Storie dal Circolo Vegetariano di Calcata: “Di quella volta in cui Silvio Berlusconi ci regalò un milione di denari per farci contenti….!”

Nell’articolo precedente avevo raccontato di come stamattina avessi recuperato un paio di pezzi di sottomisura, abbandonati davanti la vecchia sede del Circolo, utili per riparare la porta della Stanzetta del Pastore (dove vado la domenica a tempo perso per fare la lettura della mano agli avventori avventurosi che si fidano ad entrare nell’antro).

Puntualmente nel pomeriggio ho raccattato qualche chiodo ed una tenaglia e con la tavoletta sotto il braccio son salito verso il borgo, proprio allora ho visto che un trattore stava portandosi via tutto il legname dal quale –fortunatamente- avevo già attinto… Appena giunto alla Stanzetta ho tirato fuori alcuni attrezzi necessari, ho misurato la lunghezza del pezzo da sostituire, ho asportato il legno vecchio e fradicio, ho tolto i chiodi arrugginiti e dato una sistemata sommaria alla base poi armato di un antidiluviano segaccio a spada ho iniziato a tagliare a misura la tavoletta… Dopo un po’ visto che non mi riusciva di incidere il legno (per via dei denti malridotti del segaccio) ho preso il pezzo e sono andato a casa di Evandra (nome di fantasia), co-fondatrice del Circolo ed amica da vecchia data. Subito dalla porta le ho chiesto se avesse una sega da prestarmi e lei, che in quel momento stava parlando con alcune persone del Teatro Vinambro (nome di fantasia), mi ha fatto aspettare solo un minuto ed è quindi uscita con una bella sega ad arco, io volevo tagliare il legno immediatamente ma lei: “voglio tagliarlo io” – “ma che non ti fidi, pensi che ti rompo la sega?” – “no, è che mi sento in vena di tagliare”. E con forza ha seguito il filo del segno dipinto sul legno e dopo un po’ la tavoletta era bella e segata. Io l’ho ringraziata per i doppio favore e lei un po’ scherzosa mi ha detto: “Ecco ora potrai scrivere che ho tagliato la tavoletta..”.

Dovete sapere che questa battuta ha un senso, poiché da circa un mese sono stato defenestrato anch’io (come il Trappolini a Viterbo) dal Teatro Vinambro, perché tempo addietro mi ero permesso di nominare in uno dei miei racconti il regista Wildford (nome di fantasia) e lui se l’era talmente presa, dicendo che avevo violato la sua privatezza che ha pensato bene di scacciarmi dal gruppo dicendo “altrimenti qualsiasi cosa io ti dica il giorno dopo debbo leggerla sul giornale…”. Il fatto è che il regista, sia pur con ritardo, era venuto a conoscenza (a causa di malelingue pettegole) che avevo menzionato il suo nome (solo il nome) sul resoconto da me fatto della visita “fiscalista” del ministro Brunetta a Calcata. Anche se quanto da me detto (poi apparso sul Nuovo Corriere Viterbese oltre che su questo sito) al proposito delle battute intercorse fra me ed il regista (con commenti vari sul Brunetta) era tutto vero, ciò non ha impedito il mio licenziamento in tronco…

Da una parte è stato meglio così, infatti il recitare nel gruppo del Vinambro mi comportava fatica, sconforto, umiliazione, mancanza di soddisfazione personale e soprattutto nessun ritorno di alcun genere, se non gli applausi ed i riconoscimenti del pubblico che mi ricompensavano del sacrificio. Ma, dopo la mia defenestrazione, all’interno della compagnia del Vinambro la posizione presa da tutti i suoi residui membri, è stata decisamente critica nei miei confronti… “sono una persona che non sa tener la bocca chiusa e scrive a vanvera senza chiedere il permesso agli altri..”. Lo stesso che giorni addietro mi aveva ancora rimproverato Evandra…. (per certi fatti politici che non menziono) ed ulteriormente oggi pomeriggio ha riconfermato con la sua battutina “adesso scrivi che ho tagliato la tavoletta”.

Ovviamente, essendo quello che sono, non posso far a meno di accontentarla, ed ho perciò fatto questa lunga premessa… Ma il vero intento è vorrei annunciare una nuova serie di articoli. Si tratta di storie attinte alla fantasia oppure vere ma mascherate, in cui racconterò di visite fatte al Circolo Vegetariano da parte di famosi personaggi. Descriverò i dialoghi e gli insegnamenti ricevuti (o trasmessi). Vista la buona riuscita del racconto sul ministro Brunetta voglio continuare sul filone dei personaggi politici e vi parlerò di una offerta che ci fece il Silvio Berlusconi, quando venne a trovarci un po’ di tempo fa.

Un giorno che stavo io di guardia al Circolo, vedo giungere una carovana di auto blu con accompagnamento di motociclisti corazzati, ed ecco che mi si avvicina una figura conosciuta… Sì, è proprio lui, l’ho già visto sulle foto dei giornali (non alla televisione perché quella non ce l’ho), è il presidente, l’uomo più potente d’Italia (dopo il papa) il cavaliere Silvio Berlusconi in persona. Lo accolgo, come farei con chiunque altro e gli chiedo il motivo della sua inaspettata visita, e lui: “Siccome ho tanto sentito parlare di questo Circolo ero curioso di conoscerne la realtà e siccome so che ve la passate male ho pensato di portarvi un regalo per sistemare i vostri problemi…”. Così dicendo il cavaliere apre una valigetta mostrandomi il suo contenuto in biglietti verdi: “qui dentro ci sono 1 milione di denari per voi…”. Io non batto ciglio e penso ‘a caval donato non si guarda in bocca’ e lo ringrazio accettando il dono. Ma non posso fare a meno di scambiare alcuni convenevoli con lui e così gli chiedo: “Dopo questa donazione così generosa e sostanziosa spero che almeno le restino ancora denari sufficienti per lei..” – Oh… non si preoccupi.. – fa il cavaliere – ne ho ancora tantissimi, molti molti di più.. – Ed io di rimando: “Ma lei pensa che sarebbe felice se potesse averne altri..?” – “Che domande – mi fa il cavaliere – certamente sarei molto contento di accrescere il mio patrimonio sempre più..” Sono rimasto un po’ lì a pensarci e poi mi son detto perché deprivarlo di questo piacere? Pare che il denaro sia la cosa più interessante per lui. Ed allora senza esitazione gli restituisco la valigetta con il milione dicendogli: “In tal caso, caro presidente, si riprenda quanto ci ha offerto, lei sicuramente ne ha più bisogno di noi…”.

Ed è così che siamo rimasti poveri in canna (ma almeno liberi…).

Cari saluti e grazie per aver letto sin qui.  Vostro affezionato, Paolo D’Arpini

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