“Eolico pesante in Tuscia…. si comincia da Piansano e Tuscania” – Luca Bellincioni della onlus Oreas scrive a Simonetta Coletta della Provincia di Viterbo
Ciao caro Paolo,
ti allego una mia lettera alla dott. ssa Coletta della Provincia di Viterbo, riguardo il caso-eolico. A quanto pare, infatti, a Piansano hanno appena aperto i cantieri e la stessa cosa sta accadendo a Tuscania. Stiamo per assistere all’Apocalisse della Tuscia, e tutto ciò nell’ignavia e nell’indifferenza di tutta l’opinione pubblica della Tuscia, che annovera tanti “pseudo-intellettuali” che fanno tanti “bla bla” e poi alla fin fine se ne fregano di tutto e tutti. Davvero una vergogna. Ciao, sono indignato e inferocito.
L. B.
……….
Gentile dott. ssa Simonetta Coletta, mi permetto di contattarla nuovamente per un altro serio problema che riguarda il territorio della Tuscia. Sono in contatto con numerosi ambientalisti e cittadini della provincia, dai quali sono stato informato che nei Comuni di Tuscania e Piansano stanno per iniziare i lavori per la realizzazione di due grosse centrali eoliche con torri alte circa 130 metri. Numerosi altri Comuni come Arlena, Canino, Tessennano, Cellere, Faleria, Calcata, Monte Romano, ecc… hanno ratificato la realizzazione di impianti simili e hanno avviato gli studi di fattibilità. Io stesso ho fatto dei sopralluoghi e le posso assicurare che tutti i siti prescelti (e i paesaggi in cui sono inseriti) sono fra i più pregevoli non solo della Provincia di Viterbo ma del Lazio intero.
Appare ovvio che se davvero tutti tali impianti fossero davvero realizzati, in pratica scomparirebbe il paesaggio della Tuscia. Credo che tale evenienza non sia realistica né tanto meno auspicabile. Credo ancor meno che l’attuale amministrazione provinciale voglia passare alla storia come quella che ha lasciato distruggere, in una manciata di mesi, un paesaggio che in gran parte si era conservato integro per secoli. Studiando i “coni visivi” delle maggiori emergenze paesaggistiche del territorio, le posso dire che tutti gli scorci magnifici che oggi noi ammiriamo, e che sono vanto della Tuscia (e il suo vero patrimonio), in località come Norchia, Vulci, Tuscania, il Lago di Bolsena, Calcata, il Monte Soratte ecc… risulterebbero deturpati.
Oltre tutto l’impatto sarebbe non solo paesaggistico ma anche (e forse più) ambientale, visto che tali centrali producono un consumo di suolo gravissimo, con centinaia di ettari irreparabilmente urbanizzati per ogni centrale. Una verità che contrasta con le vacue proclamazioni dell’eolico industriale quale “energia pulita”, da parte di un ambientalismo casalingo e salottiero, assolutamente slegato dalla conoscenza (e dall’amore) del territorio.
Infine, non dobbiamo dimenticare che con l’eolico industriale il settore turistico nella Provincia (e dintorni) subirebbe un vero tracollo, poiché sappiamo bene che chi viene a visitare oggi la Tuscia lo fa per i suoi paesaggi straordinari in cui mirabile è il connubio fra natura e monumenti antichi. Cosa rimarrebbe alla Tuscia se tali impianti eolici fossero effettivamente realizzati, contando pure che questo territorio soffre già a causa di fenomeni come la speculazione e l’abusivismo edilizi? Non sarebbe più sensato iniziare a parlare seriamente di tutela, valorizzazione e promozione della Tuscia, magari puntando su progetti quali la candidatura Unesco e l’istituzione di un nuovo, vasto parco nazionale e di altre aree protette a carattere regionale?
Riguardo a quest’ultimo proposito, le segnalo i miei articoli per un Parco Nazionale dell’Etruria e per la Valorizzazione turistica del Paesaggio della Tuscia.
Concludendo, lo sviluppo delle energie rinnovabili è oggi una sfida essenziale, ma occorre riflettere bene su quali siano le tecnologie che meglio si adattano ai diversi contesti ambientali e paesaggistici, altrimenti si rischia di fare quasi più danni che con le fonti di energia tradizionale! E poi la Tuscia nemmeno potrebbe (sia pur ipocritamente a mio modo di vedere) definirsi una Provincia “pulita” perché, come sappiamo bene, le centrali di Civitavecchia e Montalto – con le loro emissioni di CO2 – rimarrebbero tranquillamente lì dove sono (anzi sarebbero probabilmente rafforzate)…
Sono a sua disposizione per eventuali chiarimenti od approfondimenti sul tema, premettendo che è nella mia formazione professionale anche lo studio delle energie rinnovabili, di cui sono consulente riconosciuto dalla Regione Lazio. Ed è per questo che su basi fondate posso dire che l’eolico industriale non si addice affatto alle caratteristiche della Tuscia. La sfida oggi è trovare applicazioni di energia rinnovabile con un impatto sull’ambiente nullo o quasi, e molte soluzioni esistono già: l’eolico industriale invece si presenta ormai come una cosa già ampiamente sorpassata. Auspico quindi che il vs assessorato possa bloccare questi scellerati progetti prima che sia troppo tardi, in quanto non c’è più tempo da perdere, essendo stati già aperti i cantieri.
Speranzoso di non averle recato tedio, la saluto cordialmente,
dott. Luca Bellincioni – segr. ass. cult. onlus Oreas
consulente per la valorizzazione turistica del paesaggioconsulente per il risparmio energetico e le energie rinnovabili