Ottobrata a Gabii, XIV edizione, con Edoardo Torricella ed il suo Gruppo teatrale – Narrazione di un evento spirituale vissuto…. con emozione e gioia

Prime sensazioni a caldo

…ci vorresti tu per descrivere la poesia e le sensazioni vissute.. in modi così intensi ed inusitati… sentendo  l’ambiente, la temperatura, la presenza di uomini donne  bambini, i monumenti, le montagne in lontananza, la vista del lago prosciugato di San Primizio, la vecchia chiesetta dedicata allo stesso santo martirizzato nel IV secolo, il tempio di Giunone Gabina in tufo gabino dalle sembianze greche per maestosità malgrado l’architettura diruta, le recite in vari angoli del parco archeologico, di Marziale: “…mi chiedi perché non ti faccio omaggio dei miei libelli? Ma è ovvio perché non voglio che mi ricambi con i tuoi…!”,  il Miles Gloriosus di Plauto, storie di angeli e santi, musica arcaica con  legni battuti…

Dormo o son desto nello scorrere del tempo scandito da passi lunghi per chilometri di percorso in piano, nel verde quasi primaverile di questo ottobre romano, malva ed erba medica, qui e lì querce dalle grosse ghiande “tieni mangia” sembrava volessero dire… ad un figliol prodigo ramingo.
Meravigliato mi sono chiesto se fosse estate  od inverno, paradiso od inferno. Sdraiato prima su una roccia calda di sole poi sull’erba umida, una coperta sulle spalle svolazzante nel vento forte del pomeriggio, i rumori delle auto sulla via Prenestina, ma lontane quasi rombi di tuono a ciel sereno… ed infine al lume di torce accese nella notte il pianto di Medea, la morte… la mia morte e quella del mondo intero e la rinascita negli occhi di chi mi guardava.. 

In questo crepuscolo degli Dei… sono ancora a Gabii… a Roma…?

E poi…

Sono stato invitato  a partecipare all’Ottobrata a Gabii, lo spettacolo culturale organizzato da Edoardo Torricella, sin da 14 anni fa… eppure solo quest’anno mi è stato possibile intervenire.

Non so se ebbi fortuna o se la mia buona sorte  é maturata abbastanza.  nel frattempo,  ma la giornata vissuta nel parco in mezzo al verde dell’Agro Romano è stata particolarmente bella.

Il cielo appena coperto di nubi,  tanto per dare colore al tramonto,  pitturate dai riverberi di un sole che aveva scaldato abbondantemente nel primo pomeriggio le mie ossa reumatizzate da 33 anni a Calcata.

Perché non sono nato a Gabii, perché non sono vissuto a Gabii, perché ho avuto la fortuna di rivedere Gabii solo ora? La sensazione era infatti quella di aver trascorso diverse esistenze in quel luogo, forse le varie scene teatrali,  in ognuna delle quali si evocava una vita, forse il desiderio di tornare indietro nel tempo.. con le esclamazioni latine nelle orecchie, oppure un andare avanti per  rinascere in un futuribile mondo in cui la convivenza e l’amicizia fra  natura e uomo trovano armonia e gioia di convivenza e partecipazione….

Edoardo Torricella è un alchimista  dell’immagine e della spiritualità laica,  l’ho scoperto  il 24 ottobre 2009, dopo così tanti anni che lo frequento… Quante volte è venuto a Calcata, recitando con il suo Gruppo? Almeno  tante volte quanti sono gli anni trascorsi da qual primo invito del 1995… ma forse anche di più!

A Calcata, al Circolo Vegetariano oppure nella piazza o nelle grotte falische o nelle spiaggette in riva al fiume Treja, abbiamo vissuto sempre momenti magici -assieme al Gruppo di Edoardo- eppure debbo dire che tutta questa magia è stata surclassata o concentrata in una sola giornata a Gabii….

Ritengo una vera offesa alla cultura che tali manifestazioni debbano essere fatte alla chetichella, quasi di straforo, senza opportuni supporti e collaborazioni e finanziamenti da parte delle Istituzioni.  Noto che  (mentre vengono sponsorizzati dubbi spettacoli di volgare matrice pseudoartistica) a Roma manca il rispetto e la dignità della MEMORIA delle proprie origini, che invece il Gruppo di Edoardo Torricella ha saputo modestamente  rimettere in luce.

Mi auguro che questa lettera venga letta dalle Autorità che potrebbero e dovrebbero sostenere la cultura in Italia e nella Capitale. Portando a compimento quanto necessario….  

Paolo D’Arpini

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