Ignazio Marino e la storia del suo percorso di guerra, da trapiantatore di organi a cuore battente a becchino del Partito Democratico – “Con le benedizioni di Massimo D’Alema e Rosy Bindi…”

Ignazio Marino liquidato dal gotha trapiantistico, fa il politico e  cavalca a Viareggio (27/09/09) il lavoro scientifico di R. Truog e J.  Fackler del 1992 “Rethinking Brain Death – another point of  view” (Revisione della Morte Cerebrale – un altro punto di vista)  Critical Care Medicine, Harvard Medical School vol. 20, No.12 1992,  che fin da allora rendeva noto a tutto il mondo scientifico che “molti  pazienti oggi diagnosticati in ‘morte cerebrale’ non soddisfano il  requisito base della cessazione irreversibile di tutte le funzioni  dell’encefalo”.

Tale importante “antico” documento noto anche in  Italia in quanto tradotto, stampato e diffuso in oltre 5 mila copie  dalla Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore  Battente, nonché consegnato alla Commissione Affari Sociali  ripetutamente nelle udienze a noi riservate, è stato ignorato sia  dalla Commissione, sia con ogni evidenza da quel Ignazio Marino, che  nel frattempo soggiornava a Pittsburgh e non poteva non essere al  corrente.

Quindi non c’è da cantar vittoria, come fanno i giornalisti che  incensano in tutta fretta, senza capire il gioco sommerso,  trasformando un “pluriomicida legalizzato”in un santo solo perché  riesuma un documento scientificamente valido nella condanna dei  protocolli attuali di accertamento di “morte cerebrale” imposti dalla  legge, ma all’un tempo pericolosissimo nelle intenzioni dell’autore e  “nelle mani” di Marino.

Giacché senza memoria non c’è conoscenza, ricordiamo:

1973 Marino si iscrive a medicina all’Università Cattolica (RM)  determinato a fare il chirurgo e a occuparsi di trapianti, a suo dire  perché voleva soluzioni immediate ai problemi.

1983 – 1992 è assistente universitario al Policlinico Gemelli, ma  frequenta i centri di trapianto a Cambridge, dove pratica espianti, e  a Pittsburgh.

1992 Diventa Co-Direttore del National Liver (fegato) Transplant  Center del Presbyterian Hospital di Pittsburgh, dove pratica espianti  e trapianti di fegato a piene mani sotto Thomas Starzl. Espianta  sovente individui coinvolti in sparatorie nella vicina Newark.

1992 e ‘93 fa parte del team che ha effettuato due trapianti di fegato  da babbuino ad uomo. Si tratta di interventi sperimentali. Dice “I  volontari che si erano offerti erano persone affette da gravi malattie  in fase terminale che avevano ancora pochi mesi di vita”(!!!) e si  giustifica dei fallimenti così: “..avevamo trapiantato moltissimi  ratti utilizzando il fegato dei criceti, e diversi cani con il fegato  dei maiali per valutare la reale efficacia dei farmaci antirigetto”.

1995 Da Pittsburgh pubblica su Leadership Medica l’articolo “Il  donatore multiorgano: aspetti organizzativi e di trattamento”, da cui  stralciamo: “La somministrazione di anestetici generali è necessaria  per controllare la reazione del simpatico che si manifesta durante  l’intervento chirurgico (d’espianto ndr)… con tachicardia,  ipertensione, sudorazione e movimenti involontari… delle braccia e  delle mani verso il corpo che possono essere di ostacolo alla  procedura chirurgica, rendendo necessaria la somministrazione  preventiva di farmaci curarizzanti (paralizzanti ndr)”. Evidentemente  la denuncia di R. Truog a quel tempo non lo aveva ancora  “folgorato”perché gli avrebbe ostacolato la carriera.

1995 Cova già il progetto per la fondazione dell’ ISMETT Istituto  Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad alta specializzazione per lo  sviluppo del business trapiantistico, sia da cosiddetti morti cerebrali che da donatori viventi, nell’area del mediterraneo (era  appena passata la legge della morte cerebrale 578/93 con DPR 582/94 e  in Italia si prevedevano espropri facili).

1997 L’Istituto Mediterraneo per i Trapianti e Terapie ad Alta  Specializzazione nasce da una partnership internazionale pubblico/ privata tra gli ospedali palermitani Civico e Cervello ed il Centro  Medico dell’Università di Pittsburgh (Upmc Healthy System). Il  progetto per la creazione di un centro trapianti multiorgano è stato  pianificato nel 1996 e avviato nel 1997, finanziato dalla Regione  Sicilia, dal Ministero della Sanità, oltre che fortemente sostenuto  dal Comune di Palermo. La trattativa viene sviluppata dal prof. Ignazio Marino, quale legale  rappresentante e direttore dell’Ismett S.r.l.. E’ lui che apre il  mercato italiano agli americani, all’Upmc uno dei più importanti  provider sanitari del mondo, leader del settore trapianti, che dà  lavoro a 50.000 persone con un giro d’affari di 5,6 miliardi di euro,  che pone le condizioni: “I costi … saranno responsabilità esclusiva  dell’Italia. L’Upmc provvederà alla consulenza e supervisione sia per  la costruzione dell’edificio che per la scelta delle apparecchiature”.  Per quel compito di supervisore sarà pagato a gettito miliardario. Nell’Ismett S.r.l. i due ospedali (Civico e Cervello) hanno un  rappresentante per uno, mentre l’Upmc – University of Pittsburgh  Medical Center, ha tre suoi uomini, compreso il direttore I. Marino. Il verbale dell’accordo per la realizzazione dell’Ismett è firmato il  18 aprile ‘07 alla presenza del Cardinale Salvatore Pappalardo e del  Ministro della Sanità Rosy Bindi.

1999 la polemica si scatena sulla stampa perché l’Ismett ha affidato  al socio americano la gestione pagando una “parcella” di 9 milioni di  dollari all’anno per 9 anni (da rinnovare per altri 9) partendo dal  ‘97, più un “compenso per caso trattato”, compreso il progetto  esecutivo “chiavi in mano”, messo a punto oltreoceano, ed a Palermo  affidato al manager di Provenzano per l’importo complessivo di 98  miliardi di lire. Qualcuno parla di mafia italoamericana. Si  contestano i 50 miliardi già pagati senza aver fatto neppure un  trapianto e così fluiscono decine di miliardi degli italiani verso gli  USA.

2001 Presso l’Ismett Marino esegue un trapianto di rene da vivente su  paziente sieropositivo. Segue lettera di censura del Centro Nazionale  Trapianti e del Ministro della Sanità Sirchia per aver contravvenuto  alle decisioni della Consulta Tecnica Nazionale, con la quale si  contesta una sperimentazione non autorizzata. Marino si contrappone,  forte dell’Upmc e dei protocolli di Pittsburgh.

2002 L’allontanamento di Marino dalla direzione dell’Ismett e da tutte  le posizioni presso l’Upmc University di Pittsburgh, e sue sedi  mondiali, nonché dal Centro Nazionale per i Trapianti Italiano è da  ricercarsi tra l’altro nelle ripetute richieste di rimborso spese  presentate in doppio sia all’Upmc di Pittsburgh sia alla filiale  italiana. (La lettera di liquidazione dell’Upmc è stata recentemente  resa di dominio pubblico da Il Foglio). Il 6 settembre Marino rassegna  le dimissioni.

2003 Dopo l’allontanamento da Pittsburgh-Upmc diventa professore di  chirurgia alla Thomas Jefferson University di Philadelphia.  Esaltandone l’organizzazione dei trapianti, scrive su La Repubblica  (29/05/03) “l’obiettivo finale è quello di arrivare a ‘normalizzare’  la donazione degli organi considerandola come un atto quasi scontato,  un dovere dei cittadini verso la collettività”. Di costoro esalta “le  strategie di frontiera per incrementare il numero dei donatori…  Queste strategie vanno dall’utilizzo di donatori anche a cuore non  battente (ma trattati con anticoagulanti prima della morte attesa  ndr), al prelievo da donatori anziani (fino a 85 anni), alla donazione  da vivente (cosciente ndr), ecc”. E questo sarebbe un laico?

2006 Il salvataggio di Marino arriva da Massimo D’Alema e dalla sua  Fondazione Italianieuropei garantendosi la candidatura e l’ascesa al  Parlamento italiano. Quel D’Alema che, in qualità di presidente del  Consiglio dei Ministri, nel 1999 firmò insieme ad Oscar Luigi Scalfaro  la Legge 91 detta del silenzio-assenso per promuovere il prelievo  d’organi e tessuti. Il Sen. Marino fino all’aprile 2008 presidente della Commissione  Igiene e Sanità e attualmente presidente della Commissione d’inchiesta  sull’efficienza del Servizio Sanitario, giustifica l’omissione del  Decreto attuativo (L.91/99) sulla manifestazione di volontà a favore o  contro il prelievo di organi, adducendo la scusa che “risulta costoso  … 10 euro a notifica…” impedendo di rendere operativa la scelta. Invece compila l’illecita tessera promossa dall’EPAC per la donazione  di organi (soprattutto fegato) e del 5 per mille, che circola come  propaganda con la sua foto e la scritta “Presidente della XII Comm.  Igiene e Sanità”.

2008 Marino presenta il Disegno di legge (S10) Norme per la  dichiarazione anticipata di trattamento…, in realtà un provvedimento  pieno di tranelli, inclusa tra le altre la “donazione del corpo, di  organi e tessuti a scopo di trapianto, ricerca o didattica”, dove la  libertà è già conculcata con il solito artificio delle parole “dopo la  morte”, senza la precisazione “morte cerebrale”. Sfruttando la  superficialità del movimento in rete, lancia un appello il 24.11.2008  per il diritto alla libertà di cura, escludendo però il diritto di  opposizione alle indagini invasive e dannose per la dichiarazione  autoritaria di morte cerebrale emessa in 6 ore. Pubblica un libretto fuorviante per studenti “Idee per diventare  chirurgo dei trapianti” dove insegna che il prelievo è da donatore  “cadavere” e da “persone decedute”, rafforzando il falso con queste  parole: “la perdita irreversibile di tutte le funzioni cerebrali  corrisponde alla morte della persona… quando il cervello muore,  anche se il cuore batte l’individuo è morto”.

2009 Viareggio: cosa succede al “Festival della Salute”? Anche Marino  folgorato come S. Paolo sulla strada per Damasco? Dopo decenni di  espianti a cuore battente, da lui spacciati per prelievo da “cadavere”  fino al giorno prima (la casistica indica oltre 650 trapianti),  all’improvviso dichiara che “i criteri attualmente in uso per  stabilire la morte cerebrale sono troppo rigidi bisogna rivederli in  modo di tener conto della pratica clinica” e auspica con Truog ed  altri una revisione della morte cerebrale “meno rigida” (?). Cosa  significhi lo spiega R. TRUOG nel sommario del lavoro del 1992: “Conclusioni: la morte cerebrale è un concetto di morte valido, perché  equivale a perdita permanente della coscienza. I criteri della morte  cerebrale dovrebbero quindi essere basati sulla diagnosi della perdita  permanente della coscienza piuttosto che sulla perdita delle funzioni vegetative del cervello. Occorrerebbe esaminare la possibilità di  rivedere la nostra attuale definizione di morte cerebrale riferita a  “tutto il cervello”, sostituendola col criterio di “cervello superiore  (higher brain)”.

Non di rimozione della ‘morte cerebrale’ quindi si tratta, ma di  estensione del potere medico sulla valutazione della coscienza in  termini di morte. Dalla padella alla brace. Cosa potevamo aspettarci  da Marino! Il rifiuto dell’idratazione e della nutrizione forzate non  deve cercare giustificazioni di morte cerebrale per la sospensione.  Questi pazienti in coma vegetativo hanno il legittimo diritto  costituzionale ed umano di rifiutare qualsiasi tipo di trattamento  perché non sono cavie al servizio della sperimentazione coatta.

Si salvi chi può!

Nerina Negrello -  lega.nazionale@antipredazione.org

www.antipredazione.org

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