Desenzano del Garda: Carlo Monopoli e le sue immagini evocative – Con accompagnamento poetico di Costantino Kavafis e Vittoria Palazzo

La vita di Carlo Monopoli ricorda l’esistenza errabonda, votata all’arte, dei pittori rinascimentali che vagavano attraverso le varie corti d’Europa lasciando dietro di sé un patrimonio inestimabile di bellezza. La prima volta che vidi una sua opera rimasi letteralmente affascinato, si tratta di uno strappo d’affresco, esposto a Calcata, dal titolo “Arco di quiete” che ritrae una turgida donna mora, gravida, mentre versa acqua da una brocca verso la terra riarsa, sullo sfondo le acque azzurre del Mediterraneo. Già, l’origine stessa del pittore è nel ventre caldo del “mare nostrum”, egli infatti nasce a Bari una città proiettata verso il sud, caldo ed accogliente, come calda ed accogliente è la pittura di Carlo Monopoli. In ogni sua opera s’indovina il senso di questa accoglienza, in particolari evocativi che sempre proiettano l’osservatore verso la sua meta originaria, quella del viaggio ininterrotto verso Itaca: “Sempre devi avere in mente Itaca. Raggiungerla sia il tuo pensiero costante. Soprattutto non devi affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni… (Costantino Kavafis)”. Così Carlo Monopoli nel suo viaggio ha costellato i luoghi dell’oriente con le sue opere: Libano, Giordania, Emirati Arabi… Poi è risalito a nord graziando l’Europa continentale con i profumi del suo emporio pittorico: Cekia, Germania, Russia…

Infine ha trovato un approdo sulle sponde di un grande lago, che al tempo della Repubblica Veneziana era percorso dalle navi dei Dogi, un lago che bagna tre regioni. Ed è qui a Desenzano del Garda che egli continua oggi a celebrare un mondo cosmopolita dove la differenza fra le genti è solo arricchimento, dove la differenza è magnificenza. Perché il vero nomade, che è l’artista, non percepisce confini, egli sa leggere e vivere e ritrasmettere gli eventi, la sua descrizione della realtà è simile a quella di un mago, appare improvvisa, ma resta poi stabilmente impressa nella tela. Ecco cosa dice di lui il critico Raffaele Montagna: “Resta di sicuro conquistato, chi si sofferma a guardare Carlo Monopoli mentre dipinge. Ciò che balza lampante, agli occhi di chi osserva, è la risolutezza con la quale maneggia i pennelli e stende i colori, quasi una foga, un impulso di giungere alla fine, per godere la bellezza del lavoro compiuto. Eppure, la sua è una pittura fondamentalmente ragionata e colta, raffinata, mai scontata, pregna di citazioni mitologiche, equilibratamente architettata nelle scenografie, perfetta nell’ortogonalità dei piani e nelle proporzioni…”

Desenzano del Garda è un luogo benedetto se può ospitare un simile poeta dell’immagine, com’è Carlo Monopoli. Parimenti fortunata è la Lombardia ed in particolare Milano che ospiterà una sua prossima mostra. Rammento tanti anni fa di aver frequentato il salotto della poetessa milanese Vittoria Palazzo, amante e protettrice dell’arte, alcuni suoi versi struggenti si coniugherebbero bene con le opere profumate di Carlo Monopoli: “E a lungo a lungo a lungo -non ricordo non ricordo la tua voce… La magnolia aveva pronti i suoi bocci, finisce l’estate e non ha fiorito. Sono venuti i freddi improvvisi è ritornato il sole….”.

Mi sembra un’invocazione dedicata alla splendida arte di Carlo Monopoli che lei avrebbe sicuramente amato ma che non ha potuto conoscere. Potranno forse conoscerla quei milanesi che avranno la fortuna di visitare la sua  personale performance presso la “Campionaria delle qualità italiane” – Fieramilanocity dal 7 al 10 maggio 2009, esibizione dei prodotti che diffondono  l’eccellenza italiana nel mondo.

Paolo D’Arpini

………………

Testo integrale della poesia: Itaca

Quando ti metterai in viaggio per Itaca

devi augurarti che la strada sia lunga,

fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni ed i Ciclopi

o la furia di Nettuno non temere,

non sarà questo il genere d’incontri

se il pensiero vola alto

e un sentimento fermo

guida il tuo spirito e il tuo corpo.

In Ciclopi e Lestrigoni no certo,

né nell’irato Nettuno incapperai,

se non li porti dentro.

Se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.

Che i mattini d’estate siano tanti.

Quando nei porti, finalmente

e con che gioia, toccherai terra

tu per la prima volta.

Negli empori fenici indugia e acquista

madreperle, coralli, ebano ed ambre.

Tutta merce fine, ed anche profumi inebrianti,

d’ogni sorta, più profumi inebrianti che puoi.

Va in molte città egizie,

impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca.

Raggiungerla sia il pensiero costante.

Soprattutto non affrettare il viaggio;

fa che duri a lungo, per anni, e

che da vecchio metta piede sull’isola,

tu, ricco dei tesori accumulati per strada

senza aspettarti ricchezze da Itaca.

Itaca ti ha dato il bel viaggio,

senza di lei non ti saresti messo in viaggio.

Che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera non per questo Itaca ti avrà deluso.

Fatto ormai savio,

con tutta la tua esperienza addosso,

già tu avrai capito

ciò che Itaca vuole significare!

Costantino Kavafis

………………..

Testo integrale della poesia: Finisce l’estate.

E a lungo a lungo a lungo

-non ricordo non ricordo la tua voce-

La magnolia aveva pronti i suoi bocci

finisce l’estate e non ha fiorito.

Sono venuti i freddi improvvisi

è ritornato il sole.

Troppo tardi è ritornato il sole

-non ricordo non ricordo la tua voce-

Stanno i bocci nel freddo

e la magnolia perderà le foglie

senza la gioia dei petali bianchi.

Vittoria Palazzo

Scrivi un commento

Per inviare un commento devi fare il login.