Il linguaggio… sta nella parola o nella capacità di trasmettere concetti? Collage di sensazioni e riflessioni sulla comunicazione, animale ed umana – Quasi un romanzo!

Argomento di discussione all’incontro che si tiene a Pratale (Umbria) il 25 ed il 26 luglio 2009.

Secondo il sistema elementale cinese la comunicazione è possibile ad ogni livello elementale, ovvero si può comunicare con la Terra, con il Metallo, con l’Acqua, con il Legno e con il Fuoco. I modi comunicativi passano attraverso i vari sensi che sono collegati a questi elementi. Ad esempio si può comunicare (nello stesso ordine sopra menzionato) con l’olfatto, con l’udito, con il gusto, con il tatto e con la vista. Voglio persino essere più chiaro, attraverso gli odori immediatamente, sia per gli animali che per gli umani che sono essi stessi animali, si trasmette la sensazione e la condizione vissuta; con l’ascolto dei suoni emessi (una sorta di processo radar) immediatamente siamo consapevoli del tipo di informazione ad essi connessa; con il gusto facciamo nostro l’altro, considerate ad esempio la leccatura ed il bacio; con il tatto trasformiamo le nostre emozioni in “contatti” fisici e solidi, amore (carezze) odio (pugni) e tutta la gamma dei sentimenti; con la vista comunichiamo attraverso le immagini. Quest’ultimo è il metodo più attuale, anche per via della scrittura non soltanto delle immagini in se stesse. Lo sguardo è una forma diretta ed inequivocabile di comunicazione.

La parola, od il linguaggio come oggi lo definiamo, è nata attraverso una mistura di tutti questi modi comunicativi…. Pensateci bene ed a questo punto capirete che fra noi e gli altri esseri viventi non c’è differenza elaborativa nell’esprimere anche concetti astratti. Infatti, ritornando alla descrizione del sistema elementale cinese od a quello indiano della comunicazione diretta fra esseri senzienti, in occidente abbiamo anche l’esempio di San Francesco, è evidente che la comunicazione non attuabile esclusivamente con la parola. La parola è un modo per trasmettere i pensieri, ma questi pensieri debbono essere “cogitati” e concretizzati visivamente all’interno della mente, altrimenti non sono trasmissibili. Prova ne sia che quando si parla a vuoto, l’ascoltatore non recepisce il messaggio e resta in uno stato di “assenza mentale” (il parlare a vuoto è tipico di chi non ha nulla da dire: politici, conferenzieri, logorroici, etc.).

Ma prima di concludere questo discorso inserisco qui di seguito tre interventi chiarificatori, il primo è specifico sull’evoluzione del linguaggio articolato nell’uomo ed il secondo è un mio articolo precedente sul “comunicare.. come?” e l’ultimo è più centrato sulla “comunicazione virtuale”.

Evoluzione: la parola alle scimmie.

Il Verbo, o il linguaggio articolato per come lo intendiamo a livello grammaticale, è caratteristica dell’uomo. E’ uno dei tratti principali che ci distinguono dal resto del regno animale. Ma questa distanza si accorcia sempre più con le recenti scoperte. Ultima tra queste è la conferma che non solo le scimmie sono in una certa misura capaci di interpretare un messaggio verbale, ma arrivano più in là: riescono a individuare una parola malformata a livello grammaticale.

L’esperimento è stato condotto abituando un tipo particolare di scimmie a un certo modello di formazione delle parole. Come la composizione di parole con un prefisso (ad es. DIS-piacere o RI-conoscere) o un suffisso (natural-MENTE o gioi-OSO). Dopo averle esposte a un linguaggio corretto, i ricercatori hanno provato a utilizzare parole prive di senso mescolando prefissi e suffissi al posto sbagliato. E si sono meritati delle occhiate perplesse dai primati del tipo “Ma cosa stai dicendo?”. Le reazioni sono inequivocabilmente di riconoscimento.

Tutto questo ci fa pensare che la complessa dinamica della formazione di un linguaggio non sia poi così lontana dalla mente dei nostri cugini quadrumani, e getta nuova luce sul mistero di come si sia evoluta nel tempo la parola. (http://www.spiritual.it/notizie/evoluzione-la-parola-alle-scimmie,4,104901)

Comunicare… comunicare…. Come?

Inizia con il primo vagito, prosegue con le asticciole e lo studio dell’abbecedario ma non si sa come finisce…. La comunicazione umana è un mistero senza fine. L’uomo da quando scoprì l’uso del fuoco, allungando così la sua giornata, cominciò a raccontare in forma conviviale, a trasmettere ad altri uomini, le esperienze vissute e le impressioni, da ciò è nato il linguaggio, la cultura.

Infatti se durante la giornata bastavano pochi grugniti per indicare le contingenze o gli oggetti, quando la notte gli uomini primitivi ricordavano le proprie avventure per comunicarle dovevano rendere penetrante l’espressione, intelligibile senza l’uso di esempi concreti, utilizzando solo immagini e forme pensiero.

Così è nato il grande miracolo della “comunicazione” ma il suo sviluppo non è ancora concluso…. Oggi, lasciati da parte penna e calamaio, libri e giornali, si comunica con internet, le parole forse son le stesse (anche se veramente si sta già utilizzando un nuovo slang) ma per far sì che i propri messaggi vengano recepiti nella giungla virtuale occorre sviluppare nuove capacità di attrazione, richiamando il lettore ad una attenzione inusitata. In questo campo nessuno è maestro, non vi sono università in grado di trasmettere questa nuova “arte” della comunicazione, i tempi sono stati troppo brevi ed oggi ognuno cerca di arrangiarsi come può. Alcuni lo fanno con lo spam, altri con i cookies, altri ancora sviluppano grafiche e impostazioni innovative, quasi tutti usano la moltiplicità ed il cosiddetto metodo del “copia-taglia-incolla”….

Ma tutto ciò non è sufficiente, è evidente che nella giungla telematica se si vuole che il messaggio, il proprio richiamo, venga percepito non si possono usare solo le urla od una gestualità esagerata, occorre affinare ancora una volta il linguaggio e questa è la nuova rivoluzione lessicale alla quale siamo chiamati.

Dopo il cerchio attorno al fuoco (la prima socializzazione) siamo al cerchio allargato (in rete) davanti al computer… Eppure la necessità di ritrasmettere le nostre sensazioni, ricordi ed esperienze è ancora più forte. Quel che era la poesia, come massimo affinamento, ora è diventato “poetronica”…. (http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=comunicare+comunicare+come%3F )

26 luglio: “La saga telematica del copia-taglia-incolla” Comunicazione multipla con un solo computer.

26 luglio. Settimo giorno prima delle Calende. Comiziale. Giochi. Appare la Canicola. Da pochi giorni il sole ha lasciato il Cancro per entrare nel Leone, ed ho pensato di lasciare una traccia del mio modo comunicativo. In questo giorno incontrerò gli amici che desiderano apprendere il metodo della divulgazione su internet, da me che non lo mai appreso….

Ecco, in effetti debbo anticipare che sono un internet-handicappato, a malapena so inviare e ricevere email, per me è più che sufficiente. Il mio amico Roberto Caivano mi disse un giorno “tu non vuoi usare internet perché fa parte del tuo personaggio…”

No, non ho alcun personaggio al quale condiscendere, faccio quello che posso fare se mi viene…. In verità percepisco il pericolo della dipendenza da computer, usando questo mezzo per scrivere e comunicare si tende a chiudersi in una specie di bozzolo, un nodo mentale in cui entra solo ciò che è virtuale (quello che ti ritrovi davanti sullo schermo). Certo di tanto in tanto subentra qualcosa che ti richiama alla realtà fisica, un prurito, una commissione da svolgere, la stufa a legna da rinfocolare d’inverno e le zanzare da scacciare in estate, “le distrazioni” non mancano e mi chiedo, facendo un paragone con il passato, se anche scrivendo a penna mi sentissi così assorto da tralasciare –a volte- la realtà fisica. Sì, era così, anche scrivendo a penna, forse ancora più forte era l’assorbimento, perché non si poteva correre il rischio di perdere la frase, “quella” frase (che gira e rigira è sempre la stessa) che è “la quintessenza della comunicazione, lo sbrodolamento dell’esprimersi, l’orpello dell’allocuzione”….. Quando ti esce una frase così come puoi fermarti a comunicarla ad un solo utente, sia pur esso un amico del cuore. Non si può mandar sprecato un simile capolavoro!

Il desiderio d’irradiare “quel pensiero” non è una mia invenzione, ci hanno provato già molti prima di me: poeti, guitti, romanzieri e affabulatori. Va da sé che mi venisse voglia, anche quand’ero giovanissimo e studente (e a malapena ci azzeccavo –come ora- in grammatica) di scrivere più copie dello stesso pensiero da spedire a varie persone a mo’ di lettera amichevole. Bastava cambiare qua e là una parola, un nome, ed il gioco era fatto. Potevo stare soddisfatto che quel messaggio avrebbe raggiunto e “toccato” più persone (soprattutto donne, giacché non va bene sprecare l’arte poetica per una sola). Ed ora cosa vedo? Questo stesso metodo da me adottato in gioventù, che perlomeno mi permetteva di esercitarmi in calligrafia, è esattamente il modo comunicativo di internet. Le email solitamente non son altro che un continuo riciclaggio di parole riassemblate e rispedite a tanta gente (in circolo). Alcuni sono destinatari ufficiali (A), tal altri condivisori ufficiosi (CC) ed i più, la gran massa, fruitori innocenti della protervia espressiva, sono gli innominati a cui si rimanda il messaggio di traverso, la “exibition…” velata (CCN).

“Mi vergogno (ma lo accetto) lo faccio di solito tutti giorni e forse più volte al giorno, padre mi perdoni questo peccato..?”. “Tranquillo figliolo (tanto lo abbiamo fatto tutti) ripeti tre Pater Noster, 3 Ave Maria e 3 Gloria Patri e sarai perdonato!”.

Ma allora anche nella penitenza, tesa all’affrancamento, c’è ripetitività?  E qui vengo al dunque…. Per confidare tanti piccoli segreti della comunicazione “virtuale” – rendendola unica- e dare delle dritte agli amici che sentono il bisogno di ritrasmettersi su internet, mi sono reso disponibile..

Conclusione finale.

Questa lunga introduzione serve per invitare, chi ha letto sin qui, a confrontarsi sui nuovi metodi comunicativi. E soprattutto sulla capacità di andare oltre il linguaggio abituale, l’esperimento si svolge in Umbria, nella fattoria di Pratale, dove vive Etain Addey, all’insaputa della stessa Etain alla quale non ho ancora comunicato il motivo della mia visita. Partiamo con un gruppetto di amici il 25 luglio e torniamo, dopo una notte trascorsa lì, il giorno successivo. A Pratale ci sono parecchi animali: pecore, galline, papere, asini, gatti…. oltre ad Etain a Martin ed altri conviventi… Perciò ci sarà da divertirsi…

Vostro affezionato, Paolo D’Arpini

L’appuntamento è al Circolo Vegetariano di Calcata il 25 luglio alle h. 10.00 del mattino per raccattarmi. Per assicurarsi un posto nel cerchio magico occorre prenotare…. Chiamatemi allo 0761.587200 oppure telefonate a Laura 333.5994451

Vedi anche URL qui dabbasso:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/07/05/racconto-di-quando-fui-bacchettato-dalla-sciamana-etain-addey-e-come-appresi-ad-amarla-luglio-2009-il-25-vado-a-pratale-il-26-torno-a-calcata/  

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