stessa giornata: al mattino il latte materno è più ricco di grassi.
Il lattante alimentato artificialmente, con latte trattato, probabilmente si troverà a pagare un prezzo metabolico elevato per crescere, se viene alimentato con latte diverso da quello materno cui la natura aveva stabilito. Infatti se si confronta il latte materno con latte “artificiale”, contenenti per es. proteine della soia (meno costose e più vantaggiose per l’industria), il lattante mostrerà insufficienza della risposta immunitaria sia alle comuni infezioni sia alle vaccinazioni. I tipi di latte adattati non riproducono mai la composizione del latte umano. Le componenti nutrizionali dei tipi di latte adattati dovrebbero essere riportate con precisione sulle confezioni in polvere, segnalando anche la composizione dei singoli aminoacidi e di acidi grassi. Per il neonato non dovrebbero essere utilizzate formule arricchite con Fe in quanto potrebbero facilitare infezioni intestinali.
Inoltre c’è da conserare che il latte, per evitare esposizioni alla luce, è fatto per passare direttamente dalla mammella nello stomaco del lattante che, per ossigenazione, gli fa perdere la vitamina C. (Tutte le creature che mangiano latte dovrebbero succhiarlo, dice il dr. Page). Con la pastorizzazione poi le vitamine vengono distrutte; calcio e fosforo vengono resi inorganici e quindi inassimilabili; il valore della proteine viene abbattuto; si riducono i sali minerali resi insolubili e quindi inutilizzabili, il valore alimentare risulta gravemente ridotto; gli zuccheri caramellano, le proteine coagulano parzialmente; la sterilizzazione poi abbassa totalmente il valore nutritivo.
COMPOSIZIONE A CONFRONTO TRA IL LATTE UMANO MATURO E IL LATTE DI MUCCA
Latte umano latte di mucca
Proteine: 1 3,5
Caseina: 20 82
Proteine del siero: 80 18
Azoto non proteico: 23
Aminoacidi (mg/100 ml):
istidina: 22 95
isoleucina: 68 228
leucina: 100 350
lisina: 73 277
metionina: 25 88
fenilalanina: 48 172
treonina: 50 164
triptofano: 18 49
valina: 70 245
arginina: 45 129
alanina: 35 75
acido ispanico: 116 166
Cistina: 22 32
Acido glutammico: 230 680
Glicina: 0 11
Prolina: 80 250
Senna: 69 160
Tiroxina: 61 —-
Lattosio (g/100 ml): 6,4 5
Lipidi: 4 4
Acido Linoleico: 7 10
Acido Oleico: 36 28
Acido Linolenico: 1 —-
Calcio (mg/l): 340 1170
Fosforo (mg/l): 140 920
Sodio (mEg/l): 7 22
Potassio (mEg/l): 13 35
Cloro (mEg/l): 11 29
Magnesio (mg/l): 40 120
Zolfo (mg/l): 140 300
Cromo (ug/l): —- 10
Manganese (ug/l): 10 30
Rame (ug/l): 400 300
Zinco (mg/l): 4 4
Selenio (ug/l): 13-50 5-50
Ferro (mg/l): 0-5 0-5
Vitamina A: 1900 1500
Tiamina (ug/l): 160 440
Riboflavina (ug/l): 360 1750
Niacina (ug/l): 100 640
Ac. Pantot. (mg/l): 1,8 3,5
Acido Folico (ug/l): 52 55
Vit. B12 (ug/l): 0,3 4
Vitamina C (mg/l): 43 11-21
Vitamina D (U.I./l): 22 14-33
Vitamina E 8mg/l): 1,8 0,4
Vitamina K 8Ug/l): 15 60
Come si può vedere (anche osservando la grafica ondulatoria) tra il latte umano e quello di mucca vi sono delle differenze di composizione notevoli. Da notare che le proteine e il calcio nel latte di mucca sono circa il triplo rispetto il latte umano e il fosforo e il sodio sono circa 4 volte maggiori.
L’essere umano è l’animale con la crescita più lenta per raggiungere la maturità e sviluppare una dentatura adatta a masticare cibi solidi, di conseguenza il periodo di allattamento è più lungo di tutti.
Da esperimenti risulta che quando a ratti viene somministrato latte pastorizzato a 63° si verifica mortalità precoce e riduzione della vitalità. La pastorizzazione distrugge il 38% del complesso B e almeno il 25% della vitamina C. Ci sono stati casi in cui i lattanti contrassero lo scorbutio a causa dell’utilizzo del latte pastorizzato, dovuto alla distruzione della vit. C.
La sterilizzazione delle sostanze alimentari abbassa il loro potere antiscorbutico quanto più è alta la temperatura. Carne e latte inscatolati sono inevitabilmente scorbutogenici. Risulta tra l’altro che i bambini nutriti con latte pastorizzato hanno meno resistenza alle infezioni. E’ stato verificato che la crescita in altezza dei bambini nutriti con latte di mucca pastorizzato era inferiore ai bambini nutriti con lo stesso latte crudo.
Nel 1926 McCollum in una conferenza dichiarò che da quando nella città di Baltimora aveva emesso l’ordinanza che rendeva obbligatoria la pastorizzazione di tutto il latte, i casi di rachitismo aumentarono del 100% nella città.
Il “Lancet” di Londra riportò alcuni esperimenti fatti da un medico inglese che nutrì un certo numero di gattini e cagnolini con latte pastorizzato. Essi morirono, mentre i gattini e cagnolini nutriti con latte crudo prosperavano bene.
Il latte pastorizzato produce: costipazione, scorbuto, rachitismo, scrofolosi e malattie analoghe (da “La scienza e la raffinata arte del vivere e della nutrizione”, di H. M. Schelton e altri autori).
Il latte di una specie, anche se può essere usato dal piccolo di un’altra, non è adatto alle sue necessità nutrizionali. Le grandi differenze nelle composizioni chimiche del latte delle varie specie, che riflettono anche differenze fisiche.
Il quantitativo proteico più alto, quello della coniglia 15,50, corrisponde alla crescita più rapida dell’animale. In linea di massima il latte umano assomiglia al latte della mucca ma differisce in molti aspetti particolari: è più dolce e non ha odore, mentre il latte della mucca contiene troppa caseina e l’albumina è insufficiente per il piccolo umano; tra l’altro manca anche il lattosio e il contenuto degli aminoacidi delle sue proteine è differente.
Il cucciolo d’uomo ha una crescita molto lenta: alla nascita il suo cervello è più grande di qualunque altro animale e il suo tasso di crescita è maggiore. Il latte umano non solo è il più digeribile: in esso si trovano residui di lecitina che serve per la costruzione del cervello umano.
I minerali del latte di mucca non sono prontamente assimilati dal piccolo umano, di conseguenza un terzo degli elementi minerali vengono espulsi con le feci.
I bambini nutriti al seno sono più intelligenti di quelli nutriti con latte artificiale e quelli nutriti con il biberon sono più nevrotici ed hanno più malattie dell’infanzia.
Alcune donne smettono di allattare il loro bambino quando non hanno latte, mentre se persistessero per pochi giorni il latte arriverebbe. La quantità può essere esigua nei primi tempi e aumentare successivamente. E’ errato considerare il ritorno delle mestruazioni come motivo di svezzamento; nemmeno una leggera o breve malattia dovrebbe indurre la madre a svezzare il proprio bambino, né un’altra gravidanza dovrebbe provocare l’immediato svezzamento.
In ogni modo, per la crescita e lo sviluppo, il latte di un animale funziona meglio del latte di soia o di altri tipi di latte artificiale.
Inoltre lo zucchero non dovrebbe mai essere aggiungo al latte, perché tende a produrre fermentazione. Al bambino si dovrebbe dare tutto lo zucchero di cui ha bisogno solo attraverso i succhi di frutta biologici al naturale. La migliore fonte di zuccheri per il bambino si trova nell’uva.
Franco Libero Manco