“Animali allevati, animali scacciati, animali da cacciare… ?” Storie sullo sport della morte e sul dramma della vita selvatica, sull’esistenza aliena dell’uomo e sul Dio al “femminile”

Premessa.

Questo che segue è uno scambio di lettere fra me e Caterina Ragazzi,  in cui si parla di rapporti con gli animali,  sia d’affezione che selvatici, e di rapporti umani alterati….  Nella società moderna il rapporto uomo-natura-animali è relegato al piccolo schermo od alla pet-mania. (P.D’A)

Caro Paolo,

Sabine Eck  mi ha mandato un sacco di articoli sul sale e mi ha detto che dovrà uscire anche un suo libro, li leggo e poi te li mando se vuoi.

Riguardo all’articolo che mi hai chiesto sullo smaltimento delle carcasse di animali da affezione e da reddito (cani gatti mucche cavalli capre, etc.) vedrò se ho tempo di scriverlo, altrimenti, se vuoi, quando ci vediamo mi fai un’intervista, mi piace molto chiacchierare con te delle cose di cui mi occupo per lavoro, anche perché il mio lavoro di veterinaria è praticamente sconosciuto ai più e in gran parte negli ultimi 10 anni è diventato burocratico e freddo, ma riguarda tanti campi, i più vari.

Ecco, in questo momento al telegiornale stanno parlando di un trafficante di 1702 animali (uccelli, scoiattoli, camaleonti, tartarughe, ecc.). che gli faranno?

Oggi pomeriggio, nella mia passeggiata col cane, sono andata a trovare Gigi, l’ex istruttore di equitazione di mia figlia Viola, che è  un personaggio qui a Spilamberto. Lui è un cacciatore da sempre e gli ho chiesto il motivo per cui  va a caccia…….

Mi ha risposto che ormai ci va per portare fuori i cani, che tanto non c’è selvaggina, perché dove va lui (è un cacciatore stanziale e caccia intorno a casa sua, abita in un posto molto bello) gli animali sono troppo disturbati (ma non tanto dai cacciatori, quanto dai cani, dai fuoristrada, dalle moto) e quindi si sono allontanati.

Ho un amico che non trova di meglio da fare che portare tutti i giorni il suo demoniaco cagnetto a scorrazzare in campagna a infastidire le lepri e i fagiani (che comunque si vedono da queste parti e non solo, anche caprioli, cinghiali……..) e lui , tutto felice, dice: si diverte tanto!

La prossima volta mi faccio raccontare i motivi per cui andava a caccia quando la selvaggina c’era. Non sono sicuramente favorevole alla caccia, ma credo che si debba sempre capire i motivi per cui si fa o non si fa una certa cosa, come la si fa, in che condizioni, e le conseguenze che ciò comporta.

I cacciatori che io conosco (e che ormai sono pochissimi) non sono semplici impiegati che hanno voglia di sgranchirsi le gambe la domenica, ma sono persone che vengono da una cultura  e da un ambiente contadino o montanaro e probabilmente sin da piccoli o comunque da giovani, hanno accompagnato il loro padre a caccia dove la preda era un modo per integrare una dieta non troppo abbondante. certo che ora che le macellerie e i supermercati trabordano di carne non sarebbe necessario, ma almeno il cacciatore ha il “coraggio” di uccidere l’animale che poi mangerà (se lo mangerà, perché spesso la selvaggina viene donata)………

Credo che ormai la caccia sia in netto declino, non conosco neanche una persona sotto i 40 anni che la pratica…… Caterina

……….

Cara Caterina,

Fatalità… poco prima di ricevere questa tua lettera  lo sai cosa mi è capitato oggi? Ero andato alla capanna del Tempio a controllare che tutto fosse a posto e lì dappresso c’era una lepre… forse una coniglia.. comunque una di quella specie di colore nero e dall’aspetto gentile… mi sono fermato ad osservarla e lei se ne stava buona buona ed ha cominciato a mangiare qualche filo d’erba tenera proprio  davanti a me. La gatta la guardava senza fiatare..  ma nemmeno tanto interessata. Sono stato un po’ lì a vedere cosa succedeva e poi pian piano sono ridisceso a casa, la coniglia è rimasta su…

Ho avuto la sensazione che postesse essere una lepre perché tra un po’ qui nella Tuscia riaprono la caccia e di solito liberano le lepri poco prima.  Già un’altra volta, diversi anni fa, mio figlio Felix trovò una lepre per strada e riuscì ad acchiapparla senza fatica e la portò assieme ai conigli che allora tenevo dentro una grotta… Campò abbastanza, sicuramente di più che se lasciata libera… e comunque queste lepri di allevamento (per cui la Provincia paga centinaia di euro a capo) sono allevate nelle gabbie, di solito in ex Iugoslavia, e non sanno  sopravvivere una volta sciolte nei boschi… per quello cercano di ritornare verso i paesi  e più che essere uccise a fucilate muoiono acchiappate da qualche cane. 

Beh, poi ci racconteremo altre storie… Paolo

……………

Caro Paolo,

beh, io sono andata per un anno a fare certi controlli in un allevamento di pernici e starne per il ripopolamento, sono sempre animaletti molto sensibili e fifoni e delicati, ma nati in incubatoio (i volatili) e cresciuti a contatto con l’uomo, vuoi che scappino come un vero selvatico quando incontrano il cacciatore?

Non so che gusto si provi a sparare ad un animale che fra un po’ lo prendi con le mani. L’animale che hai visto se era nero sarà stata una coniglia scappata da qualcuno e non una lepre… le lepri poi si riconoscono oltre che per il pelo color marroncino (da “selvatico”) anche perché hanno le orecchie e le zampe più lunghe… 

Ed ancora:

Sono stata a visitare un utente per me nuovo e che purtroppo non credo visiterò più in quanto gli ho consigliato di fare la rinuncia ad una certa autorizzazione di cui era in possesso e per la quale io ero deputata al controllo. Il posto era bellissimo ed è stato anche un po’ difficoltoso raggiungerlo, in cima ad una collina, con una strada sterrata che era tutta una buca e lì vitelli, vacche, manze, cavalli, maiali (ma di questi si sentivano solo i grugniti), galli e galline, un cane border collie che mi ha accolto festosamente e che io, con piacere ho ricambiato con carezze. Ero tentata di dire al figlio del proprietario, che mi ha ricevuto, se per caso non avessero bisogno di una custode…….. Abbiamo avuto uno scambio di informazioni e opinioni su varie cose inerenti l’allevamento delle vacche da latte per il Parmiggiano Reggiano, credo piacevole ed interessante per entrambi. Questi sono i momenti in cui apprezzo e sono felice del mio lavoro.

Ieri, tra le altre cose, Sabine mi ha parlato della sua visione del matriarcato, di Dio, della necessità di costituire delle “reti” di solidarietà e di collaborazione, anzi, di “comunione” fra donne, della sua crisi e dei suoi cambiamenti. Mi ha anche detto che lei, fino a 45 anni, non ha mai avuto un’amica……….

Mi ha raccontato la “storia” di una sciarpa rossa. Quando noi siamo “attenti” cogliamo cose che altrimenti ci sfuggirebbero…… Se siamo aperti e ben disposti nei confronti degli altri cogliamo sorrisi, saluti e fiori e bei colori….

Se usciamo di casa tristi o peggio ancora incazzati, vedremo solo la sporcizia e il “bruttume” di cui comunque il mondo è pieno, non guarderemo in faccia nessuno o se lo guarderemo vedremo solo visi tristi e indifferenti. Se diamo appuntamento in una grande piazza ad un’amica che non vediamo da trent’anni e che temiamo di non riconoscere, e lei ci dice:” indosserò una sciarpa rossa “, al momento dell’appuntamento vedremo tante sciarpe rosse……..

Bene, dopo aver parlato con Sabine di queste ed altre cose, torno in ufficio e, nell’atrio, vedo, appoggiati ad un tavolino, dei volantini e, attratta da una forza misteriosa, mi avvicino, ne prendo uno e leggo:

MARTEDI 29 SETTEMBRE 2009 – ORE 20,30 presso Spazio Eventi “L. Famigli” Viale Rimembranze, 19 Spilamberto  Incontro sul tema “Dio e il Femminile” L’aspetto di Dio nel suo femminile La sua storia fino ad oggi  Relatore: Dott. LILLO BRUNO CERAMI Ginecologo omeopata Dirigente 1 livello U.O. del Reparto Ginecologia e Ostetricia dell’Ospedale di S. Maria Nuova di Reggio Emilia

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