Siccità, cambiamenti climatici, spostamenti monsonici, acqua… l’ultima goccia… di Marinella Correggia

Premessa.    Abbiamo tutti notato che l’andamento delle stagioni sta cambiando, questa estate è caratterizzata da frequenti piogge ed umidità nell’aria. Mi sembra di stare in India nel periodo monsonico… Al contrario attualmente in India c’è la siccità…. Le conseguenze dell’uso dissennato delle risorse planetarie e dell’inquinamento cominciano ad esser sempre più evidenti, ciò non ostante i grandi capi, oltre a giocare alle “belle statuine”, continuano ad occuparsi solo di “risiko” e “monopoli” come se non fosse in gioco la vita sul pianeta ma si trattasse di passare il tempo amenamente….  Qui di seguito un articolo dell’amica Marinella Correggia.  (P.D’A.)

Negli stessi giorni in cui il rapporto del governo australiano “Climate change 2009, faster change and more serious risks” conferma una velocità  di cambiamento climatico maggiore di quanto previsto anche solo pochi anni fa e prevede conseguenze devastanti, fra l’altro, del “rapido indebolimento del monsone indiano”, in India sta succedendo un anticipo di futuro da incubo.  Il monsone appunto è terribilmente in ritardo, giugno è stato il mese più arido da oltre 80 anni a questa parte, i pozzi sono esauriti. Risultato: una guerra per l’acqua non oppone due stati ma vicini di casa delle zone più misere, ridotti a lottare per l’ultima goccia, come spiega un reportage del quotidiano inglese “The Guardian”.

La siccità colpisce dal Gujarat all’Andhra Pradesh, dal Punjab all’Uttar Pradesh al Bihar. Perfino a Mumbai, in genere colpita da piogge torrenziali e inondazioni, le autorità  hanno dovuto tagliare del 30% la fornitura di acqua alle case perché  il livello dei laghi da cui la metropoli dipende è molto basso. A Bhopal, chiamata “la città dei laghi”, il lago artificiale più grande, vecchio di mille anni, si è rimpicciolito da 38 chilometri quadrati a 5. La popolazione ha acqua dal rubinetto per 30 minuti al giorno un giorno sì e uno no da ottobre. E la mancanza dei monsoni a giugno ha peggiorato le cose.

Nella vicina Indore la razione, davvero da sete, è di mezz’ora a settimana… La mancanza di acqua, dicono i tecnici, ha raggiunto uno stadio critico: non si sa fin quando ci sarà e quanta. A Bhopal, che cinquant’anni fa aveva centomila abitanti e ora ne ha 1,8 milioni, centomila persone alloggiate “informalmente” dipendono solo dall’acqua delle autobotti e le contese idriche erano un fatto quotidiano anche prima di questa emergenza. Nello slum di Pushpa Nagar, il primo rifornimento dopo due giorni di secco assoluto ha provocato una corsa sfrenata per riempire contenitori inverosimili: vecchie latte di olio ma anche bidoni di vernici recuperati. Gli slum registrati della citta’ sono 380, ma ce ne sono molti altri “irregolari” e lì le cisterne non arrivano.  Niente rubinetto, niente autobotte.

Come fanno? Nello slum Balvir Nagar le donne si alzano nel cuore della notte e camminano per due chilometri fino alla stazione di pompaggio più vicina, dove qualcuno manomette i tubi per far uscire un po’ d’acqua… Giorni fa tre membri della famiglia Malviya, in un altro slum, erano riusciti a fare un buco nella conduttura e stavano ansiosamente cercando di riempire qualche contenitore, quando un vicino li ha accusati di rubare l’acqua ad altri e li ha uccisi tutti.

Nello slum di Arjun Nagae, invece, è stato scavato con il sostegno finanziario di un’organizzazione indiana un pozzo di 115 metri: dà acqua a cento famiglie, le quali contribuiscono con una piccolissima somma mensile. Ma davvero e’ una goccia nel deserto.

Intanto a Londra venti attivisti di Bhopal si sono presentati alla sede centrale della Dow Chemical – multinazionale alla quale apparteneva l’impianto che nel 1984 provocò la catastrofe di Bhopal – per distribuire bottiglie di acqua con un’ironica spiegazione: “Da 25 anni l’acqua di falda, gli ortaggi, perfino il latte materno sono contaminati da quantità tossiche di nichel, cromo, mercurio, piombo e composti organici volatili, e Dow non si e’ ancora assunta le proprie responsabilità”.

Non solo: “Il caos climatico ucciderà moltissime persone, nessuno obbliga Dow e le altre multinazionali a ridurre le emissioni di gas serra”.

Marinella Correggia – nonviolenza@peacelink.it  

(Il Manifesto del 16 luglio 2009: “Ultima goccia a Bhopal”)

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