Andare oltre l’olocausto ma restando nella verità storica e nella considerazione umana

…. apprezzo il coinvolgimento che mi si è riservato in merito all’argomento ” 1)libertà di espressione e strumentalizzazione dell’olocausto” sul quale non occupo alcuna posizione, né opinionistica né social politica.

1) Url del testo menzionato:  http://saul-arpino.blogspot.com/2009/07/olocausto-liberta-di-espressione-e-di.html

L’argomento è ed è sempre stato di grande attualità ma la trattazione necessità di forte cognizione, critica e storica. Condivido la posizione di Paolo. Personalmente, non credo che il “fatto dell’olocausto” ed il concetto giuridico-umanistico della “libertà di pensiero” siano unitamente discorribili in termini di connessione e complementarietà. In un contesto culturale e sociale, quale quello attuale, i due concetti restano e dovrebbero rimanere ben distinti. Dacché, a mio modesto avviso, il “dramma dell’olocausto” resta un “fatto” comunque incontrovertibile e, “di fatto”, innegabilmente testimoniato, non vedo come ed in che misura “la libertà”, quale astrazione idealistica del pensiero, possa essere disinteressatamente espressa senza scontrarsi con l’altrui libertà –politica o sociale- di non ricevere il prodotto di un concetto non generalmente ancora condiviso e soprattutto accertato.

Nella mia posizione professionale di avvocato, non escludo che un dato fondato sulla base di concrete prove possa essere facilmente superato dal prodotto di un concetto prevalentemente conseguito su paragoni, sopralluoghi e supposizioni. Rispetto ed ammiro l’opera ed il percorso compiuto dall’Avv. Claudio Moffa rispetto al quale condivido il solo concetto di “libertà di pensiero” avendo egli originato il caso della illegittimità delle restrizioni dell’altrui pensiero. Tuttavia, non mi sento pronta né convinta ad escludere che il risultato delle sue ricerche possa già agevolmente sostituire un fatto storico quale quello dell’olocausto.

Grazie.

Mi riservo di scrivere un personale pensiero sul travisamento e la strumentalizzazione del “vegetarianismo” o “vegetarismo” affinchè, per il tramite di Paolo, possa emergere una verità che, a differenza della sola “libertà di pensiero”, non è astrazione di un’idea di interpretazione, ma un fatto provato ed accertabile. spero di potermene occupare appena chiudiamo il “laboratorio” legale.

Grande abbraccio a Paolo.

Annafranca

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