“Cani e gatti… possono essere vegetariani?” – Discussione sull’opportunità di ampliamento della dieta vegetariana ai nostri pets

Dare o no la carne agli animali  che vivono con noi? Se per motivi di giustizia noi animalisti ci rifiutiamo di mangiare la carne, per lo stesso motivo non dovremmo darla ai nostri compagni con la coda. Lottare per la difesa degli animali e nello stesso tempo considerare legittima la loro uccisione per diventare pasto dei nostri animali d’affezione è un’incoerenza non ammissibile per un animalista.  

Mentre le molte esperienze dimostrano che il cane si adatta bene ad una dieta vegetariana, in virtù dell’isovalenza tra le proteine animali e vegetali dimostrata fin dal 1728 dal noto medico chirurgo e professore all’università di Bologna Bartolomeo Beccari, il problema si presenta specialmente per l’alimentazione del gatto che avrebbe problemi a livello del sistema nervoso se dovesse mancare nella sua dieta l’aminoacido taurina, che si trova appunto nella carne.

Anche l’uso dei croccantini per cani e gatti non è compatibile con l’etica animalista (come le stesse scatolette) dal momento che questi prodotti sono fatti con scarti di macellazione e che, tra l’altro,  possono arrecare problemi ai reni e al fegato dei nostri amici: ossa, cartilagini, pelle, zampe e tutto ciò che viene escluso nella macellazione per l’alimentazione umana viene, per mezzo di trattamenti, aromi, coloranti, conservanti  ecc., reso appetibile per i nostri animali fino alla dipendenza.

Alimentare il nostro cane o il nostro gatto anche con tali scarti implica necessariamente l’esistenza dei mattatoi, come implica l’esistenza degli allevamenti intensivi e quindi dei mattatoi per gli animali produttori di latte se si usa consumare latticini e formaggi: un male che supera qualunque beneficio e qualunque consolazione affettiva. Le macellerie, come gli stessi banchi da macelleria dei supermercati, sono degli obitori veri e propri, luoghi preghi di vibrazioni altamente negative da non frequentare in nessun modo e da evitare come il punto più oscuro della terra. Il grande Pitagora raccomandava di non frequentare né macellai né cacciatori perché ritenuti infettati da spiriti della morte.

Siccome il problema per noi animalisti è essenzialmente di natura etica, a mio avviso la soluzione consiste nel somministrare al gatto un po’ di carne che riusciamo a recuperare da coloro che ancora sono carnofili, oppure aggiungere di tanto in tanto alla loro pappa un uovo.

Franco Libero Manco – francolibero.manco@fastwebnet.it

 

Commento:

La mia esperienza con i cani, essendo  essi originari di una  specie frugivora (cani e suini hanno comuni antenati), è che possono anche adattarsi ad una dieta pressoché vegetariana (esistono anche croccantini a base di soya), magari integrata da piccoli animaletti morti naturalmente che reperirebbero in natura oppure che noi stessi possiamo fornire loro (anche in città si trovano parecchi cadaveri in giro). Tra l’altro i cani come le volpi  mangiano  carne molto frollata (quasi verminolenta).  Mentre per i gatti, che sono felini e quindi fondamentalmente carnivori, non è facile far cambiare loro alimentazione (ne soffrirebbero in salute). Il problema con i gatti non sussisterebbe se non venissero tenuti prigionieri nelle case. I miei gatti che vivono semi liberi qui con me a Calcata, approfittano dei miei avanzi alimentari vegetariani ed allo stesso tempo acchiappano topi, lucertole, serpentelli, scorpioni, cavallette, uccellini, etc. ad integrazione della loro dieta.

Paolo D’Arpini

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