“Perché le galline non covano più?” – Storie al mercatino dei polli di Spilamberto ed altre amenità di vita paesana raccontate da Caterina Regazzi

Oggi ho ricevuto diverse lettere sugli animali, soprattutto sulle galline, e mi sono ricordato di un articolo che  scrisse un’amica della Toscana, Laura Viviani, una bioregionalista, che venne anche qui a dormire una notte, in cui mi raccontava la sua esperienza di allevatrice di galline.

Mi diceva che praticamente le galline non covano più le uova e che per fare i pulcini bisogna ricorrere per forza all’incubatrice…  Ma lei infine riuscì a trovare un esemplare covante, la  gallina della Norma, e mi raccontò tutta l’avventura dei pulcini e di come malgrado tutto la “razza” fu salva.

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/02/27/galline-da-cova-e-referendum-antinucleare-gli-escamotage-burocratici-e-la-selezione-naturale-in-italia-e-due-commenti-luciferini/

Ed in effetti il problema lo sentimmo anche  qui a Calcata dove anni fa  c’erano diverse persone come me che avevano ancora galline e galli, e facevamo a cambio di tanto in tanto delle uova di galline strane che potevano essere covate solo dalle francesine (ricordo ad esempio alcune uova di galline indiane dell’Andra Pradesh che si dischiusero…). 

Rammento però un caso di una gallina padovana che si era innamorata di me, la lasciavo libera assieme a tanti altri volatili in un terreno, ma lei era una coccolona  si faceva prendere in braccio ed accarezzare ed infine covò un bel po’ di uova facendo nascere  parecchi pulcini…. Poi venne una malefica volpe ed uccise le papere, i galli, e tutti i pulcini e pure la gallina, ne soffrii molto…. E da allora potei tenere i volatili solo chiusi in un pollaio.

Ora  ho con me, qui al Circolo,  un’ultima gallina solitaria, me l’hanno portata degli amici di Civitavecchia, anni fa, non potendo più tenerla in giardino perché la legge lo proibisce (uno può avere 10 cani ma non può tenere una gallina…)… tutto questo mi è tornato in mente leggendo la letterina di Caterina, che fa la veterinaria della ASL…

Paolo D’Arpini

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Lettera di Caterina.

“Stamattina mi sono alzata alle 6 per andare a fare servizio al mercatino dei polli che c’è qui a Spilamberto tutte le domeniche e ho parlato con un sacco di utenti. Che bello! Mi piace troppo!

A proposito delle mie chiacchierate al mercatino dei polli, tra l’altro, il barbiere di Spilamberto  (che aveva portato alcune sue galline dentro a un’automobile che sembra un pollaio) mi ha raccontato che ha un’anatra muta che ha 20 anni (Viola mi ha poi detto che possono arrivare a 30), un altro, che aveva una gabbia con una coniglia mamma più la nidiata al completo mi ha raccontato che lui i piccoli li lascia con la mamma due mesi (infatti erano grandi quasi come lei e li avevo notati perchè erano bellissimi), un altro, albanese, che alleva uccellini, mi ha parlato delle sue vacanze in Albania con i suoi quattro figli, di cui 2 nati qui e 2 nati là, un altro, che vende colombi, mi ha parlato del figlio di 14 anni che vorrebbe una “Vespa”, di quelle di una volta ed io gli ho detto dove potrebbe trovarla, secondo me e poi di un vecchio furgone Wolksvagen che sta da anni nel garage di suo padre (che ha più di 70 anni e che è stato un mio spasimante sfegatato) e che con questo furgone vorrebbe cominciare ad andare ad i raduni di auto d’epoca………

Riguardo poi alla faccenda della cova delle galline quei poveri animali non covano più perché non lo hanno imparato, essendo loro stesse nate in incubatoio, le francesine invece evidentemente si sono sempre conservate più “selvatiche” e quindi ancora covano. non so se le galline nate dalle uova che non sono di francesina, poi, a loro volta covano o se ormai l’hanno completamente dimenticato. Sarà anche un problema genetico: se la gallina è selezionata solo per la produzione delle uova e non per la rusticità, la capacità di allevare i pulcini, ecc. dopo un po’ di generazioni quella caratteristica, che per il “mercato” non è interessante, viene persa. Le vacche che producono il latte per il Parmigiano Reggiano sarebbero sicuramente delle “cattive” mamme, inoltre , ormai, con le produzioni di latte che hanno, anche volendo, non si potrebbe lasciarle il vitello vicino perché andrebbe subito in indigestione e dissenteria…….. Poveri animali!”

Caterina Regazzi

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