Farmaci od integratori alimentari? L’effetto fisiologico non è peculiarità della chimica, nell’alimentazione vegetariana è preferibile ricorrere alla sostanze attive biovegetali

Negli ultimi decenni con l’impoverimento dei terreni e delle colture trattati con fertilizzanti chimici, insetticidi, fungicidi ecc., i prodotti vegetali risultano enormemente impoveriti dei loro componenti nutrizionali e questo può portare a delle carenze in coloro che si nutrono di prodotti convenzionali. La cottura degli alimenti poi contribuisce ulteriormente alla perdita di vitamine e minerali. Così succede che molti ricorrano spesso ad integratori alimentari convinti di arginare il problema, cadendo (come si suol dire) dalla padella nella brace perché gli integratori di sintesi, come afferma una recente ricerca, non solo risultano inutili ma aumentano del 16% la possibilità di contrarre malattie anche mortali.

A tal proposito indicativo è stato l’esperimento di Cambridge nel 2000, condotto dalle dottoresse Key-Tee Khaw e Aisla Welch le quali, al termine di una ricerca durata 20 anni affermarono la necessità di almeno 5 pasti al giorno di frutta e verdura per assicurarsi il giusto quantitativo di vitamine e minerali indispensabili a mantenere l’organismo umano in piena salute e garantire la immunità da cancro e infarto.

Nel 1° esperimento della durata di 5 anni furono coinvolti 35.000 soggetti maschi di mezza età suddivisi in 2 gruppi A e B: il primo gruppo fu sottoposto a dosi giornaliere di vitamine C ed E sintetiche più selenio inorganico come integratore salino; mentre al secondo gruppo fu dato del placebo in pillole apparentemente identiche, contenenti solo mollica i pane.

Nel 2° esperimento della durata di 8 anni furono coinvolti 15.000 soggetti maschi, tutti medici volontari anch’essi suddivisi in 2 gruppi A e B: al primo gruppo furono somministrate dosi giornaliere di vitamine C ed E sintetiche e al secondo gruppo delle dosi di placebo in pillole colorate identiche a quelle del primo gruppo ma contenenti solo mollica di pane.

Con i due esperimenti fu dimostrato in modo inconfutabile che i minerali inorganici degli integratori, gli antiossidanti farmacologici, le vitamine sintetiche non solo non proteggevano contro il cancro alla prostata (che era poi l’argomento topico di partenza), contro il cancro più in generale, contro l’infarto e le malattie in genere, ma addirittura comportano un peggioramento consistente e progressivo delle varie situazioni patologiche. Infatti i gruppi placebo utilizzati sono usciti dai due separati esperimenti in condizioni marcatamente migliori rispetto ai gruppi vitaminizzati e mineralizzati artificialmente.

Il commento del dr Jody Moffat, health specialist al Cancer Research Institute-UK, fu che i supplementi non possono assolutamente sostituirsi a una dieta sana, e che alla fine diventano essi stessi fattore cancerogeno aggiuntivo. “Mangiare una dieta ad alto contenuto di frutta e verdura è il migliore modo, l’unico modo, per ottenere tutte le vitamine e i minerali di cui abbiamo bisogno”.

Gli integratori ed i vicarianti di tutte le specie sono sostanze devitaminizzate, demineralizzate, privi di enzimi, di vitalità, di acqua biologica bilanciata e di biomagnetismo: sostanze che apportano nell’organismo calorie vuote e morte: rubano, assorbono, fanno razzia di minerali-vitamine-enzimi-ormoni interni per essere adoperati-digeriti-espulsi, lasciando alla fine il corpo non rafforzato e migliorato, ma indebolito e peggiorato. All’università del Minnesota 256 soldati furono sottoposti a vari sforzi fisici con vitamine sintetiche e placebo. Non fu registrato alcun miglioramento.

In Inghilterra durante l’ultima guerra fu condotto un esperimento su ragazzi per 9 mesi ai quali furono somministrate vitamine sintetiche. Anche in questo caso non si registrarono miglioramenti. Da notare che gli animali alimentati con prodotti sintetici muoiono prima di quelli a digiuno.  L’industria chimico-farmaceutica isola le principali sostanze fitochimiche attive e poi le mette in vendita sotto forma di integratori. Negli S.U. nel 2001 sono stati spesi 12 miliardi di dollari in integratori alimentari.

I vegetali hanno sviluppato in milioni di anni le circa 20.000 diverse molecole fitochimiche che concorrono a mantenere l’equilibrio cellulare delle piante. Una sola pianta o un solo frutto può contenere migliaia di sostanze fitochimiche ed solo un’illusione pensare di poterle sostituire con delle molecole in pasticche. La capacità di trasformare i minerali inorganici (tratti dal suolo) in organici (utili e assimilabili da ogni organismo animale) è peculiarità solo delle piante: per questo i prodotti di sintesi, inorganici non possono essere utilizzati dal nostro organismo. In realtà i minerali organici delle piante traggono la loro benefica caratteristica dall’interazione sinergica ed armonica dei principi nutrizionali forniti dalla natura nelle giuste qualità e proporzioni, cosa che nessun laboratorio di chimica può fare. E quando un integratore sintetico, o un farmaco, genera una apparente quanto transitoria sensazione di benessere è solo la reazione di difesa dell’organismo nel tentativo di metabolizzare la sostanza estranea: i prodotti tossici si accumulano e presto o tardi si manifesteranno in una nuova patologia. La natura protegge dalla degradazione gli elementi fitoprotettivi all’interno dei loro scomparti cellulari; ma quando vengono estratti e le molecole vengono esposte all’aria, gli enzimi ne causano la distruzione per ossidazione.

Infatti, gli integratori non solo risultano essere inefficienti nella lotta contro le varie carenze ma la loro presenza nella nostra dieta, oltre a sovraccaricare i sistemi di assorbimento a livello delle pareti intestinali, influenzando il metabolismo e spesso inibiscono l’assorbimento di sostanze benefiche. Per cui qualora vi fossero delle carenze nutrizionali la cosa utile e necessaria è solo quella di consumare prodotti vegetali biologici, meglio se biodinamici e se dovesse persistere qualche carenza allora occorre intervenire sull’intero stile di vita del soggetto perché come diceva H. M. Shelton: “Non esiste malattia che sia correlata ad un’unica causa e nessuna malattia è curabile con una cura unitaria”.

Franco Libero Manco e Valdo Vaccaro – www.universalismo.it  

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