Memoria storica di come re-iniziò il festeggiamento del Ciclo della Vita, Vigilia di Ognissanti, Samhain, Halloween… in Italia ed a Calcata (quest’anno dal 31 ottobre all’8 novembre 2009) – E descrizione dell’Arcano XIII dei tarocchi
“Noi dovremmo occupaci solo di compiere azioni consone e giuste senza considerare l’uso buono o cattivo che ne deriva.. “ (Saul Arpino) .
Conservo ancora i trafiletti di giornale (Il Messaggero, La Repubblica ed altri) in cui si annunciava: “Calcata 31 ottobre, il Circolo Vegetariano organizza una festa denominata Halloween…”. Correva l’anno 1994 ed era la prima edizione della manifestazione che intendeva riportare l’attenzione su un particolare momento magico dell’anno, quello a cavallo fra la vigilia di Ognissanti ed il giorno dei morti.
L’evento si rifaceva ad una antica tradizione pagana in cui è detto che in questo periodo “si apre una finestra fra la vita e la morte, fra la morte e la rinascita”. L’evento era conosciuto nell’antichità remota ed anche nel medio evo, ed infatti come spesso è successo con tante feste pagane Ognissanti e la ricorrenza dei defunti cade proprio in questo periodo. A Calcata c’era la tradizione contadina di festeggiare un sabbat la notte del 31 ottobre (che fu oggetto di una mostra di Luca Nemiz tenuta al Circolo) si dice che le streghe da tutta Europa si dessero appuntamento su Narce è lì compissero i loro riti magici per agevolare la fecondazione e la conservazione dei semi nella terra. Persino in America, paese un po’ naive, si era conservata questa data che era stata però trasformata in una festa per bambini, in cui si scavano zucche per farne lanterne e ci si veste da streghe e spettri. Questa festicciola venne chiamata Halloween, che è una storpiatura di All Saints Eve (la festa celtica si chiamava Samahin).
Siccome la tradizione in Italia ed a Calcata era scomparsa completamente qui al Circolo pensammo di rinverdirla approfittando di questa allora sconosciuta festa americana e lanciammo l’idea di riprenderla, coinvolgendo i bambini delle elementari di Calcata ed un mago chiamato appositamente per creare l’atmosfera (la cosa fu organizzata con l’ausilio di Luciano Poggialini). Ricordo ancora, in uno di quei primi rifacimenti “orgiastici”, la coralità della partecipazione popolare, pur in una decenza e poesia… e purtroppo debbo constatare che la festa non è rimasta così poetica.. diventando pian piano, e non solo a Calcata, un inno consumista e ridanciano con musicacce, plastica, birra e quant’altro… Pazienza… occorre rileggersi il pensiero di Saul Arpino in proposito (vedi al capo pagina).
L’evento denominato Il Ciclo della Vita, che sta a significare la stessa cosa qui sopra descritta, e che anche quest’anno si tiene a cura del Circolo in collaborazione con APAI, prevede, oltre ad una collettiva sul tema, anche una mostra ad memoriam di un giovane artista deceduto lo scorso anno in questo stesso periodo, si chiama Luciano Laffi. La mostra delle sue opere, sino a poco tempo fa completamente ignorate persino dai suoi genitori, si tiene nel Centro Visite del Parco del Treja di Calcata, con inaugurazione il 31 ottobre e durata sino all’8 novembre 2009. Durante questi giorni vi saranno vari avvenimenti di carattere psicologico, esoterico, artistico e culturale.
Paolo D’Arpini
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Programma degli eventi più significativi:
31 Ottobre 2009 – h. 17.00 - Centro Visite del Parco del Treja. Inaugurazione della mostra su “Ciclo della Vita – Morte e Rinascita” e discorso interattivo su “Distacco ed Estasi” e “Suggestioni in trasformazione” – Interventi, proiezioni e musica in tema con poesie. Partecipano: Daniela Strubel, Mette Kirkegaard, Alex Raccis, Rosalia Scorpiniti, Giorgio Vitali, Lama Dam Chhoi, Paolo Guerra. Presenzia: Gianni Di Giovanni, presidente del Parco Valle del Treja Presentano: Paolo D’Arpini e Laura Lucibello
8 Novembre 2009 – h. 10.30 - Partenza dal Circolo Vegetariano VV.TT. Passeggiata a Santa Maria di Calcata, ove si terrà una breve cerimonia. Portare cibo vegetariano da condividere fra i presenti. Alle h. 16.00 – Centro Visite del Parco del Treja – Centro Storico. Incontro su “Neuropsicofisiologia” - Presentazione del dr. Ciro Aurigemma, psicologo. Segue relazione del prof. Michele Trimarchi su: “Neuropsicofisiologia, scienze integrate per conoscere la natura e la vita”. L’incontro termina con gli interventi e le domande del pubblico ed un piccolo rinfresco vegetariano.
Patrocinio morale di: Comune di Calcata, Parco Valle del Treja, Provincia di Viterbo. Si ringrazia il Parco Valle del Treja per l’uso gratuito del Centro Visite di Calcata
Info. circolo.vegetariano@libero.it – info.apai@virgilio.it –
Tel. 0761/587200 – Tel. 333.5994451
www.circolovegetarianocalcata.it
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Ed ora leggete l’interpretazione dell’Arcano XIII, collegato a questo periodo, fatta da Angela Braghin:
Il XIII Arcano dei Tarocchi non ha nome. Raffigura uno scheletro che stringe in mano una falce; per questo la tradizione ha inopportunamente chiamato questa carta “Morte”.
Il suo numero può essere benevolo e malevolo. Infatti il numero XIII è considerato nefasto e sublime, chiude un ciclo e un altro ne apre.
La morte distrugge la vita, ma nel distruggere tutto, elimina anche la sofferenza e il dolore. Il suo numero rappresenta dunque la sua vera essenza e l’assenza di un nome ricollega questo Arcano a quello del Matto, che ha un nome ma non ha un numero.
L’energia distruttrice dell’Arcano è al tempo stesso rigenerante e rivitalizzante. Solo morendo si può rinascere a nuova vita. Scelta compiuta con la consapevolezza dell’intelletto (il manico della falce è giallo, colore dell’intelligenza) e con la forza ( la lama è in parte rossa, forza vitale,in parte azzurra, forza spirituale). Tutto ciò che è stato meditato nel profondo, ora viene alla luce. L’Arcano lavora nella natura, nella sua natura più profonda e intima.
Con la stessa forza vitale dell’Arcano III cui corrisponde (Imperatrice), vuole ri-appropriarsi della libertà primordiale ( il Matto) che è stata soffocata dallo strato ormai inutile di regole, credenze, convinzioni che non sono più valide ma solo limitanti.
Il terreno sul quale lavora è nero.
Il nero è un colore alchemico ma anche simbolo dell’inconscio più profondo,colore che ricorda il fango dal quale spunta il loto nella tradizione buddista.
L’ego è domato dal processo di elaborazione in atto.
Sullo sfondo due teste incoronate,una maschile e l’altra femminile, regali in quanto purificate. Appoggiandosi a queste lo scheletro procede falciando nel terreno, dal quale emergono alcune mani e piedi (alcuni imperfetti, altri perfetti): il seme germoglia, la purificazione sta portando nuovi frutti, nuova vita. Le quattro lettere ebraiche che compongono il nome divino si scorgono nella parte posteriore del cranio: Yod, He, Vav, He, la cui somma è 26, il numero della divinità di cui l’esatta metà è 13.
La corrispondenza astrologica dell’Arcano XIII è con il pianeta Plutone, Signore dell’Ade, e al segno zodiacale occidentale dello Scorpione ( morte e rinascita).
Nella simbologia astrale, è la Luna a rappresentare la morte e la rinascita, comparendo e scomparendo dalla vista 13 volte l’anno.
12 erano gli apostoli,Cristo era il 13; Ulisse era il 13 membro del suo gruppo e l’unico a non essere stato divorato dal Ciclope.
La discesa nel regno dei morti la si ritrova in tutte le opere d’arte a carattere iniziatico, come la Divina Commedia, nei riti di iniziazione è prevista una morte simbolica.
Le profondità abissali della propria natura, chiamate da Jung “caverna degli assassini” consentono all’uomo di guardarsi dentro e per poterlo fare è richiesta una totale e metaforica discesa nell’oscurità.
Nella Kabbala ebraica, il XIII Arcano corrisponde alla lettera Mem: l’entrata nell’assoluto. Simboleggia l’amore posto al centro del cuore. La sua voce è l’identità dell’Abisso dove giacciono i mondi primordiali.
Angela Braghin