“La diversità e l’unità stanno assieme nel vuoto” – Scambio epistolare in spirito laico
Ciao Paolo, devi credermi, ti voglio davvero bene. Sei una persona molto particolare e vorrei sapere più di te. Ma per come sono fatta io, non mi trovo tanto bene in gruppi. Un gruppo, in tutta la mia vita, l’ho evitato – non voglio dire un gruppo di amici nel quale ognuno representa la sua personalità – ma un gruppo che si riunisce sotto un tema. Sia come sia – e sia il più convincente – non mi va. Forse sono nata solitaria – mi ricordo la mia avversione già da bambina piccola. Ho scelto sempre le persona – o persona se ti riccordi l’antico significato etrusco di questa strana parola. – personne – che é sopravisuto stranamente solo in Francia.
Mi dispiace, non posso diventare ‘membro’ delle vostre, anche se veramente importanti, attività. Ma ora mi rivolgo a te. Ti stimo tanto – ma ho poco talento per fare l’ammiratrice. Vorrei scrivere su certi argomenti che mi toccano al cuore e al mio essere intellettuale in senso buono. Vorrei scambiare in modo serio e profondo temi e discorsi – come un forum – ma non in un modo di raassicurarsi viceversa considerando che siamo diversi.
La diversità secondo me nasce dalla vita che così è fatta. Detto questo non esiste ‘uno migliore’….. Il discorso del potere però è un’altro – ed è antico come il mondo stesso. Bisogna studiare molto – tanto tanto – in profondità – con attenzione! Chi dovrebbe gettare la prima pietra? – A parte che sentiamo il bisogno di gettarne tante, tante.
A me interessa, con tanto amore per questa vita, di liberarmi del basto di una educazione classica tipica della nostra generazione – essendo felicissima di aver avuto la possibilità di un vento fresco negli anni sessanta e … poi…. Ma io credo ad un futuro e non riesco a fermarmi al pensiero di un passato e basta – vado ancora a raccogliere i frutti – quelli di oggi – e non mi sembrano del tutto amari. Anzi – trasportando ad una generazione dopo di noi il pensiero che tutto sia già pensato e tutto sia già fatto mi pare una vera e propria crudeltà.
Siamo formiche nell’universo – potenti però nel contesto della nostra terra. Con tutto quello che abbiamo da dire non dobbiamo dimenticarci della tolleranza, lasciando all’altro di pensarla diversamente. Non è sempre il consenso – spesso è la diversità che ci riunisce. Bello così.
In questo senso sono curiosa di sapere come lo vedi tu, sempre se mi vedi degna del tuo commento, perché mi pare che i nostri mondi sono nello stesso tempo vicini e lontani. Con un affettuoso abbraccio, Christa
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Cara Christa non voglio commentare per non rovinare la freschezza della tua lettera, solo ti riporto un breve interscambio poetico avvenuto fra il poeta Minagawa ed Ikkyu un maestro zen. Il maestro invitò l’artista a bere un tazza di té nella sua stanza e dopo aver condiviso con lui alcune parole improvvisò una strofa: “Una vivanda raffinata vorrei ora servirti, ma ahimé lo zen non ha nulla da offrire..”. E Minagawa rispose: “Lo spirito che nulla può offrire se non il nulla è il vuoto originario, vivanda raffinata fra tutte!”
Ciao, Paolo