Le preoccupazioni della vita nel mondo e sprazzi d’illuminazione nelle parole di Nisargadatta Maharaj ed il senso della vera religione nel pensiero di Jiddu Krishnamurti
Introduzione.
La creazione di problemi “fittizi” è uno degli aspetti della mente. Alla base delle preoccupazioni mondane –ovviamente- c’è sempre il senso di responsabilità per le nostre azioni dovuto all’identificazione con il corpo-mente. Il processo dell’individualizzazione della coscienza è la funzione stessa della mente. La mente è la capacità riflettente della coscienza che assume su di sé il compito dell’oggettivazione e quindi della creazione del cosiddetto mondo delle forme. L’esteriorità è la sua tendenza.
Eppure non è una condizione definitiva o irreparabile, anche le sensazioni più negative possono essere trascese. Le preoccupazioni mondane che ci assalgono sono frutto del meccanismo mentale che proietta l’attenzione sui fattori esteriori, desideri e paure, ed è per questa ragione che nella meditazione si consiglia di fissare l’attenzione sulla consapevolezza, sul soggetto, ignorando le apparizioni mentali, che son solo “impedimenti” (distrazioni) che sorgono per inveterata abitudine all’esternalizzazione, non tenerne conto significa restare quieti mantenendo l’osservatore in se stesso.
Paolo D’Arpini
Attraverso le parole di Nisargadatta Maharaj possiamo avere una idea più chiara del “problema” e di come superarlo.
Dalla quarta di copertina di “Io sono Quello”:
”…….. le persone vivono in un mondo in cui si identificano con il corpo-mente…………… Esistono soltanto per se stesse. Tutti i loro sforzi sono tesi al soddisfacimento e alla glorificazione dell’io, in una rincorsa estenuante alla felicità, che però…………”.
Poi aprendo il libro a caso:
M. Prima tu crei il mondo, poi l’”io sono” diviene un individuo, che è infelice per varie ragioni. Così, va alla ricerca della felicità e incontra un guru che gli dice:”Tu non sei una persona, scopri chi sei in realtà”. Egli lo fa e va oltre l’individualità.
V. Perché non lo ha fatto dal principio?
M. Perché non gli è venuto in mente. Aveva bisogno che qualcuno glielo dicesse.
V. Ed è sufficiente?
M. E’ sufficiente.
V. E perché non funziona nel mio caso?
M. Perché non ti fidi di me.
V. E perché la mia fede è così debole?
M. Desideri e paure ti hanno offuscato la mente. Avrebbe bisogno di una bella strigliata.
V. Come posso ripulirla?
M. Osservandola spietatamente. La disattenzione ottenebra, l’attenzione chiarifica.
V. Perché i maestri indiani predicano la non-azione?
M. Le azioni della gente sono in gran parte senza valore, se non addirittura dannose. Dominate dal desiderio e dalla paura, le persone non fanno niente di buono. Prima di cominciare a fare del bene bisogna smettere di fare del male. Da qui la necessità per qualche tempo di smettere di compiere qualsiasi azione, per indagare sugli impulsi e sulle loro motivazioni, per vedere come tutto è falso nella vita di ciascuno, per sgombrare la mente da tutti i mali……………….
Ed ora un pensiero di Jiddu Krishnamurti sulla vera “religione”
Sapete che cos’è la religione? Non è nelle preghiere salmodiate, né nel compimento di un rito, né nell’adorazione di dèi di latta o immagini di pietra, non è nei templi e nelle chiese, né nella lettura della Bibbia o della Bhagavadgita, non consiste nel ripetere un nome sacro o nel seguire qualche altra superstizione inventata dagli uomini. Nulla di tutto ciò è religione. La religione è il sentimento di bontà, quell’amore che è simile ad un fiume, vivo, eternamente in movimento. In quello stato scoprirete che arriva un momento in cui ogni ricerca cessa del tutto e la fine della ricerca è l’inizio di qualcosa di totalmente differente.
La ricerca di Dio, della verità, il sentirsi completamente buoni- non il coltivare la bontà e l’umiltà, ma il cercare qualcosa al di là delle invenzioni e dei trucchi della mente, il che significa sentire quel qualcosa, vivere in esso, esserlo. Quella è la vera religione.
Ma ciò è possibile solo se lasciate la fossa che vi siete scavati e vi gettate nel fiume della vita. Allora la vita vi stupirà prendendosi cura di voi, poiché voi non ve ne prenderete più cura. La vita vi porterà dove vorrà, poiché ne siete parte; non vi sarà alcun problema di sicurezza, di ciò che la gente dice; e questa è la bellezza della vita.
Jiddu Krishnamurti